Tante domande

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Il tempo fuori stava peggiorando, il rumore dei tuoni prevaleva su tutto, il picchiettio delle gocce d'acqua sul vetro stava aumentando, mentre il vento portava per "mano" in tutta la città una serie infinita di foglie e vecchie pagine di giornale.
- La camera di Erik era "coperta" da un colore cupo e grigiastro, a causa del temporale, emanava tristezza e malinconia, la sua coperta bordeaux era rannicchiata nell' angolo della parete, come se avesse paura di qualcosa e sopra attaccato alla parete c'era un vecchio poster dei Pink Floyd... il gruppo preferito di suo padre, mentre sul comodino di betulla, che era stato fatto a mano dal falegname vicino a casa sua, c'era la foto di Erik insieme a Leila, l'aveva scattata sua nonna quando erano andati a Disneyland Paris, quello sarebbe stato un ricordo che avrebbe portato con se...per sempre.
All' improvviso un forte boato rimbombò nella stanza e lo fece tornare alla realtà, Erik si alzò e si mise a sedere sulla sua Winchester, poteva sembrare strano, ma ogni anno diventava più comoda.
Prese la lettera e iniziò a osservarla meglio, in effetti sembrava antica, ma guardandola bene anche all' interno aveva un colore giallognolo ma non perché era vecchia, perché era il tipo di carta che era così, come se qualcuno volesse ingannarlo, i bordi del foglio erano stati leggermente bruciacchiati per farli diventare un po' più scuri.
Iniziò a leggerla attentamente:
"Caro Erik,
tu non sai chi sono, ma probabilmente ci incontreremo, ho deciso di scriverti questa lettera perché credo in te e mi fido, ora molto probabilmente ti starai chiedendo perché, visto che non ci siamo mai conosciuti.
Beh, Erik, io ti osservo da un po' di tempo... sto cercando una persona a cui confidare questo segreto.
So che hai molto sofferto per la morte di tuo padre, e che adesso hai molte domande ma, per favore, non prendere alla leggera quello che scoprirai"
Erik alzò lo sguardo e si affacciò alla finestra, da quando aveva letto che veniva osservato  da un po' di tempo, si sentiva in un certo senso violato e rimase sorpreso, ma anche un po' turbato da quello che c'era scritto.
Si mise seduto sul letto e continuò a leggere:
"Tra pochi giorni avrai qualcosa, farò in modo che tu l'abbia il prima possibile e che arrivi direttamente a te...c' è un problema con il pianeta terra, man mano che passa il tempo diventa sempre meno sicura per l'umanità, sempre più debole, ma non voglio dirti altro, scoprirai tutto tra poco.
Erik, non sarai da solo, hai Leila, lei ti è stata sempre accanto"
Erik rimase colpito...che c' entrava Leila in tutto questo?
Continuò a leggere:
"Non ti ha mai abbandonato, voi siete una squadra formidabile, siete uniti fin da piccoli.
Io sono sempre stato da solo, non sono riuscito a farlo ma sono sicuro che voi insieme ce la farete, insieme siete più forti di quanto immaginiate.
Non posso negare che troverete ostacoli ma... sarà divertente, in un certo senso.
Ciao Erik, ci conosceremo, o forse no...chissà."
                                                                                                                                               M.
Quando ebbe finito di leggere quelle parole, si sdraiò un attimo a guardare il soffitto, nel frattempo il temporale si era calmato, ma la curiosità, la voglia di sapere cosa sarebbe successo, lo divorava dentro.
Smise di piovere del tutto, la stanza era meno cupa e qualche raggio di sole iniziava ad "uscire dal suo nascondiglio," si affacciò alla finestra, guardando all' orizzonte il sole che con i suoi docili raggi gli accarezzava il viso, finché, non sparì del tutto lasciando Erik nella completa oscurità con sempre più domande e dubbi e in attesa di scoprire cosa sarebbe successo.
"Erik scendi è ora di cena" disse sua madre.
"Arrivo, un attimo."
Erik non aveva per niente fame, però voleva pensare a qualcos'altro, quindi scese le scale che accompagnavano i suoi pensieri con il loro solito scricchiolio.
Rimase tutta la cena fissato sul piatto, senza neanche sfiorarlo, mentre sua madre faceva roteare del Cabernet nel suo calice di cristallo, che luccicava alla luce delle candele accese sul tavolo, mentre la cera cadeva lentamente goccia per goccia, come se anche loro aspettassero delle risposte.
La serata passò velocemente ed Erik andò a letto, continuando a macinare pensieri su cosa volesse dire M nella lettera.
Ma non ci sarebbe voluto molto prima di scoprirlo...

Erik e Leila : un mondo da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora