Il drone

13 1 0
                                    

Il solito buio accompagnava quel viaggio così estenuante e curioso verso l'ignoto con il gettone con su scritto "2118"

Tutti e tre i ragazzi erano scossi, stanchi e un po' pensierosi, per tutto quello che avevano vissuto e da quanto tutto questo viaggio fosse combinato nei minimi dettagli...dettagli abbastanza pericolosi a volte.

Poi tutto d'un tratto ecco il boato, erano arrivati, con la stessa veemenza ma con un po' più di incertezza delle altre volte Erik aprì la tenda che li divideva dall'ultimo pezzo.
Un brivido di insicurezza scuoteva i ragazzi di continuo, che trovata la forza nel loro cuore scesero da quel "marchingegno".

Questa volta non si ritrovarono in uno stanzino buio o in cima ad una graziosa collinetta, si ritrovarono dentro un vicolo.
"Erik, siamo a casa?"
"Non penso Leila, non ricordo vicoli così nel Gloucester..."
"Ma allora, dove siamo?"
"Venite, lo scopriremo subito."

Percorsero per una cinquantina di metri il vicolo che si affacciava su una strada, ma non si vedeva ne gente che camminava ne macchine...non si sentiva un minimo di rumore.
Valicati i due muri che gli ostruivano la visuale scorsero con la vista delle lunghe strade con qualche giornale che svolazzava qua e là, qualche cane e gatto randagio che percorrevano il suolo in cerca di cibo.

"Una città abbandonata?" Pensò Isabel.
"Non saprei Isabel..."
"Penso che non ci sia bisogno." Disse Leila con lo sguardo verso il cielo.
Erik e Isabel seguirono i suoi occhi per poi vedere quello che non avrebbero mai immaginato...
"Macchine volanti!!" Esclamò Erik.
"Macchine? Cosa sono le macchine?" Chiese Isabel.
"È una lunga storia Isa, ti spiegheremo più avanti."
Tutti e tre erano colpiti da vedere ciò, non si sapevano spiegare come fosse possibile ma lo era.

La città era piena di palazzi eretti fino alle nuvole e che scomparivano alla vista umana, centinaia e centinaia di macchine volavano nel cielo in mezzo a quelli che ogni tanto sembravano dei droni.
Piscine volanti erano innalzate nei cieli e la gente ci si tuffava dentro come niente fosse, agli occhi dei tre ragazzi tutto sembrava minuscolo o forse dipendeva anche dalla miopia di Erik.

Grossi panelli fotovoltaici erano attaccati sui palazzi...forse erano riusciti a combattere l'inquinamento pensava dentro di sé Erik.
Nel frattempo Isabel non capiva cosa aveva davanti agli occhi, dato che l'unica cosa che aveva visto muoversi fino allora erano dei carri trainati da nobili destrieri.

Poi nel bel mezzo dell' entusiasmo successe ancora l'impensabile...il tempo si fermò ancora.
"M" ancora lui ." Disse pieno di odio Erik.
"Dove sarà? Fatti vedere M, fatti vedere!"
"Calmati Leila." Disse Isabel.

Poi un rumore metallico "occupò" gli orecchi dei ragazzi che indirizzarono gli occhi verso il cielo da dove scendeva un punto nero che piano piano si avvicinò.
Non capirono cos'era...gli sembrò un drone o qualche altro dispositivo strano.
Erano tutti sull' attenti, non sapevano cosa potesse accadere, poi il drone atterrò per terra e si fermò li.

"Cosa significa questo?" Chiese Isabel.
Erik non sapendo cosa rispondere lo scrutò nei minimi dettagli, poi non vedendo risposte tirò un piccolo calcio a quel congegno strano che subito sobbalzò, facendo indietreggiare tutti.
Un piccolo coperchio si aprì su quella che doveva essere la testa o il meccanismo principale del drone e subito un ologramma apparve davanti a loro.
Il solito uomo incappucciato e sinistro apparve davanti a loro, era "M" in versione ridotta questa volta.

"Cosa vuoi ancora da noi?Abbiamo rischiato la vita ogni volta per te e continuiamo ogni volta che ti ascoltiamo."
"Leila, non ti può sentire è una registrazione, è un messaggio vecchio."
Poi M iniziò a riferire il suo messaggio:

"Salve Ragazzi, se siete arrivati fin qua vi voglio fare i miei complimenti perché sarà stato sicuramente difficile, devo ammetterlo, siete sempre arguti e audaci nel modo di agire.
Non se se il mondo sarà già finito o se ascolterete mai questo messaggio, in ogni caso vi dirò come trovare l'ultimo pezzo."
Nel frattempo che M parlava Erik stava guardando quelle strade che gli ricordavano qualcosa, ma cosa?
Ci penso su finché...ma certo quella strada, quei vicoli, quei grattacieli...era stato lì con suo padre.
Era stato l'ultimo viaggio che avevano fatto, si ricordava benissimo il viaggio per arrivare fin lì, la sua paura per l'aereo e suo padre che lo prendeva e se lo stringeva tra le braccia per farlo stare tranquillo.
Quando camminava con i suoi genitori per quelle strade così affollate...e quando pioveva si rifugiavano tutti e tre nel solito Bar...dove si sedevano sul solito tavolo e prendevano sempre la solita cioccolata calda dove galleggiavano come una zattera su un "oceano" quei piccoli ma deliziosi marshmallow.

"Ehi Erik, sveglia ci sta per dire come trovare il pezzo." Questa furono le parole dette da Isabel che lo riportarono alla luce.
"So che avete rischiato molto per colpa mia fin qua, vi chiedo di fidarvi un ultima volta, d'altra parte non avete altra scelta."

Alla fine l'ologramma si chiuse così.
I ragazzi si misero a discutere se conveniva o meno seguire le istruzioni di "M" passò un po' di tempo, poi tutto d'un tratto il drone si riaccese, e le eliche alle sue estremità cominciarono a volteggiare facendolo sollevare da terra.

"Ehi, che sta facendo?"
"Non lo so, si sta muovendo, seguiamolo magari ci porterà da qualche parte."
Il drone volò da destra a sinistra percorrendo cunicoli, vie strette e quelle strade un tempo percorse ora "prive di vita".
"Eccolo, è laggiù sbrighiamoci o lo perderemo di vista."
Inseguito dopo averlo inseguito i ragazzi si fermarono di colpo all'uscio di una lugubre galleria dove appunto si era introdotto il piccolo robot.
"Non mi promette molto bene come posto Erik!"
"Neanche a me a dirla tutta." Ribadì Isabel.
"Ragazze, sono arrivato fin qui io ho rischiato di essere ucciso varie volte e certamente non mi fermerò per una galleria buia." Detto questo sparì nel buio del buco.

Anche se a stento le ragazze lo seguirono e fianco a fianco percorrevano la strada piena di foglie rinsecchite che al loro frantumarsi causavano vari spaventi e qualche topo squittendo scorrazzava di qua e di la.
L'aria si faceva sempre più densa poi eccolo lì, il drone sospeso a volteggiare a mezz'aria.
Erik si avvicinò, l'aria prodotta dalle eliche gli scompigliava il suo ciuffo rosso e gli spazzava via dalla faccia qualche granello di polvere.
"Ehi ci sta indicando la fine della galleria, ci hai condotto qui, ma perché ? Sarà un altro tranello di M magari..."

"Preferisco uscire che rimanere qui, per piacere usciamo subito."
"Venite, seguitemi scopriremo cosa ci attende per finire questa maledetta missione."
Lentamente si avvicinarono all'uscita, con il cuore in gola che li accompagnava "per mano."
"Aspettate qui, vado prima io." Disse Erik ponendo la mano all'indietro per fermare le ragazze.
Superò il buio che sembrava impenetrabile della galleria e si affacciò con cautela per vedere cosa li avrebbe aspettati ancora per salvare il mondo.

Erik e Leila : un mondo da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora