L' indizio

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Era notte, Erik, Leila e Isabel erano ancora sdraiati sui loro letti a guardare il soffitto, capendo o almeno volendo capire cosa fare.
Fuori aveva iniziato a piovere e l'acqua sgocciolava lentamente sulla grondaia causando un rumore snervante.

"Ragazze ve l'ho già detto questa canzone è un indizio sappiamo anche che l'autore è la persona che ci interessa, ci condurrà al pezzo."
"Okay mettiamo caso che tu abbia ragione, sapresti dirmi dove ci vorrebbe portare?" Disse Isabel.
"Vedete, se ci riflettete un po' magari..leggete qua."

Isabel prese un foglio stropicciato dove Erik aveva copiato qualche verso della canzone.
"Devo andare dove la mia barca non può più venire, i remi sono divenuti pesi che il mio cuore regge da molti anni interi e mi aspettano in cima a questa collina dove i cipressi attendono."
"Scusa Erik ma non riesco a capire, arriva al punto."
Riprese il foglio e disse:
"Vedete qua c'è scritto dove la mia barca non può più andare, giusto?


Quindi dov' è che una barca non può più andare?"
"Sulla terra..." Rispose Leila.
"Giusto, quindi sappiamo che il pezzo che cerchiamo è sulla terra ferma; poi...se i remi son divenuti pesi da molti anni, cosa capiamo?"
"Beh, che sarà stato un pescatore per molti anni, quindi era anziano." Aggiunse Isabel.
"E guarda caso il capitano Nemo concluse la sua vita facendo il pescatore propio in questa città." Ribadii Erik.


Okay quindi sappiamo che il pezzo che cerchiamo non è in mare ma sulla terra ferma e che Nemo è morto in questa città, ma sono ancora troppi i posti dove potrebbe trovarsi."
"Ma non è finita ancora, la fine della strofa dice: mi aspettano in cima a questa collina dove i cipressi attendono.
Sapete dove stanno i cipressi o almeno dov' è il luogo dove ce ne sono di più?"


Le ragazze si guardarono negli occhi poi fecero cenno di no con la testa.
"Beh, stanno nei cimiteri...vedete tutto torna, sulla terra ferma, nella città in cui è nato Nemo, il cimitero che non dovrebbe essere molto lontano.
Isabel fu presa dalla gioia e si scaraventò addosso a Erik abbracciandolo.


Lui diventò subito paonazzo, mentre Leila guardava un po' impietosita la scena,ma era pur sempre felice.
Si schiarì la voce facendo capire a Isabel che doveva smettere, poi proseguì dicendo:
"Ormai è tardi e piove troppo forte, partiremo domani al sorgere dell' alba."
Erik proseguì:
"Bene, riposiamoci ora."
"Voi andate io rimango ancora qui per un po'."


Si mise vicina alla finestra, ammirando la scroscio infinto della pioggia, ma aveva un aria molto triste in viso.
Erik non l'aveva mai vista così ma dopo che aveva ceduto il suo ciondolo era diventata strana, giustamente era uno dei pochi ricordi che le erano rimasti di sua nonna.
"Okay notte Leila, a domani."
"Notte Erik."

Isabel si avvicinò alla candela che illuminava la stanza e ci soffiò facendo così inghiottire la stanza dall' oscurità.
L'oscurità... Erik pensava che fosse una cosa fantastica ma allo stesso tempo molto pericolosa.
L'oscurità alla fine cos' è se non un pensiero, poi siamo noi che lo rendiamo buono o perverso a seconda delle nostre emozioni.
Con il buio e l'oscurità la maggior parte delle volte arrivano i nostri segreti più profondi, segreti che delle volte non sapevamo nemmeno di avere.
Poi noi facciamo i conti con essi, fino a logorarci l'animo pensandoci e ripensandoci migliaia di volte.
Però alla fine se guardi nel buio o nell'oscurità a lungo, c'è sempre una risposta.
Una riposta sì...quella che cercava Erik, quella che cercava Isabel, quella che in quel dannato momento cercavano tutti.


La mattina arrivò presto, Isabel fu la prima a svegliarsi, Erik dormiva ancora profondamente e Leila si era addormentata sulla sedia con la faccia appoggiata sul tavolino.
"Ragazzi, forza svegli il sole è sorto."
Fecero fatica a mettersi in piedi, non avevano dormito molto.
"Forza scendiamo!" Esclamò Erik.
Presero le loro giacche, dato che fuori faceva freddo e la strade erano anche un po' allagate dopo le continue piogge.



Si diressero dal signore che stava preparando la colazione.
"Salve Ragazzi, come state, avete passato una buona nottata?"
"Sì, grazie, siamo stati bene...noi ora pensavamo di uscire."
"Certo, però non volete fare colazione?"
"No grazie, non abbiamo molta fame, ci vediamo dopo allora."
"Sì state attenti però, le strade sono allagate, quel temporale ha causato molti danni."
"Non si preoccupi...scusi prima che andiamo un ultima cosa." Disse Erik.
"Sì, certo ditemi!"
"Ci potrebbe indicare dove sta il cimitero della città?"
"Ovviamente!Non sarà difficile trovarlo è propio sulla collina qui vicino, arriverete presto, ma scusate che dovete fare lì?"


Erik e gli altri non volevano attirare l'attenzione di nessuno così Isabel disse:
"Sa, noi siamo tre fratelli, e qui è vissuta una nostra vecchia prozia, volevamo vedere la sua tomba e magari lasciarle un fiore."
"Ah, capisco, non mi avevate detto niente sul fatto che siete fratelli...comunque, beh allora buona fortuna, ci vediamo più tardi."
"Certo, a più tardi."



Se ne andarono e quando uscirono l'acqua era ovunque, pezzi di tronchi e rami erano accasciati al suolo e le persone cercavano di rimettere tutto in sesto.
Leila richiamò l'attenzione dei suoi amici, che si girarono seguendo il suo dito che indicava propio la collina lì sopra.
Erik allora disse:
"Bene, andiamo, è il momento di scoprire la verità sul capitano."

Erik e Leila : un mondo da salvareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora