In macchina non faccio altro che pensare a quegli occhi meravigliosamente luccicanti. Sono seduta davanti, al posto del passeggero e ho la testa appoggiata al finestrino. Non me ne sono neanche accorta. Mi sono soffermata su un punto fisso.
"...quindi Emma hai capito?" Mi domanda mia madre. Continuo a non rispondere.
Inizia a scuotermi una mano davanti agli occhi cercando di farmi tornare sulla Terra.
"Eh? Cosa hai detto? Scusa ero distratta" provo a giustificarmi e mi concentro su quel che ha da dirmi.
In men che non si dica siamo di nuovo a casa. Sono le 12:45 ed è quasi ora di pranzo. A casa è tornata anche Jenny la quale ci sta aspettando in sala mentre riguarda il filmino delle sue coreografie passate. Mia sorella è fissata con il suo sport e ha costretto papà a filmare ogni sua esibizione per vedere passo dopo passo i miglioramenti che fa.
La saluto e lei fa lo stesso poi accompagno mamma in cucina per mettere in ordine nel ripostiglio tutte le cose che abbiamo comprato in tutta la mattinata.
"Mamma dovremmo dare una pulita, qui dentro c'è odore di polvere". Mia madre troppo, presa dal suo programma di cucina preferito in televisione , ignora completamente le mie parole.
Mi conviene andare in camera e iniziare a studiare. Domani avrò il compito di Francese, e non posso di certo andare male. Salgo le scale e arrivo in camera. Oh mio Dio, sembra sia scoppiata una bomba al suo interno. Questa mattina non me ne sono proprio resa conto, ma nel decidere che cosa indossare ho messo sottosopra la mia stanza.
Apro il diario 'Allora, per domani... Francese:ripassare
Matematica: es. a pag 123 n. 87/88/89'.
Non finirò mai. Ne sono certa.
Ma che dico? Devo mettermi sotto con lo studio, siamo già alla seconda parte dell'anno, quella decisiva, devo spingere ancora un'altro po' per arrivare all'estate senza essere rimandata a nessun corso.
Quest'anno, dopo il primo quadrimestre, quell'antipatica di prof di matematica mi ha rimandata! Sono stata costretta a venire a scuola il pomeriggio a fare dei corsi per cercare di recuperare, fortunatamente sono arrivata al sei.
Decido di concentrarmi sui libri. Proprio nel momento in cui sto per iniziare, sento il mio computer che mi annuncia che sono arrivate delle notifiche. Oh andiamo!! È irresistibile quel suono. Sono troppo tentata ad andare a vedere, ma non posso. Decido di non curarmene e continuare a fare quel che stavo facendo.
Il computer suona nuovamente.
Dai, solo due minuti, giusto per vedere chi è.
Alzo lo schermo del computer. Ci sono tre notifiche di Facebook. Una richiesta di amicizia e due messaggi su Messanger.
Ma chi sarà?
'J-Connor ti ha inviato una richiesta di amicizia'.
J-Connor? E chi sarebbe? Non conosco nessuno che si chiami così. Clicco sulla sua foto di profilo ma l'unica cosa che si riesce a vedere è un ragazzo con il casco seduto su una moto.
Provo a sbirciare nel suo profilo, magari riesco a trovare altre foto che mi aiutino a capire di chi si tratti. Niente. Uno sforzo inutile.
'Accetta-Elimina'. Non mi fido a dare l'amicizia a chi non conosco. 'Elimina' clicco.
Decido comunque di andare a vedere i messaggi che mi ha inviato. Apro la sezione 'chat' ma i messaggi sono spariti. Che li abbia cancellati? Ah! Di certo non lo scopriremo mai.
Scendo al piano di sotto per aiutare mamma ad apparecchiare la tavola. Proprio nel momento in cui sto scendendo le scale, il telefono di lei squilla. Sicuramente è papà.
"Rick?" Risponde mia mamma "come stai tutto bene?... Si si le ragazze se la cavano benissimo". Non vedo papà da circa due mesi, è partito per una nuova offerta di lavoro e non si sa quando riuscirà a tornare, non ha mai un attimo di tempo libero. Alle volte mi manda un messaggio, altre mi chiama. Mi manca fare una chiacchierata con lui, e mi manca anche il fatto di non poterlo abbracciare e baciare.
Non appena tornerà, non gli lascerò nemmeno il tempo per respirare, credo.
"Mamma mi lasci parlare con papà?" Grida Jenny. Anche lei sta soffrendo molto per la lontananza di papà, forse è quella che sta soffrendo di più. Lei e papà hanno un legame speciale. Si capiscono e riescono a comunicare solamente guardandosi negli occhi. Un po' come me e mamma.
"No tesoro, papà ha attaccato, aveva una commissione molto importante".
Mia sorella, dopo aver messo il broncio, torna a sedersi sul divano.
"È pronto ragazze". Ci sediamo a tavola. L'aria è un po' tesa. Per sdrammatizzare dico "Jenny, quanto manca al tuo compleanno?". Apprezza il mio tentativo di tirarle su il morale, ma non funziona. Continua a giocare con la forchetta intinta nel sugo della pasta, con la testa bassa e gli occhi spenti.
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You're my perfect melody
RomanceLa vita di Emma sta per essere completamente stravolta. Eppure, pensate, tutto è iniziato solamente in una semplicissima domenica al centro commerciale. Una domenica che porterà alla nascita di un qualcosa di così speciale che vi scalderà il cuore...