Credo che non posti da tanto tempo. Le sue ultime foto risalgono a circa due o tre anni fa. Era ancora piccolino. Ma... ma quanti anni ha?
Vado sulla voce 'informazioni'. Ha 21 anni. Compiuti a febbraio. Mio Dio. È più grande di me di cinque anni.
Certo però era bello anche da bimbo eh!
Non riesco proprio a smettere di guardare queste sue foto. Lui da piccolino... lui con la madre, o almeno leggendo la didascalia è quello che sembra. Continuo sfogliando.
E questa adesso chi è?
La foto di lui mentre si bacia con una ragazza. Sembrano felici. Lei sta cercando di baciarlo mentre lui le sorride. È veramente una foto romantica.
Risale a non molti mesi fa.
Mi sta salendo una gelosia incredibile. Mi da veramente fastidio vedere che si bacia con un'altra. Anche se in realtà non so nemmeno perché mi sto infastidendo così tanto. A me non dovrebbe minimamente interessare di questo ragazzo.
C'è però, una parte di me che è incuriosita dal suo animo un po' sarcastico e dal suo tono di superiorità... per non parlare di quegli occhi. Quei dannatissimi occhi... Vorrei davvero sapere chi è veramente; e vorrei capire perché riesce a farmi tutto questo effetto. Non mi era mai successo. Sono sempre stata una persona abbastanza razionale, tranquilla. Prima che qualcuno lo pensi. No. Non ero apatica. Solo, non ho mai amato troppo i sentimenti e le emozioni. Alle volte mi dava anche fastidio sapere di possederli. Sul serio. In alcuni casi preferirei non sentire nulla. Almeno potrei evitarmi sentimenti scomodi che potrebbero ostacolarmi.
Mentre sono assorta nel vedere pezzi di storia della sua vita, la chat di Facebook si riapre nuovamente. È lui. Speravo accadesse.
J: "Non ti sto proprio simpatico eh"
Non so cosa rispondere. Vorrei dirgli che non è così, e anche se mi ha fatto delle strane impressioni comunque non mi dispiace come persona, ma non posso. Sembrerei stupida.
J: "So che può sembrare ma, la mia intenzione non è quella di darti fastidio"
Ma quale fastidio?
E: "Non ti conosco, non posso giudicarti"
Cerco di dare la risposta più sensata e indifferente possibile.
J: "Sai che se due persone si incontrano, chiacchierano e scoprono cose l'uno dell'altro..."
Smette di scrivere.
J: "...poi non sono più sconosciuti?"
Continua.
Devo ancora capire se questo atteggiamento che ha mi piace o mi fa venire i nervi.
Ammetto che forse... sto correndo un po' troppo. Forse mi sto creando troppo film mentali. Forse dovrei tornare un po' con i piedi per terra.
E: "Lo so bene. Ma al momento le uniche volte in cui ci siamo parlati è stato per caso. Non credo di essere in grado di dare un mio parere"
Oppure... se vogliamo dirlo in altro modo...è meglio che non ti dia il mio parere.
J: "Veramente le uniche volte in cui ci siamo parlati mi hai attaccato e minacciato... quello spaventato dovrei essere io, non credi?"
Non posso fare a meno di ridere e di arrossire per quello che ha appena detto. Non devo aver fatto una bella impressione , credo.
A mia discolpa, non conoscendolo, è ovvio che mi sia fatta venire i dubbi no?
Penso sia più che umano.
Sinceramente non mi aspettavo di reagire in quella maniera la volta scorsa quando lo vidi. L'ho detto. Non è nel mio stile. Io sono molto più tranquilla e razionale. Non sono un tipo da scenate da film e spettacolini di fronte a tutti.
Solitamente cerco di mantenere il profilo più basso possibile.
E: "Ok ammetto che forse, sono stata un po' troppo precipitosa"
J: "O vanitosa... tu che dici?"
Io vanitosa? Ha veramente capito male.
Non ho neanche più voglia di rispondere.
Poco dopo mia madre mi chiama al piano di sotto. Scendo frettolosamente. Dal tono di voce sembra preoccupata per qualcosa.
"Emma, mancano le tende". Cosa? È matta? "Mamma le tende stanno sempre allo stesso posto, attaccate ala finestra". Le rispondo perplessa. Mi guarda come se avessi detto la stupidaggine dell'anno "Ma sei scema? Intendo quelle per la festa di tua sorella! Ma ci fai o ci sei?" Credo di essere ancora scossa per la chat di prima. "Ok e quindi cosa dovrei fare?" Le domando ancora infastidita per il modo in cui mi ha risposto.
"Domani, non appena esci da scuola, prendi l'autobus e vai al centro commerciale, entra nel negozio, hai presente quello dove abbiamo comprato il resto delle decorazioni... dove hai praticamente smontato mezzo scaffale? Ecco. Proprio in quello." Io nel frattempo, cercando di essere il più naturale possibile, annuisco ascoltando le indicazioni di mia madre. In realtà dentro volevo scoppiare. Devo veramente tornare in quel negozio?
"Devono essere nere con i brillantini, ok?" Per ultimo mi dice.
"Va bene mamma" rispondo.La mattina seguente mi sveglio un'ora prima della sveglia. Non succede mai questa cosa!
Io, che per alzarmi ci vogliono due squadre di lottatori di sumo, venti allenatori di Crossfit e diciassette incoraggiatori che mi spingano a trovare la forza di staccare il mio corpo dal letto... mi sono svegliata un'ora prima.
Avrei voluto continuare a dormire ma, avevo terminato il sonno.
A quel punto non mi resta che uscire dalle coperte e andare in bagno. Da qui parte la mia giornata.
Mentre mi faccio la doccia, penso alle materie che oggi dovrò affrontare a scuola. Allora: matematica... inglese... economia... filosofia...
Credo mi aspetti una giornata molto impegnativa.
Esco dal bagno con l'asciugamano avvolto attorno al corpo e mi dirigo in camera.
Fortunatamente, sto prendendo l'abitudine di prepararmi i vestiti e lo zaino la sera prima, così che almeno sto tranquilla la mattina stessa. Oggi indosserò una gonna a vita alta con la stampa a fiori e una blusa beige. Un po' romantica. Non so perché ma mi ci sento spesso in questi giorni.
Esco di casa con dieci minuti di anticipo, prendo l'autobus e arrivo a scuola in perfetto orario.
Questa mattina sembra tutto stranamente tranquillo, e calmo.
Entro dentro e vado verso il mio armadietto. Affianco al mio vedo un ragazzo che sta cercando di mettere la combinazione ma non ci riesce. Mi avvicino.
"Ti serve una mano?".
"Si grazie, sono nuovo e non sono di qui, non so proprio come funzionino questi aggeggi"
Mi dice impacciato.
"Guarda, il segreto è: non si apre? Un cazzotto e passa la paura!" Colpisco una volta l'anta dell'armadietto che si apre tranquillamente.
Lui, ride divertito. Mi tende la mano. "Piacere, Christian, grazie mille per l'aiuto... ehm..."
"Emma, ma tutti mi chiamano Em" gli porgo la mano e lui la stringe.
"Allora che corso fai?" Domando per cercare di rompere il ghiaccio mentre svuoto lo zaino.
"Linguistico, sono al terzo anno"
"Che coincidenza! Anch'io! Magari stiamo anche in classe insieme!"
Non l'avessi mai detto. Proprio al suono della campanella, vedo lui che tiene in mano una cartina con tutte le classi che dovrà frequentare evidenziate. Combaciano tutte perfettamente alle mie.
"Credo che passeremo molto tempo insieme" mi dice. "Beh la cosa mi consola, almeno posso dire di conoscere qualcuno". Gli sorrido. Successivamente entriamo in classe dove c'è già il professore davanti la cattedra pronto a presentare a tutti gli altri il nuovo arrivato.
"Ragazzi, vi prego di non farvi riconoscere subito" dice spazientito "date il benvenuto a Christian Sullivan. Sarà il vostro nuovo compagno di avventura, se così vogliamo chiamarla. Vi prego di essere gentili ed educati. Se la cosa vi torna difficile, cercate almeno di essere umani. Grazie"
Tutti ridono non appena sentono la battuta del professore. Ammetto che non ha propriamente torto. La mia classe più che da persone sembra costituita da cuccioli di bufali. Sono tutti molto indisciplinati e anche un po' infantili.La giornata corre in fretta nonostante la pesantezza delle varie materie. Non appena arriva l'ora di uscita mi fiondo fuori per andare alla fermata dell'autobus. Ed è proprio li che rincontro Christian. "Ehi Em, che ci fai qui?"
"Devo prendere l'autobus per andare al centro, devo fare delle compere"
Mi guarda e annuisce poi successivamente mi chiede. "Senti, non so se ti sembro inappropriato ma sei l'unica a cui posso chiedere" si ferma. Si sente un po' a disagio, è evidente. "Ti andrebbe di darmi una mano con lo studio, mi trovo molto indietro considerando il fatto che sono appena arrivato ed il secondo quadrimestre è iniziato già da una settimana".
Avevo paura che mi chiedesse chissà che cosa, dal modo in cui aveva iniziato, sembrava non promettesse nulla di buono. Invece...
"Ma certo! Mi farebbe tanto piacere!"
"Ok... ehm... allora, facciamo venerdì a casa mia?" Mi propone
"Venerdì non posso, devo occuparmi della festa di compleanno di mia sorella" gli spiego.
"Va benissimo allora facciamo direttamente settimana prossima, che so, Martedì? Andrebbe bene per te?"
"Martedì è perfetto" rispondo.
Finalmente arriva il mio autobus.
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You're my perfect melody
RomanceLa vita di Emma sta per essere completamente stravolta. Eppure, pensate, tutto è iniziato solamente in una semplicissima domenica al centro commerciale. Una domenica che porterà alla nascita di un qualcosa di così speciale che vi scalderà il cuore...