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"Stai tranquilla, non ho intenzione di rapirti. O almeno non per sempre!" mi dice sorridendomi e facendomi l'occhiolino.
"Dovrei almeno avvertire le mie amiche che non starò con loro, tu che dici?" rispondo infastidita. A quel punto abbassa il finestrino per permettermi di parlare con le ragazze.
"Cass, Sky, non credo che riusciremo a stare insieme oggi per..." non faccio in tempo a finire la frase che mi salutano con la mano e si girano scappando velocemente mentre continuano a ridacchiare fra di loro. Sono davvero infantili alle volte. Non dovrebbero lasciarmi qui da sola con questo ragazzo. Insomma, ma si può sapere che cosa vuole?
James rimette in moto la macchina e riaccende la musica che aveva spento poco prima che parlassi con le mie amiche.
"Non sorridi mai tu... sembri sempre arrabbiata" Devo avere proprio un'espressione infuriata. "Solitamente no, ma sai quando mandano in fumo tutti i tuoi piani della giornata perché un ragazzo di 21 anni non sa comprendere che alle volte certe cose vengono prima di altre..."
Vedo lui che mi sorride come se fosse divertito da quello che ho appena detto "Si può sapere che cosa ridi?" domando inalberata.
Vedo lui che si morde un labbro mentre sorride, alza un sopracciglio e successivamente mi dice "Principessa, mi fa piacere che tua sia andata a controllare la mia età, ma tranquilla bastava chiedere!" si mette a ridere. Anche io non riesco a fare altro che essere divertita dalla situazione. Gli do un cazzotto sulla spalla e insieme ridiamo. L'aria finalmente si è calmata. Sono sempre tanto nervosa quando sono con lui, mi arrabbio anche per la più piccola delle cose, e la maggior parte delle volte sono stupidaggini.
Finalmente l'auto si ferma. Lui mi guarda, scende dalla macchina e viene ad aprirmi la portiera. "Prego principessa". Mi tende la mano per uscire. Ancora non riesco a capire dove mi trovo. Dal sedile non si riesce a vedere nulla, è troppo basso. Non appena mi ritrovo fuori dall'auto sento un odore inconfondibile. E' quello del mare. Ma che cosa ci facciamo qui? Proprio nel momento in cui sto per aprire bocca scuote la testa per farmi capire che non avrei dovuto fargli domande. E coì decido di fare.
Mi prende la mano, scendiamo delle scalette e tutto a un tratto mi ritrovo con i piedi affondati nella sabbia.
Mi tolgo le scarpe e lascio che la mia pelle senta quella splendida sensazione della sabbia infilarsi delicatamente tra le dita dei piedi e appoggiarsi poi dolcemente sulla pianta.
Arriviamo poco davanti al bagno asciuga e insieme ci sediamo. Guardiamo per un po' quello che è il panorama e ascoltiamo il suono di ogni singola onda. Poi questa melodia viene interrotta dal suono della sua voce. "Sai, non mi capita molto spesso di venire qui in compagnia" dice giocando con le dita in mezzo alla sabbia "Credo tu sia la prima che io porti qui" continua.
"La prima ragazza?" domando. "La prima persona". Si ammutolisce. Alza il viso per continuare a guardare il mare.
"Perché mi ci hai portata?".
Lui mi guarda e mi risponde "Non dovresti chiederti perché io ti abbia portato qui, ma perché io abbia scelto di portare te..." torna a giocare la sabbia. "Non ho mai avuto intenzione di infastidirti sai? So che può sembrare così ma ti assicuro di no. Lo stare fuori scuola tua, l'aspettare il suono della campanella..."
"Ma non stavi lì per fare delle consegne?". Abbassa lo sguardo e sorride. Mi sono appena resa conto della scemenza che ho detto.
"Io non so nulla di te" mi dice. "Davvero! Io non ho la minima idea di chi tu sia. Eppure da quando ti ho vista uscire dal negozio non ho più avuto il coraggio di lasciarti andare come se niente fosse. Come se non ti avessi mai vista. E sai qual è la parte peggiore?" mi guarda. Scuoto la testa per rispondergli. "La parte peggiore è che neanche io so il motivo per il quale non riesco a starti lontano".
Non appena sento queste parole sento come se il cuore mi si stesse fermando. Mi manca il respiro. Non mi sarei mai aspettata che qualcuno mi potesse mai dire una cosa del genere. E tanto meno da un ragazzo che conosco a malapena.
"Un'altra cosa che non so?" continua "Il motivo per il quale io ti stia dicendo queste cose". Si alza in piedi. Mi tende le mani per aiutarmi.
"Ti va se ci facciamo una passeggiata?" mi propone.
Annuisco e iniziamo ad incamminarci. Non riesco a dire una parola. Sento che man mano il cuore mi inizia a salire in gola per quanto possa battere forte. Sono quasi certa che anche lui riesca a sentirne il battito frenetico.
Lo guardo come se quello che stessi vivendo sia un sogno. Lui non si è mai girato da quando abbiamo iniziato a camminare.
sento il rumore dei suoi sospiri confondersi al rumore delle onde.
Dopo aver percorso quasi tre stabilimenti, decidiamo di tornare indietro.
Ad un certo punto un qualcosa mi ostacola il passaggio. Un ciocco di legno mi stava sbarrando il cammino, difatti con tutta la mia grazia, inciampo.
Non so proprio come ci sia riuscito. Nell'esatto attimo in cui il mio corpo stava per toccare il suolo, lui mi si sdraia sotto per afferrarmi. Nel giro di pochissimi istanti mi ritrovo tra le sue calde braccia.
Adesso sembra proprio la scena di un film. Io accasciata su di lui con i visi vicinissimi e lui che mi tiene stretta ancora impaurito dal fatto che potessi farmi male.
Mi guarda. Mi sorride. Sento la sua mano percorrermi il corpo. Dal fianco, dove vi era appoggiata inizialmente, sale. Arriva alla mano, la sfiora. Il braccio. La spalla. Fino ad arrivare al viso.
Mi prende il mento per permette ai miei occhi di incontrarsi con i suoi.
Ha delle mani morbidissime e delicate. Sento che pian piano mi tira a sé. Sempre più vicino. Le punte dei nostri dei nostri nasi si toccano. Le nostre labbra sono vicinissime e sia io che lui vogliamo che si avvicinino ancora di più.
I nostri corpi stanno per fondersi in un bacio meraviglioso quando...

You're my perfect melodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora