1. Prefazione

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Roma, 1848.

Il 1848 è una data particolare per l'Italia. Nella prospettiva europea siamo in pieno romanticismo, questi sono gli anni di Baudelaire, di Byron e di Goethe, in cui gli uomini si nutrono di poesia e di passione, abbandonando ogni sorta logica illuminista e vivendo solo di irrazionalità e sentimenti. In Italia la situazione è differente. Qui lo spirito romantico è tutto direzionato verso l'amore per la patria, verso la volontà di avere una nazione unita e di sentirsi parte di qualcosa di più grande, per cui vale la pena rischiare la propria vita. Patrioti li chiamavano, o rivoluzionari. Erano coloro che si vedevano di nascosto, di notte, per parlare di politica, di strategia, di lotta. Erano coloro che si immergevano nella lettura di Mazzini, di d'Azzeglio e di Berchet e si lasciavano trasportare da quei versi che profumavano di amore, di lotta, di partecipazione, di voglia di riscatto e di libertà.

Fino a questo momento l'Italia era divisa. Non solo a livello territoriale, tra Austriaci e Borboni, ma anche a livello sociale. Da una parte, infatti, l'aristocrazia continuava ad avere la sua importanza e i suoi privilegi, dall'altra, però, la classe contadina cominciava a svegliarsi da quel sonno che da troppo tempo l'aveva resa docile e sottomessa. Il miracolo di questi anni non consiste solo nella presa di coscienza degli Italiani di volere l'Italia ma soprattutto nella collaborazione tra i vari ceti sociali. I vecchi aristocratici certo non avevano cambiato le loro abitudini, restavano chiusi nei loro palazzi, dentro gli uffici di legno massiccio incorniciati di libri che profumavano di tabacco e whisky. I giovani però, grazie anche alla nuova aria che si respirava in Europa, erano animati da un nuovo ardore. Le feste, i giochi, i bordelli vennero presto sostituiti da circoli culturali in cui tutto girava intorno ad una sola donna: l'Italia.

È proprio in queste circostanze che due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita più che di vendetta che Claudio e Mario si incontrano, si scontrano e si amano.


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