Ciao donzelle,
chiedo scusa per il ritardo ma sono appena rientrata dalle vacanze!
Vi auguro buona lettura... fatemi sapere cosa ne pensate!
un bacio a tutt*,
Remedios
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<<Tu stai scherzando, voglio sperare... non è proprio il caso, Cla!>>
<<Ma perché no? ho già detto che avrei portato un amico e poi lo sanno tutti che siamo amici, dai Mario! con la scusa dei cavalli passiamo quasi tutti i pomeriggi insieme... nessuno avrà nulla da dire!>>
<<Eh certo, perché tu non li conosci! e poi che dirà mio fratello? già sospetta qualcosa, Concetta me l'ha fatto capire l'altro giorno! davvero non voglio casini Cla...>>
<<Fa un po' come ti pare... io volevo solo proporre a mio padre l'idea della scuola, davanti al suo amico non può di certo dirmi di no a priori! Volevo che ti conoscesse come maestro e non solo come lo stalliere. Ma se per ogni proposta hai un problema non se ne farà niente...mai.>>
Claudio si girò di spalle, coprendosi fino al collo e affondando la testa in uno di quei cuscini consumati che aveva portato per far sembrare quel vecchio pagliaio un posto migliore. S i era indubbiamente offeso. Teneva al fatto che Mario andasse alla serata organizzata dal padre, voleva proporre davvero l'idea della scuola, era l'occasione adatta data la presenza di un ospite a cui non avrebbe mai potuto dare l'impressione di essere un vecchio menefreghista.
Mario gli si avvicinò accarezzandogli l'orecchio con l'indice. <<Ehi... te la sei presa sul serio?>> Nessuna risposta. <<Cla, dai... lo sai che mi sentirei in imbarazzo... non possiamo fare qualcosa di meno impegnativo? tipo li inviti a fare una cavalcata e glielo proponi!>>. Claudio non preferiva parola, Mario iniziò a baciargli il collo e ad accarezzargli i capelli; spostò il lenzuolo che gli copriva il corpo e prese a baciargli la spalla e a palpargli il torace, facendosi sempre più vicino e strusciandosi sul suo culo. Claudio fremeva sotto quei baci e quelle carezze ma, testardo com'era, non voleva dargliela vinta.
<<Che palo, Cla! e va bene... vengo a questa dannata festa! ma tanto lo so che appena mi vede tuo padre mi cacc...>> e Mario non riuscì a terminare la frase perché Claudio si girà di colpo verso di lui e gli saltò addosso. Finirono a fare l'amore e a rotolarsi tra la polvere e il fieno.
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<<Sto cazzo de coso...>> imprecava Mario tra sé e sé mentre cercava di allacciarsi il papillon che Claudio gli aveva regalato con il vestito.
<<Zio sei bellissimissimo. Quando ci sposiamo io e te lo metti di nuovo questo vestito?>>
<<Amore, me lo metto per la tua festa, sicuramente tuo marito sarà molto più bello di me!>>
<<E più giovane, spero!>> rispose Concetta dalla cucina, intenta a preparare una zuppa di cipolle>>
In quel momento sentirono la porta aprirsi e Luigi e suo padre entrarono nella piccola casa. Mario guardò suo fratello negli occhi e vi lesse la sua disapprovazione.
<<Mariu', e ndo te ne vai vestito così? dove l'hai presi sti vestiti da nababbo?>> la voce di suo padre cambiò la direzione del suo sguardo.
<<Ad una festa, dal marchese>>
<<Dar marchese? e che ce vai a fa?>>
<<Eh che ce vado a fa pa'... m'ha invitato Claudio, c'avemo un progetto e ne vorremmo parla col marchese>>
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Papaveri Rossi
FanfictionRoma 1848. Due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita, di lotte e di rinascita, che C...