<<Buongiorno Concè!>> Mario si era svegliato all'alba, doveva ferrare tutti i cavalli, spazzolarli e preparare le carrozze, a quanto pare il marchese aspettava visite importanti e a lui toccava sgobbare. La cosa, però, non gli pesava. Da quando dava lezioni a Claudio passavano quasi tutta la giornata insieme e la sera... la sera restavano ad amarsi nella loro piccola capanna. In particolare non riusciva a non pensare, sorridendo come uno scemo, alla mattinata trascorsa con Claudio e la sua nipotina a cavallo e la colazione portata da lui, tre pezzi di torta rubati a Concetta e una bottiglia di latte, rubato alla mucca del vicino. Concetta era già sveglia e il profumo dell'orzo riempiva quella piccola casetta.
<<Buongiorno a te Mariu'>> rispose Concetta, con il suo abituale sorriso <<siamo i primi stamattina!>>
<<Maledette visite... poi te, con sto pancione! nu je fai pena? te fa sgobbà come un asino quell'arrogante!>>
<<Io sto bene! so incinta mica malata.. e comunque a palazzo so tutti esaltati, è da due giorni che puliamo camere e laviamo panni, er marchesino nun t'ha detto niente? forse per questo vuole imparà a cavalcare, mica può fa ste figure da baccalà con la fidanzata...>>
A Mario cade la brocca di terracotta dalle mani. I cocci si spargono per la cucina e l'acqua gli bagna i piedi, nudi. <<La fidanzata?>> sono le uniche parole che riesce a dire a sua cognata che lo guarda confusa e sorpresa per la sua reazione.
<<Sì, il maggiordomo, Saverio, ce l'ha detto di preparare tutto per bene perché stava pe venì la futura fidanzata del marchesino.. Mario, che c'è?>>
E che c'è? C'è che Mario che sentiva crollare la terra sotto i piedi, sentiva i calci dei cavalli che tanto amava sul petto, si sentiva soffocare e ribollire dalla rabbia. Si china a raccogliere i pezzi della brocca, si taglia un dito e i suoi occhi iniziano ad inumidirsi.
Concetta gli sei avvicina e lo guarda preoccupata.
<<Mario, o mio Dio Mario... tuo fratello aveva ragione? Mario tesoro che sta succedendo?>>
Cerca di abbracciarlo ma lui si scansa.
<<Sh sh sh, stai zitta. Sta zitta Concè per favore. Zitta>> le parole gli muoiono in gola. Prende gli ultimi cocci e li butta in un secchio. Si infila un paio di pantaloni, mette le scarpe ed esce di casa.
<<Mario, dove vai?>>
<<Non lo so... >>
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Claudio stava facendo colazione. Per cena era previsto l'arrivo del duca e della duchessina e ancora non aveva trovato il coraggio di dirlo a Mario. Non aveva nessuna intenzione di sposarsi, certo, e non avrebbe mai permesso al padre di far sposare Agnese ad un vecchio. Doveva trovare un modo per rovinare i suoi piani, forse aveva bisogno di dirlo a Mario, avrebbero trovato una soluzione insieme. Stavano passando dei giorni bellissimi insieme, le cavalcate, i picnic, la mattinata con la dolce nipotina che sentiva un po' sua e l'amore ogni sera. Vivevano in case separate, non potevano trascorrere la notte insieme ma lui sentiva che erano una coppia. Forse dovevano andare via da lì, magari a Milano...a Mario Milano piaceva. Lì non li conosceva nessuno e avrebbero potuto prendere un appartamento in affitto, fingersi amici e vivere insieme. Troppi progetti, troppi sogni, troppo amore.
Intanto Concetta era arrivata a palazzo. Solitamente preferiva restare nelle stanze, cambiare le lenzuola, spolverare sui mobili. Ogni tanto, apriva l'armadio di Agnese o della marchesa. Guardava i vestiti bellissimi che erano appesi e immaginava di poterli indossare, di andare alle feste e ballare con i signori. Concetta amava la sua vita, aveva un marito un po' rude e a tratti impulsivo ma che non avrebbe mai fatto male ad una mosca e amava immensamente la sua bambina. Una piccola peste che portava il buonumore in quella casa. Quando aveva scoperto di aspettare un altro figlio era felicissima. Si era sentita male a lavoro e l'avevano portata dal medico; non appena il dottor Bartolo le diede la notizia corse più forte che poté da Luigi per dirglielo. Era contenta della sua vita ma sognare non ha mai fatto male a nessuno. <<Saverio, buongiorno>>
<<Buongiorno Concetta! come stai? questa pancina cresce ogni giorno di più!>>
<<Sì, bene dai... tra un po' ci siamo. Senti, a questo proposito, ti posso chiedere di lavorare in cucina oggi? magari sistemo la tavola per il pranzo e servo la colazione ai signori. Sai con questo pancione non riesco più a piegarmi bene per fare i letti!>>
<<Certo, nessun problema. Chiedo ad Olivia di sostituirti, non devi stancarti troppo nelle tue condizioni!>>
<<Grazie mille, allora salgo su>>
Concetta non sapeva bene cosa stava facendo. Era preoccupata per Mario e voleva vedere Claudio. Non sapeva ancora se gli avrebbe detto qualcosa o se invece avrebbe fatto finta di niente. Luigi qualche sera prima gli aveva esposto i suoi dubbi, aveva visto i due ragazzi troopo vicini e si era preoccupato. Claudio non era ben visto tra i contadini. Certo un ragazzo dolce, molto più cordiale e umano del padre ma la sua vita eccentrica, il suo modo di vestire, le sue amicizie... beh avevano fatto discutere molto sulla sua virilità. A lei non importava, Claudio gli era sempre piaciuto, fin da bambino. Era qualche anno più grande di lui e lo ricordava sempre pronto a giocare con tutti, a sporcarsi di fango. Poi il collegio. E da lì aveva perso le sue tracce.
<<Buongiorno signorino, ha finito la sua colazione? posso sparecchiare?>> Concetta era arrivata in sala da pranzo e aveva trovato Claudio sulla poltrona intento a leggere il giornale.
<<Buongiorno Concetta. Si grazie! e anzi fai i complimenti alla cuoca, la crostata era buonissima! anzi, se ne è avanzato un pezzo portala alla tua bambina, l'ho conosciuta l'altro giorno mentre tuo cognato mi insegnava ad andare a cavallo, è dolcissima.>>
<<Grazie, Mario non mi aveva detto niente. Se avanza un pezzettino glielo porto allora, sarà contenta!>>
<<Dille che è da parte mia! A proposito, mi vesto e raggiungo Mario, non vorrei farlo arrabbiare... oggi da quello che ho capito avrà la giornata piena! gli amici di mio padre devono essere un grande impiccio per voi!>>
<<Siamo qui a posta signore! con permesso...>> Concetta stava per lasciare la stanza ma, dopo un attimo di silenzio si girò verso Claudio e <<Ah, marchese... non si preoccupi per Mario, l'ho avvertito io stamattina che sarebbe stata una giornata piena per tutti a palazzo, dato l'imminente arrivo della vostra futura fidanzata!>> non ce la fece, doveva far capire a Claudio che Mario sapeva e che, probabilmente, si stava disperando da qualche parte.
Claudio non parlò. La guardò incredulo, agitato e preoccupato. Il suo sorriso svanì e le rughe sulla fronte si accentuarono. Gli lanciò uno sguardo colpevole, gli occhi erano lucidi. Si infilò la giacca che aveva appoggiato sulla sedia e uscì dalla stanza, di corsa.
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Papaveri Rossi
FanfictionRoma 1848. Due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita, di lotte e di rinascita, che C...