Vi chiedo scusa per il ritardo!
Buona lettura babes,
Remedios
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Erano le dieci di sera, Mario stava rientrando a casa. Dopo la prima lezione a Claudio e il pensiero del fratello che poteva aver intuito qualcosa non aveva proprio voglia di passare per la locanda. L'aria si era rinfrescata, era stato con Claudio nella loro capanna. Avevano fatto l'amore, questa volta con un sapore diverso. Mario era turbato e Claudio era pronto a consolarlo, a incoraggiarlo. In ogni carezza, in ogni bacio, ogni volta che l'uno entrava dentro l'altro Mario sentiva una ferita. Ma quelle ferite erano anche la sua cura. Era terrorizzato da tutto quello che gli stava accadendo, dalla piega che la sua vita avrebbe preso ma... non poteva farne a meno. E per Claudio era lo stesso, lo sentiva. Sarebbe dovuto tornare a Parigi da due settimane e invece... era ancora lì. Sorrideva mentre pensava a Claudio e alla sua proposta di creare una scuola. Una scuola di cui lui sarebbe stato il maestro. Doveva solo fare un piccolo esame per prendere una certificazione e poi... pronto verso il sogno di una vita. Educare i ragazzi sin da piccoli a credere in loro stessi, a essere liberi. A bramarla quella libertà senza differenza di classe o di sesso.
<<Hai fatto presto stasera!>> esordì Luigi.
<<Ciao, mi hai fatto spaventare... si, ero in taverna>>
<<Anche io ma non t'ho visto!>>
Il cuore di Mario si ferma per un attimo. <<Ci sono passato cinque minuti fa, ho preso un bicchiere di vino ed eccomi qua. Ho fatto tardi a lavoro. C'è qualche problema Luì? te devo chiede il permesso? famme capì?>>
<<No Mario, fai un po' quel che cazzo te pare. Ma stai attento, semo sempre stati na famiglia per bene, nun me piace quello che ho visto oggi, col marchesino. Stavate a ride e toccarve come du donnette. Lo sai quello che se dice de lui? Che è un depravato, un frocetto... uno che se lo fa mette in culo. Non se fidanza e nun s'è mai visto co na donna, poi come s'atteggia come se veste. Lascialo perde Mariu', la gente è cattiva... la gente parla... >>
<<Ancora svegli siete? dai che domani si lavora>> la voce di Concetta spegne quell'atmosfera di tensione.
<<Io me vado a coricà. Buonanotte Mariu'>> Luigi da un bacio a Concetta, un 'occhiata al fratello e si dirige verso la camera da notte.
<<Mario tesoro che hai? avete discusso? vie qua, fatte da un bacio che nun te vedo mai>>
Mario si avvicina ad Agnese, le fa una carezza sul pancione.
<<è enorme...non ci posso credere che tra due mesi nasce!>>
<<Sì, stavolta è maschio me lo sento>>
<< Tanto è uguale... l'importante è che sta bene. Senti, domani posso portare la piccoletta a fare una passeggiata? la porto a cavalcare>>
<<Certo, le farà piacere.. ti adora lo sai>>
Mario voleva presentare Claudio alla sua nipotina, suo fratello l'aveva descritto in un modo terribile. Gli aveva spezzato il cuore. Non sapevo quello che gli altri pensavano di Claudio e la cosa gli dava la nausea. Li avrebbe presi a pugni tutti ma... a che sarebbe servito? invece no, lui voleva presentargli la sua persona preferita al mondo, la persona che amava di più. Voleva far incontrare la purezza con la purezza, l'amore con l'amore.
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Claudio non aveva chiuso occhio, era in pensiero per Mario e per come potevano essere andate le cose con il fratello. Si era alzato prestissimo per raggiungerlo alle stalle, con la scusa delle lezioni. Ma c'era altro a tubarlo. Letizia la sera prima gli aveva comunicato che sarebbe partita nei prossimi giorni per Parigi. L'aria della campagna l'aveva stancata e lui lo sapeva. Non era la tipa da vita tranquilla, passeggiata nei campi e gite a cavallo. Aveva cercato di convincerlo a partire con lei, almeno per qualche settimana ma era stato irremovibile. Voleva restare a Roma, con Mario.
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Papaveri Rossi
FanfictionRoma 1848. Due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita, di lotte e di rinascita, che C...