Era passata ormai una settimana dalla passeggiata a cavallo. Claudio alla fine non si era presentato e a Mario, nonostante lo negasse, era dispiaciuto. Le sue giornate erano abbastanza monotone, gli mancava la vitalità di Milano, i suoi amici, le riunioni da Ubaldo. Aveva ricevuto una lettera da Piero, forse erano notizia di Augusto. Augusto. Quanto gli mancava! Era il suo migliore amico. Mario lo aveva conosciuto da piccolo, anche lui e suo fratello Piero abitavano a Roma dal marchese e quando il padre morì si trasferirono a Milano con la madre dalla zia. Erano rimasti in contatto, loro a Milano avevano frequentato una scuola e sapevano legger e scrivere. Una volta al mese spedivano una lettera a Mario dove gli raccontavano di quanto bella fosse la città, di quanto era gratificante sentirsi liberi pur non avendo un soldo invece di sottostare alle regole del Sona che si credeva Dio sceso in terra. Mario ogni settimana metteva qualche spicciolo da parte e poi andava da don Fernando a farsele leggere e dettargli i suoi pensieri. E quando questi diventarono troppo grandi per dettarli a qualcuno sentì ancor di più l'esigenza di dover imparare a leggere e a scrivere.
E adesso, si ritrovava seduto sotto il suo albero a rigirarsi una lettera di Piero tra le mani senza trovare il coraggio di aprirla. Aveva paura, paura per Augusto, per i suoi compagni che rischiavano di essere catturati e uccisi. E lo sapeva, sapeva bene che nella lotta bisognava mettere tutto sé stesso perché la propria vita non è nulla in cambio della libertà di tante persone ma...amava immensamente Augusto e tutti i suoi amici per non provare nemmeno un briciolo di angoscia. Era già successo con Giovanni. Lo avevano trovato su una collina, dove per un periodo alcuni compagni si erano riparati. Aveva al collo un cartello con scritto "QUESTA E' LA FINE DI TUTTI I CRIMINALI", mentre il suo corpo penzolava da un albero. Oltre la vita anche la dignità. Criminale? Criminale perché? I criminali siete voi, assassini, usurpatori e traditori che ve ne state con il culo riparato mentre noi moriamo di fame. A questo pensava Mario mentre fissava quella carta gialla.
<< Belle o brutte?>>
Claudio.
<< Non lo so, per questo non la apro>> Mario gli rivolge un sorriso triste.
<< Una fidanzata che potrebbe non aspettarti? >> Domanda Claudio, non tanto ingenuamente. Non sapeva nulla della vita sentimentale di Mario, se avesse qualcuno o meno. Lo vedeva spesso uscire dalla casa di Marinella e questo gli confermò ancora una volta la sua eterosessualità. Anche se con Marinella c'era stato pure lui. Fu il fratello di sua madre a portarlo da lei "Ti devi svegliare Claudiu'... ormai c'hai 15 anni devi diventà n'omo", e fu così che Claudio si ritrovò nudo e col suo pene nella bocca di una sconosciuta che emetteva strani versi. Il sesso fu ancora più imbarazzante e, per quanto Marinella fosse bella come una puttana d'alti borghi, cercò di cancellare quella brutta esperienza dalla sua mente.
<< No, le donne sono il mio ultimo problema >>
<< Oh anche il mio... >> risponde Claudio di rimando e quasi di getto. Non si era reso conto di quello che aveva detto finché non vede Mario girarsi di botto e irrigidirsi. Di nuovo. "Cazzo", pensò.
<< Eh certo, tu c'hai l'amichetta tua che te fa le feste. Te credo che non te preoccupi! >> Mario non aveva colto. O non voleva...
<< L'amichetta mia? Ah...Letizia?! Oddio, siamo buoni amici. Mio padre e Agnese credono che siamo una coppia e noi glielo facciamo credere >> Claudio cerca di essere il più sincero possibile... per quanto può e poi << tu invece? Vedo che ti diverti co Marinella? È ancora bella come un tempo? >> non poteva resistere.
<< Marinella? Sì è sempre bellissima. La donna più bella che io abbia mai visto! E scopa da Dio.>>
Boom, colpito e affondato. Claudio abbassa la testa e sorride. Lo sa che non gli è indifferente del tutto lo sente. E lo ha sentito una settimana prima, quando si sono guardati e sfiorati, quando Mario è scappato spaventato da quel misero contatto. E lui non si è più avvicinato, ha cercato di evitarlo perché si era sentito respinto. E questo lo riportò a qualche anno prima, quando disse al suo compagno di stanza, e migliore amico, che gli piacevano più i maschi delle femmine. O forse solo i maschi. Luca reagì malissimo, lo schifò, si fece cambiare di stanza e disse tutto al professore. Il padre di Claudio fu subito informato. Lo ritirò da quel collegio e lo mandò in un riformatorio. Fu il periodo più brutto della sua vita. Ma ne uscì forte, più sicuro di sé e... più gay di prima.
STAI LEGGENDO
Papaveri Rossi
FanficRoma 1848. Due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita, di lotte e di rinascita, che C...