Quando Claudio e Mario si allontanano nascono sempre nuove polemiche. Ognuno vuole esprimere per forza la sua opinione e dire cosa farebbe e cosa non farebbe, cosa è opportuno e cosa non lo è. Il silenzio, invece, è molto importante e come tutte le cose importanti è privilegio e dono di pochi.
Buona lettura.
Remedios
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Era passato un mese dalla prima volta che avevano fatto l'amore. Claudio lo aspettava sempre lì, sotto il loro albero, e quando Mario tornava da lavoro godeva dei suoi baci e dei suoi sospiri. Raramente erano riusciti a dormire insieme, troppe domande e troppi rischi, e da circa una settimana Claudio aveva allestito una sorta di camera in un vecchio magazzino. Quel luogo era sporco ed umido, era una vecchia rimessa in cui i contadini mettevano i loro attrezzi dopo il lavoro ma, da quando il pezzo di terra intorno aveva bisogno di riposare per essere nuovamente coltivato, era completamente lasciato a se stesso. Claudio aveva adagiato lì dentro un po' di paglia a terra coprendola con qualche coperta, alcuni cuscini rubati dalla lavanderia del palazzo e ogni sera portava la cena. Se la faceva preparare da Laura, la cuoca dei Sona. Mario la conosceva era un'amica di sua mamma e l'adorava, soprattutto adorava il modo in cui la donna cucinava. La scusa che Claudio usava con tutti era quella dello studio. Tutti sapevano della sua passione per le poesie e del suo sogno di diventare un poeta. Mario e Letizia lo incoraggiavano, amavano quello che scriveva, la sua capacità di mettere in fila parole che insieme diventavano capolavori. Suo padre, invece, lo assecondava come si fa con gli scemi, sperando che prima o poi si sarebbe stancato. Claudio e Mario vivevano così il loro amore appena nato, tra l'erba, immersi nell'acqua o tra coperte dal sapore di paglia e umidità.
Sono le due di notte e Mario rientra a casa da una riunione con alcuni giovani operai e contadini conosciuti alla locanda. Gli stava insegnando a leggere e scrivere. E gli parlava della libertà, della loro Italia, di quanto sarebbe stato bello vederla unita, senza differenze di lingua, di moneta, di popoli. Senza i nobili oppressori. E trovava d'accordo tutti. Alcuni di loro, quelli più interessati alla causa, iniziarono a fargli domande e Mario gli parlò dei Papaveri Rossi, di come si erano diffusi a Milano e delle loro azioni contro lo sfruttamento dei nobili e contro l'oppressore straniero. I discorsi di Mario attiravano sempre più gente tanto che ormai quasi ogni sera, dopo che si era visto con Claudio, passava alla locanda per parlare di politica con loro, per leggergli i versi di Berchet riuscendo così a creare una base anche a Roma. Inoltre, Piero stava per arrivare. A Milano la situazione era diventata complicata e aveva bisogno di cambiar aria per qualche tempo. Claudio ancora non sapeva nulla e Mario si sentiva terribilmente in colpa. Gli aveva parlato solo dei ragazzi a cui insegnava a leggere e a scrivere, ma non un parola sui Papaveri Rossi e su quella che era la sua vita prima di lui. Claudio non era come gli altri nobili che aveva conosciuto fino ad allora e soprattutto non era come il padre. Quando Mario gli esprimeva il suo dissenzo sul modo in cui il marchese Sona sfruttava i suoi sottomessi lo trovava d'accordo ma, ahimè, incapace di prendere in mano la situazione e di imporsi nettamente contro il padre.
<<Anche stasera hai fatto tardi, Mario?>> la voce di suo padre lo ridestò dai suoi pensieri
<<Papà, che ci fai sveglio a quest'ora? mi so trattenuta alla locanda coi ragazzi... >>
<<Il marchese si è già lamentato con me, ieri. Dice che la mattina fai tardi e poi come cazzo te vene in mente dico io de fa il filo a quella signorina... te pare er caso Mario? quella manco te guarda!>>
<<Che signorina?>> Mario era confuso ma presto si ricordò di Letizia e di quando aveva parato il culo a lui e a Claudio <<Ah?l'amica de Claudio? no macchè.. ste signore confondono la gentilezza colla corte! e poi non è manco il mio tipo a pà>> e con un sorriso furbetto diede un bacio a suo padre e andò a letto.
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Papaveri Rossi
FanfictionRoma 1848. Due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita, di lotte e di rinascita, che C...