Claudio era agitato. Sapeva che avrebbe dovuto dirglielo prima, che avrebbe dovuto dirglielo subito ma... erano stati giorni bellissimi e non li voleva rovinare con questa notizia assurda. Lui non avrebbe mai sposato una donna, non era mai stato nei suoi piani, soprattutto ora che aveva Mario. Claudio lo amava e lo voleva nel suo futuro. Non poteva sposarlo, non poteva gridare al mondo quanto l'amava ma di una cosa era certo: avrebbe continuato a sentire il suo odore sulla sua pelle per tutta la vita. Quel profumo intenso, gli riempiva ogni volta che l'abbracciava le narici, i polmoni e il cuore. Non cercava sicurezze ma in lui aveva trovato uno scudo, non cercava stabilità ma in lui aveva trovato una casa, non cercava l'amore ma in lui l'aveva trovato. Mario era passione, forza, impulsività, rancore, sensibilità, dolcezza e famiglia. Lo avrebbe voluto come compagno, come amico, come padre dei suoi figli. Era lui che avrebbe voluto sposare, l'uomo che lo faceva tremare ad ogni tocco, che lo faceva sorridere ad ogni sguardo. E questo lui doveva saperlo, doveva dirglielo al più presto... aveva già rimandato troppo. Era in preda al panico e correva, era passato dalla loro capanna ma non l'aveva trovato. Il cuore in gola "e se è scappato? e se va a Milano? e se non mi perdona? dove sei Mario, cazzo! dove sei?". Si diresse verso il lago, forse l'avrebbe trovato lì, forse lo stava aspettando per parlare!
<<Mario?>> Claudio si ritrovò ad urlare il suo nome. Quello era il loro posto e lì poteva farlo, lì si sentiva libero di urlare, imprecare e piangere...piangere per rabbia, piangere per impotenza, piangere per quell'amore che nessuno avrebbe capito e che tutti avrebbero giudicato. Poteva essere una soluzione quella forse... Mario libero dalla colpa e dal peccato; libero dall'accusa di pervertito ed invertito e lui... lui sposato con una ragazza per bene, di famiglia nobile e ricca che gli avrebbe permesso di dedicare tempo alle sue passioni e magari, con qualche sforzo, sarebbero riusciti ad avere dei bambini. Poteva essere una soluzione, certo. Ma lui i suoi bambini li voleva con gli occhi neri e profondi, con un colorito bruno e le fossette ai lati della bocca. Con un neo al centro del collo e con un sorriso puro, sincero. Li avrebbe voluti onesti e pungenti. Diretti e schietti. Buoni e ingenui. Li avrebbe voluti come Mario. Questo gli fece capire l'assurdità di quel pensiero vergognoso e ipocrita. Lo amava e avrebbe lottato. Doveva lottare.
"Marinella". Fu un attimo. Perché non c'aveva pensato prima? Mario gli aveva parlato di lei, della loro amicizia e del forte affetto che li legava. Claudio correva, casa di Marinella si faceva sempre più vicina.
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Marinella sentì bussare.
<<Chi è? oggi sto impegnata nun se fa gnente amore!>>
<<Sono Claudio>>
Gelo. Marinella si girò verso Mario che si era addormentato. Era girato di spalle con le mani unite sotto il mento. Sembrava un bambino.
<<Marinella, ti prego. Lo so che è qui.>>
Aveva sentito la voce di Claudio abbassarsi di un tono. Forse stava piangendo anche lui come qualche ora fa piangeva il suo amico. Si sentiva preso in giro, ingannato da quel ragazzetto dagli occhi d'angelo che l'aveva solo usato per poi tornare alla sua vita da bamboccio ricco e viziato. Aveva usato questi termini. L'aveva insultato, offeso e criticato... le aveva detto di amarlo. E poi, tra lacrime e carezze si era addormentato.
Marinella si avvicina alla porta e la apre. Esce fuori e la richiude alle sue spalle.
<<Si è addormentato, è distrutto... lasciamolo riposare>>
<<Marinella, io... come sta?>>
<<Come vuoi che stia Claudio! è arrabbiato e col cuore spezzato. Tu che ci fai qui? te la sposi sul serio?>>
<<O mio Dio no! io non ho nessuna intenzione di sposare quella donna, non la conosco nemmeno. Marinella, credimi! è stata un'idea di mio padre, vuole accasarmi a tutti i costi ma io non voglio. Io non voglio lei, io non voglio nessun altro che non sia lui!>>. Le lacrime iniziarono a rigargli il viso. <<Ti prego, fammi entrare>>
E come avrebbe potuto dirgli di no? Quegli occhi erano uguali a quelli del suo Mario. Stesso amore e stesso dolore.
<<Io esco, tornerò tra qualche ora>>
Claudio le disse un grazie e gli baciò una mano.
<<Claudio...>>
<<Si?>>
<<State attenti e... non fare stupidaggini. Sta cambiando la sua vita per te. Non è facile. Se qualcuno dovesse scoprirlo...>>
<<Shhh. Lo so. Non lo permetterei mai.>>
Si scambiarono uno sguardo dolce e un sorriso.
Claudio entrò nella casa e si chiuse la porta alle spalle. Un tavolo, una pentola sul fuoco e, nella camera di fronte, un letto. Mario era lì, girato di spalle e rannicchiato su se stesso. Era bellissimo quando dormiva, Claudio aveva potuto vederlo poche volte. Le mani unite e il muso imbronciato. Era bellissimo. Si avvinò al letto, e gli odorò capelli. Gli accarezzò il braccio e si distese accanto a lui. L'abbracciò da dietro, lo strinse forte, verso di sé. Mario sussultò. Aveva sentito quel corpo, quell'abbraccio e quell'odore. Non aveva la forza di muoversi. Rimase immobile. La voce gelida.
<<Che cazzo vuoi?>>
Claudio tremò. Non l'aveva mai sentito così.
<<Ti ho cercato ovunque>>
<<Che vuoi, Claudio? che cazzo vuoi da me?>> la voce gli tremava, lo sentiva piangere. <<Perché non sei dalla tua cazzo di fidanzata? che cazzo vuoi da me?>> parlava piano ma con un tono disperato <<Cos'è, vuoi toglierti qualche altro sfizio per poi sposarti e fare finta che non sia successo niente? dimmelo! dimmelo cazzo! io ... tu lo sai quello che ho fatto io? tu lo sai come mi sono sentito all'inizio? sporco, sbagliato, uno schifo. Mi sono vergognato, mi sono distrutto il cervello e poi ... poi mi sono lasciato andare e .. O Cristo Claudio vattene.>>
La presa di Claudio divenne più forte. Piangeva anche lui. Mario lo sentiva. Si faceva sempre più vicino, sentiva la sua testa appoggiarsi sul suo collo e le sue lacrime bagnarli la schiena.
<<Ho avuto tanta paura Mario>> Claudio piangeva. Non riusciva a fermare le sue lacrime. <<Scusa se non te l'ho detto subito, ma credimi... io non sono fidanzato, non ho nessuna intenzione di sposarla. Conosci mio padre, è una sua idea. Credimi Mario, mi devi credere!>>
<<Riuscirà a convincerti>>
<<Non ci riuscirà mai>>
<<Non ti credo>>
<<Se potessi scegliere io sceglierei te. Ti sceglierei mille volte e altre mille ancora. Non potrò sposarti Mario, non potrò portarti in una chiesa e nemmeno invitare alla nostra festa i tuoi amici e la tua famiglia. Non potrò mai chiamare tuo padre papà. Non potrò avere dei figli con te e litigare per chi assomigliano di più. Non potrò prenderti per mano ogni volta che voglio e nemmeno sfiorarti. Ma io ti amo Mario Serpa e questo annulla tutto. Io posso rinunciare a tutto questo ma non posso rinunciare a te. Voglio che tu sia la persona con cui condividere la mia vita e se potessi, te lo giuro Mario, se potessi sposerei te. Adesso. Subito. In questa bettola e su questo letto. Sposami Mario, sposami adesso, qui. Sposami e io ti giurò che sarà per sempre. Sarà in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, sarà per tutta la vita>> .
Le lacrime di Claudio non si fermavano. Non era lui che parlava ma il suo cuore. Sentiva il corpo di Mario agitarsi, lo sentiva tremare ad ogni parola e piangere. Il suo cuore pulsava, pulsava quanto il suo.
Mario si girò verso di lui, affondò il suo viso nel petto di Claudio e strinse forte il tessuto della sua camicia. Claudio lo prese tra le sue braccia e gli baciò i capelli. Il suo cuore si fermò un attimo quando Mario gli sussurrò <<Ti sposo>>.
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Papaveri Rossi
FanficRoma 1848. Due giovani uomini si incontrano. Nulla di più diverso. Nulla di più imprevisto. Nulla di più emozionante. Nulla di più scandaloso. Nulla, però, di impossibile. È nella Roma risorgimentale, assetata di vita, di lotte e di rinascita, che C...