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Alle due di notte Marinella sente bussare alla porta. "Chi cazzo è a quest'ora?" pensa. Solitamente riceve gli ultimi clienti prima di cena ed è pronta a trovarsi di fronte il solito ubriacone.

<<Ah Marcè se sei n'artra volta tu te rompo il culo! Giuro che non me la vedi più manco pe sbaglio!>> sbraita mentre apre la porta.

L'immagine che si trova davanti, però, è diversa. C'è Mario lì fuori, bagnato fradicio che trema.

<<Mario amore, che t'è successo? Entra su, spojate che ti preparo un bagno..che hai fatto? Sei caduto a mare?>>

Mario non risponde. La guarda e il suo sguardo cambia. Da perso e triste diventa arrabbiato. Entra dentro e sbatte la porta, prende Marinella e la butta sul letto.

<<Mario ma che cazzo fai, lasciami stare. Mario che cazzo... oh!>>

Ma Mario non la sente, la prende per i polsi e la blocca col suo corpo. La guarda negli occhi e inizia a baciargli il collo, stringe i suoi polsi con più forza e si struscia su di lei.

<<Mario ti prego lasciami stare. Che ti è preso... ti prego Mario Mario Mario ti pregoo...>> Marinella inizia a singhiozzare, cerca di liberarsi ma la presa del suo amico e troppo forte.

<<Sei una puttana no? E allora fai il tuo cazzo di lavoro... che vuoi soldi? Ti pago ma ora stai ferma e fatti scopare>> Mario urla, incastra il corpo di Marinella tra le sue ginocchia e gli strappa il corpetto. Il suo seno è nudo. Mario gli afferra una tetta con la mano e la stringe. Comincia ad accarezzare il suo capezzolo tra pollice e indice e con l'altra mano le afferra i capelli. Marinella continua a dimenarsi e a singhiozzare, ha le mani libere, gli graffia il viso. È un attimo. Mario la guarda negli occhi e la vede la sua amica terrorizzata, spaventata da lui. La guarda negli occhi e inizia a piangere, libera il suo corpo e si alza. Marinella si copre il seno con uno straccio appoggiato alla spalliera. Non riesce a guardarlo. Piange e <<Vattene>> urla. Mario resta immobile, singhiozza e le chiede scusa.

<<Non so... scusami... io...oddio Nella scusami, io non lo so, sto impazzendo... oddio scusami io>>

<<Vattene!>>

<<No aspetta, ti prego, lascia che ti spieghi... Marinella ti prego>>

<<Mario vattene, per favore. Vattene>>

E Mario non può fare altro che andarsene. Non ha giustificazioni, non ha rimedi. Forse ha perso la testa, sta impazzendo. Marinella è una delle persone a cui vuole più bene, un'amica, una sorella, la madre che ha perso troppo presto e lui l'ha ammazzata. Ha ammazzato il loro legame quando ha cercato di sottometterla con la forza, quando le ha strappato i vestiti e ha toccato il suo corpo. Marinella è una puttana, certo, ma questo non gli dava il diritto di abusare di lei e Mario lo sapeva bene. Mario. Lo stesso Mario che non aveva mai fatto del male a nessuno, che proteggeva le donne in difficoltà e sorreggeva quelle forti come e più di un uomo. Quel Mario aveva quasi violentato una donna. Aveva quasi violentato la sua migliore amica.

Marinella non aveva chiuso occhio. Dopo aver cacciato Mario si era sdraiata sul letto, abbracciandosi. Le braccia intorno al suo corpo e le gambe strette al petto. I suoi seni erano ancora scoperti, i suoi capelli arruffati e gli occhi pieni di lacrime. Passò tutta la notte così, a fissare il muro e a cullarsi come le mamme cullano i bambini per farli calmare quando piangono. Ma lei non aveva madri o amiche pronte a cullarla e a rincuorarla. Era da sola. Era sempre stata sola. Era sola quando la madre scappò di casa con un mercante di seta. Era da sola quando il padre la picchiava ubriaco. Era da sola quando si innamorò di un commediante che gli promise i migliori teatri di Roma. Era da sola quando si ritrovò sola, nella periferia romana, abbandonata dal suo fidanzato e senza un soldo. Così, da sola, si fece forza su se stessa e pagò la locanda facendo l'amore con il proprietario. Era titubante e inorridita all'inizio ma poi... poi scoprì quanto le piaceva fare l'amore, e farlo con degli sconosciuti le piaceva ancora di più. Il suo cuore era chiuso ormai e amava soddisfare soltanto il suo corpo e quello dei suoi amanti. Tutti trovavano obbrobrioso il suo mestiere ma lei no... a lei piaceva. Da pazzi. Ma una puttana non è mai ben vista e per questo, ancora una volta, era sola. Poi, un pomeriggio, tra un cliente e l'altro entrò un ragazzo. Era bello come il sole.... Bruno e asciutto, con uno sguardo e un sorriso che ti gelano il sangue. Mario. Non avevano mai scopato lei e Mario, né fatto l'amore. Si amavano immensamente però e Mario non l'aveva mai giudicata, anzi, si divertiva a sentire le sue storie pornocomiche giornaliere. Solo a lui aveva raccontato la sua vita e le sue disgrazie e solo con lui aveva mostrato qualche debolezza. Era il suo migliore amico, l'unico. È l'alba quando Marinella si alza dal letto; riempie la conca con dell'acqua presa alla fontana. Ghiacciata. Si toglie i vestiti e si immerge. Prende dei saponi, quelli che un cliente spagnolo le aveva portato da Siviglia, e comincia ad insaponarsi. Prende del tessuto grezzo e inizia a strofinare il suo corpo. Forte. Si accanisce sul petto. Strofina, più forte che può. Esce del sangue. Si ferma, si sciacqua e si asciuga. Mette il vestito a fiori, quello azzurro e giallo, allegro. Si copre con uno scialle ed esce. Marinella è una donna forte, una donna intelligente, audace e dignitosa. Non sa cosa sia successo ma vuole saperlo. Vuole parlare con Mario.

Papaveri RossiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora