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Ciao a tutte/i, vi chiedo scusa se per molto tempo non ho pubblicato. Da lettrice accanita di ff capisco quanto sia frustante non ricevere aggiornamenti su una storia che si ama o che, semplicemente, si è iniziato a leggere. Posso solo giustificarmi dicendo che è stato un periodo molto impegnato per me, tra università e lavoro. Ora però, cercherò di ritagliare sempre un pezzettino di tempo per questa storia e per voi che avete iniziato a leggerla. Vi sono davvero tanto grata e ringrazio tutti per i commenti carini e per la curiosità che manifestate. Non sono una scrittrice e non ho la presunzione e neanche il talento di diventare tale ma amo molto Mario e Claudio e volevo farli rivivere in un'epoca lontana e, per me, bellissima. 

Buona lettura a tutti, 

un abbraccio

Remedios.

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Il sole ormai è alto e sembra colpire in pieno il viso di Mario che inizia a stropicciarsi gli occhi. Appena li apre ricorda tutto. Il lago, Claudio, il bacio. Claudio. Si gira e lo cerca con il braccio ma il posto accanto a lui è vuoto. Si alza di scatto tenendosi il capo con una mano e sbadiglia. Due chiappe bianche, di marmo, catturano la sua attenzione. Claudio è di spalle, con le cosce nell'acqua che si sta lavando il viso. Il sorriso di Claudio è la cosa in lui che Mario preferisce ma al secondo posto sicuramente c'è il suo culo. E le spalle? Avevano un terzo posto assicurato! In quel momento Claudio si gira e ... niente... Mario aggiunge un altro scalino al suo podio, forse al primo posto ci avrebbe messo qualcos'altro ...


Claudio si era svegliato presto. In realtà non aveva dormito moltissimo, da un lato l'incredulità di un bacio desiderato troppo e insperato, dall'altro la testa di Mario gli aveva quasi mandato in cancrena il braccio ma non riusciva a staccarsi da lui. Non voleva svegliarlo e in fin dei conti quel contatto che sapeva di casa, di quotidianità, di famiglia gli piaceva. Nonostante questo, però, appena Mario cambiò posizione ne aveva approfittato per sfilarlo e mettersi comodo. La sua quiete non durò molto, non gli piaceva stare a letto senza dormire quindi si alzò per fare un bagno nel lago. L'acqua era gelida, aveva difficoltà ad entrare quindi rimase con le cosce a metà e decise per lo meno di sciacquarsi il viso. Si passa poi una mano bagnata tra i capelli, per tirarli indietro e così è pronto per rimettersi i vestiti, scappare a casa e inventare una scusa con suo padre. Nel momento in cui si gira vede Mario, i suoi occhi gonfi e i suoi capelli sconvolti. La coperta di tela, stracciata e ripezzata gli scopriva il petto, nudo. I peli neri che lo ricoprivano erano una delle sue cose preferite, aveva passato tutto il tempo, la sera prima, a girarli e toccarli e accarezzarli. Questo pensiero causò una reazione (o erezione, come preferite) eccessiva, che lo portò a imbarazzarsi e a coprirsi con la camicia che aveva a terra. Mario scoppiò a ridere, intenerito dalla scena, con la voglia di abbracciarlo.


<<Buongiorno marchese>> e lo abbraccia regalandogli un bacio sul collo. <<Non preoccuparti>> gli sussurra <<mi hai provocato la stessa reazione>> e così dicendo prende una mano di Claudio e l'avvicina alla sua intimità. Claudio sorride, lo sguardo malizioso, e stringe il suo bottino. <<Ieri non eri così impertinente Mario Serpa>> gli dice, strofinando la mano contro la sua erezione.


<<Fino a ieri non ti avevo mai visto così, marchese>> e per una seconda volta gli prende il viso tra le mani e lo bacia. Prima dei baci lenti, un bacio sulle labbra e uno con gli occhi. Poi la passione ebbe il sopravvento tanto che Claudio lasciò cadere la camicia con cui copriva la sua vergogna e si aggrappò alle spalle dell'uomo che tanto desiderava. E allora furono labbra e furono sospiri. Le mani di Claudio che si aggrappavano e accarezzavano i suoi capelli e quelle di Mario che scendevano più in basso, dalle spalle ai glutei, che stringeva, apriva, studiava. Avrebbero fatto l'amore, lì a terra, senza coperte e senza vergogna. Senza la paura. Ma un cane abbaiò e dopo il cane una voce di uomo <<Lì bestia, lì. La lepre si trova tra quei cespugli, cagnaccio senza fiuto>>, la paura torna.

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