Capitolo 5

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Celeste's POV

Gli altri tre ragazzi sollevano il loro compagno da terra e, insieme a lui, corrono via.

-Non finisce qui...- mi dice il leader, guardandomi con aria di sfida, prima di sparire dalla mia vista. Sono ancora scossa dall'accaduto, e quasi non sento le parole di Ivan.

Che? Ivan...? Che cosa ci fa qui?

-Stai bene?-, mi chiede più dolcemente possibile.

-Cosa...? Ah, sì. Credo di sì...-

-Ti prego dimmi che quello stronzo non ti ha fatto niente...- dice con un'ansia negli occhi indescrivibile.

-No, no... accidenti, ma che ci fai tu qui?-, chiedo io, riprendendo un pò di coscienza.

Arrosisce di colpo. -Ehm... non è questo l'importante. M'importa solo che tu stia bene.-

Dio, gli importa di me...

Avvampo al pensiero. Poi mi viene in mente che avevo l'impressione di essere seguita...

Sì, era lui, sicuramente...

-Mi stavi seguendo. Non è così?-, gli chiedo quasi indignata.

Lui arrossisce di nuovo. -Sì... Avevo come l'impressione che... tu non fossi al sicuro, da sola. E non mi sbagliavo infatti. Sapevi già di loro, non è vero?-replica, con gli occhi infiammati dalla rabbia. Adesso è lui quello indignato.

Merda... abbasso lo sguardo.

-Rispondi.- cerca di mantenere la calma, ma è incazzato seriamente.

-Guardami,- continua -lo sapevi o no?-

Riluttante, lo guardo, con gli occhi bagnati di lacrime prossime a fuoriuscire. Gli occhi di Ivan sono intensi, ardenti, è maledettamente incazzato.

Oddio, quello sguardo di fuoco... arrossisco subito.

-Sì, lo sapevo.- dico con voce tremante. -Non è la prima volta che li incontro, ma di solito mi prendevano solo in giro e finiva lì... stavolta è stato diverso...- la voce rotta da un singhiozzo. Una lacrima mi riga il volto.

Lo sguardo di Ivan si addolcisce, quasi come se si sentisse in colpa.

-No, ti prego, non piangere.- Mi stringe a sè con un gesto inaspettato.

Sono con la testa sul petto di lui, le lacrime che scorrono incontrollate, e il cuore che batte all'impazzata.  Riesco a sentire il battito del cuore di Ivan: anche il suo è parecchio accellerato. Ha un braccio intorno alla mia vita, mentre l'altra mano mi accarezza dolcemente i capelli. Le mie mani invece sono chiuse a pugno sul suo petto, come per respingerlo.

-Lo sa qualcuno?- mi chiede più tranquillamente, rimanendo nella stessa identica posizione.

Tiro su col naso, poi, ancora imbarazzata dalla sua vicinanza, rispondo.

-Solo tu.-

-Perchè non ne hai parlato con nessuno?-

-Non ne avevo il coraggio, e poi pensavo fosse una cosa da niente...-

Lui mi stringe più forte a sè, poi mi guarda negli occhi.

Cristo, quello sguardo...

-Promettimi di non tornare mai più da sola a casa.-

Riesco solo ad annuire.

Ma se lo racconta a qualcuno? Oh merda...

Ivan legge la preoccupazione nei miei occhi, e risponde alla mia domanda inespressa.

-Non lo dirò a nessuno, okay?-

Annuisco di nuovo, incapace di rispondere e di reggere quel maledetto sguardo.

-Adesso basta piangere, però.- mi allontana delicatamente da sè.

No, no, abbracciami ancora...

-Domani c'è scuola, e qualcuno deve studiare...- mi fa un occhiolino,  strappandomi un sorriso.

-Ci vediamo domani...-

-Aspetta...-

-Che c'è?-

-Grazie...- abbasso lo sguardo.

-Ero in debito con te- sorride, poi se ne va.

"Wow" è tutto ciò che mi viene in mente.

***

In camera mia, assorta nella mia tempesta di emozioni, non riesco a smettere di pensare a quello sguardo di fuoco, a quei suoi occhi...

Era venuto a salvarmi. Se non ci fosse stato, se non mi avesse seguita, adesso sarei ancora in balia di quegli esseri. Rabbrividisco solo al pensiero.

Almeno adesso non si faranno vedere più in giro... Meno male che c'era lui...

"M'importa solo che tu stia bene" le sue parole mi riecheggiano nella mente.

Lo amo.

Niente ha più sensoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora