Capitolo 24

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Ivan's POV

Celeste è qui, davanti a me. Porca miseria, se è sexy...

Farebbe resuscitare anche i morti. Intanto il mio amico lì sotto si è già risvegliato... in questo momento sono grato a mia madre per aver messo la sua stanza e quella degli ospiti al piano di sopra.

Butto il cellulare sul comodino. In questo momento non potrebbe essere più inutile.

Finge di non notare la mia reazione, e inizia a disfare i letti e a prendere i cuscini. Ma il modo in cui lo fa... porca troia. Si piega in avanti più volte, lasciandomi immaginare le peggio porcate.

-So cosa stai cercando di fare...- le dico.

-Cosa sto facendo?- mi chiede sorridendo e sbattendo le ciglia.

-Mi stai provocando.'

-Cosa? No... niente affatto. Sto preparando il letto, non vedi?-

Perché tutto questo è così eccitante?

Mi alzo, ormai impaziente, con la mia erezione che a momenti strappa i pantaloni del pigiama.

-Non mi stai seducendo, vero?-

-No, per niente...-

Le prendo una mano e la metto sul mio amichetto.

-Io credo di sì.-

Me lo accarezza attraverso la stoffa, mandandomi brividi in tutto il corpo. Non riesco ad evitare di gemere. Si passa involontariamente la lingua sul labbro inferiore e io deglutisco.

Mi avvento su di lei, baciandola. Come se le sue labbra fossero aria e io non potessi respirare. Lei è una droga di cui non posso fare a meno. È più potente della cocaina e dell' LSD. È un' assuefazione che nessuna terapia potrà mai fermare.

Stringo il suo sedere nelle mie mani e la traggo a me. La sento gemere.

-Oh, sì... piccola, sentimi.- la mia voce è un sussurro eccitato e le mie labbra si impossessano nuovamente delle sue. Stavolta la sollevo e la spingo sul muro. Lei intreccia le gambe alla mia vita, per poi strusciarsi quasi impercettibilmente contro la mia erezione.

Oh, Dio...

Mi sposto per baciarle il collo. Geme e affonda le unghie nelle mie spalle.

-Dimmi cosa vuoi che faccia.-

-Spogliami. E poi baciami.- mi risponde ansimando.

La faccio scendere con i piedi a terra e le sollevo il babydoll, sfilandolo poi dalle spalle.

Mi metto in ginocchio davanti a lei e le tolgo gli shorts e le mutandine.

Poi la sollevo e la spingo contro la parete, per poi avventarmi sulle sue labbra.

La sento che geme. Porca puttana.

Dio, quest'attesa mi sta uccidendo. Mi stacco dalle sue labbra e le sussurro:

-Adesso... cosa vuoi che faccia?...-

-Toccami...-

-Dove?...-

Mi prende la mano e la mette sulla sua apertura ormai fradicia.

Senza farmelo ripetere due volte, infilo due dita dentro di lei.

-Gesù, quanto sei bagnata...-

Muovo le dita dentro di lei, godendo dei suoi piccoli gemiti.

-Oh cazzo Ivan...-

Con il pollice le accarezzo il clitoride.

È troppo eccitante vedere come reagisce a me.

-Porca troia...-

Senza interrompere i movimenti della mia mano, mi avvento di nuovo sulle sue labbra. Dio, non smetterò mai di volermela scopare.

Niente ha più sensoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora