The little pack and his alpha

But how does Stiles do?

Pov. Lydia

Mi stavo tranquillamente dipingendo le unghie con Prada che di tanto in tanto capitombolava dentro la stanza alla ricerca di uno po' di attenzioni. Senza Jackson in torno le giornate sembravano, non so... diverse. Niente attenzioni continue, palpeggiamenti, pomiciate... Mi sentivo leggera. Peccato che tutta questa leggerezza prima o poi sarebbe dovuta finire... oppure no? Come a riscorrermi da quei pensieri il telefono prese ad intonare la Primavera di Vivaldi. Senza neanche controllare il nome risposi alla chiamata.

-Hey Lids!- non mi piaceva tantissimo quel soprannome, sembrava tanto uno di quei prodotti cosmetici o di igiene di seconda categoria che mettevano sempre nella parte più alta o bassa dello scaffale, ma ormai ci ero abituata.
-Hey Biancaneve, come va coi sette nani?- gli chiesi tanto per vendetta.

-Hey! Quello sarcastico dovrei essere io eh! Tu sei già una banshee, se mi rubi anche il lavoro allora cosa ne rimarrà di me?- mi chiese sbuffando una risata. Sorrisi alle sue parole e mi controllai le unghie.

-Allora?- gli chiesi.

-Allora cosa?- mi rispose confuso. Sempre il solito...

-Uff, Che dovevi chiedermi di così urgente da interrompere la mia seduta di manicure?- sbuffai fintamente irritata. Lo sentì darsi "mentalmente" dell'idiota.

-Volevo chiederti se potevi rimanere un po' tu coi bamb... ragazzi mentre io vado a fare la spesa. MI hanno praticamente prosciugato la dispensa!- mi portai due dita sul ponte del naso e sospirai profondamente.
-Non è che magari posso fare io la spesa mentre tu stai con loro?- chiesi speranzosa.

-Senti Lydia, è da più di tre giorni che non esco di casa. Ho bisogno di vedere il mondo di fuori. Chi lo sa com'è cambiato. Già mi immagino macchine volanti e robot assassini per strada.- ecco Stiles. Inizia un discorso seriamente e lo spreca con una delle sue battute. Sbuffo ancora una volta per poi rassegnarmi.
-Ok, va bene Stiles, a che ora pensi di andare?

-Io direi anche subito quindi, appena finisci di fare le tue cose vestiti e fiondati qui!- mi chiuse il telefono in faccia. Sbuffai ancora esasperata, di questo punto sarei diventata un treno a vapore o peggio, un incrocio tra Derek Sbuffon e Sarcasmo Stiles. Mi lasciai a peso morto sul letto per tirarmi su una frazione di secondo dopo determinata. Prima arrivavo, prima me ne andavo no?

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Ero davanti alla porta di casa Stilinski e stavo per bussare alla porta quando sentì urlare.

-Stiles! Qualcuno vuole scassinare la porta!- era un urlo particolarmente acuto, quasi femminile. 

-Peter! Nessuno vuole scassinare la porta, sarà solo Lydia.- gli rispose Stiles, sempre urlando ovvio. In quel preciso istante la porta si aprì. Non vidi nessuno per poi abbassare lo sguardo e vedere una figura fissarmi con gli occhi sgranati. Stiles arrivò qualche istante dopo tutto raggiante e con... due occhiaie da paura. Il bambino si nascose dietro le gambe di quest'ultimo con le guanciotte tutte rosse che spiccavano in contrasto coi suoi occhioni azzurri. Stiles mi salutò amichevolmente per poi rivolgersi al bambino.

-Forza Peter, saluta Lydia!- oh... quindi quello era...

-Ciao Lydia...- disse mogio Peter ancora dietro le gambe di Stiles.

-Oh mio Dio, Peter? Ma ti sei visto? Come fai con quei vestiti? Ed i tuoi capelli! - urlai scandalizzata. Lo vidi come riscorrersi e poco dopo mi guardò torvo.
-Senti Fragolina, i miei capelli sono bellissimi quindi vedi di smetterla di criticare che neanche tu sei tanto messa meglio eh! Ma guardati! Chi sei? Anna dai capelli rossi?- mi sbuffò contro. Vidi una scintilla nei suoi occhi, qualcosa che prometteva qualcosa di buono... Decisi che ne avrei parlato dopo con Stiles. Mi girai verso di lui infatti ma la scena che mi si presentò davanti mi lasciò a bocca aperta. Stiles aveva mollato uno sculaccione al piccolo Peter mentre lo rimproverava perché non si offendevano le persone.