Capitolo 8

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#Des

Non so se vi è mai capitato, di voler con tutto il cuore qualcosa. Di desiderarlo talmente tanto, talmente intensamente, che ogni altra non ha più
importanza, che tutto il resto svanisce.
L'unica cosa che avrei voluto, questa notte, sarebbe stata dimenticare.
Dimenticare Harry, e il suo strano comportamento. Cancellare i suoi occhi
verdi che guardavano i miei, intensamente, così come il tocco delle sue dita
sul mio collo. Cancellare la sensazione delle sue labbra carnose e rosee, che,
sì, mi hanno provocato dolore, ma mi hanno fatto venire i brividi.
Sono ormai le sei di mattina, e ho dormito appena qualche ora. Ho passato il
tempo pensando, una delle cose peggiori che potessi fare.
Perchè se io mi sveglio, anche nel bel mezzo della notte, e comincio a
pensare, non ho scampo.
Così non ho chiuso occhio e nel mio dormi-veglia ho avuto una strana
sensazione.
Come se una mano grande mi stesse dolcemente rassicurando...come faceva Louis,
quando ero triste.
Già, Lou.
Fissando il soffitto, una lacrima è scesa solitaria lungo la mia guancia. Non
mi sono affrettata ad asciugarla, l'ho lasciata scendere lentamente, fino a
quando non è svanita tra i miei capelli, lasciando una scia umida sul mio viso.
Quante volte l'ho fatto, piangere in silenzio, premendo la bocca sul cuscino,
nel tentativo di soffocare i singhiozzi. Quante volte ho nascosto la mia
fragilità, sotto un velo di sicurezza.
Sembrare forte, non sempre vuol dire ESSERE forte.
E non so per quanto ancora riuscirò a fingere, anche se è passato un solo
giorno, non so per quanto ancora potrò mentire a me stessa.
Mi alzo, convinta che sia l'unica cosa da fare, sebbene l'alba stia ancora
spuntando all'orizzonte.
Mi vesto velocemente dopo essere andata in bagno e scendo di sotto.
In casa regna il silenzio.
Infilo le mie Vans e apro la porta, uscendo all'aria aperta.
Magari una passeggiata servirà a schiarirmi le idee.
Mi incammino lungo il marciapiede, percorrendo strade silenziose. L'aria è
fresca, si sente che l'estate sta per finire, ma c'è ancora quel venticello
leggero, che mi accarezza la pelle.
Incrocio le mani, continuando a camminare.
E a pensare.
E' strano, ma a volte ho bisogno di stare da sola, di parlare con me stessa. E
spesso non me ne accorgo, ma la gente mi guarda come se fossi pazza, solo
perchè mi ripeto ad alta voce alcune cose, per darmi forza. Ma non mi importa,
pensino ciò che vogliono di me.
Ho appena svoltato un angolo, incamminandomi verso il parco, quando sento dei
passi alle mie spalle.
Mi fermo di colpo, voltandomi, ma non vedo nessuno.
Riprendo a muovermi, più veloce, mentre uno strano presentimento mi attanaglia
lo stomaco.
Un rumore.
Di passi, ancora. Proprio dietro di me.
Il battito del mio cuore inizia ad accelerare, assieme alle mie gambe, che si
muovono ora veloci verso l'unica destinazione possibile e a me conosciuta nel
quartiere, eccetto la casa di Anne.
Mi metto a correre, disperatamente, sentendo la presenza dell'uomo proprio
dietro di me. Mi volto un attimo, durante la mia fuga, e lo vedo.
E' un uomo, un uomo con una cicatrice orribile sul viso.
E un ghigno terrrificante gli attraversa il volto, quando legge la paura nei
miei occhi. Purtroppo è molto più grande e grosso di me e copre la distanza che
c'è tra di noi, sempre più velocemente.
Ormai, però, la vedo, è a pochi metri di distanza da me, proprio quella che mi
ha indicato lui il giorno prima.
Giungo alla porta, e faccio appena in tempo a suonare per un secondo il
campanello, quando sento una mano afferrarmi le spalle e voltarmi con forza,
spingendomi contro il muro.
-Ehi..Ma che ci fa una bella bambina in giro così presto?- mi dice, con il
fiato che puzza di alcool.
E' chiaramente ubriaco, se non fatto.
Non riesco a dire nulla, mentre lo guardo implorante.
-T-ti prego lasciami.
Avvicina la sua faccia al mio viso, sfiorandomi i fianchi, mentre cerco di
divincolarmi.
-Harry!
Mai come adesso, vorrei che arrivassi.
-Sta' zitta, stronzetta, o le cose diventeranno più complicate.-
Gli sputo in faccia, mordendogli una mano.
Ho paura, ma devo fare qualcosa.
-Ora ti faccio vedere io, te la sei cercata- mi urla con rabbia.
Sento le sue mani, stringere pericolosamente il mio collo, sempre più forte.
La vena del suo collo pulsa terribilmente, mentre mi fissa sembra godere del
mio dolore.
Io non sento più nulla, le immagini iniziano a farsi confuse, quando sento che
sto per soffocare.
L'uomo stringe ancora, mentre cerco disperatamente l'aria di cui ho bisogno.
Sto per svenire. quando una figura entra prepotentemente nel mio campo visivo,
precipitandosi fuori dalla porta a cui ho suonato poco prima.
-Brutto pezzo di merda!-
Sento una voce roca, inveire rabbiosamente contro il mio aggressore, poco
prima che lui molli la presa, e venga scaraventato a terra da un pugno.
Io mi accascio lungo il muro, mentre di fronte a me, Harry afferra l'uomo
ubriaco per il collo della maglia, ricoprendolo di botte.
L'altro, che poco prima si era dimostrato spavaldo e senza paura, a confronto
di Harry, sembra un cane spaventato. Leggo il terrore nei suoi occhi, lo stesso
che lui aveva visto nei miei.
Harry non sembra intenzionato a fermarsi.
Dopo avergli provocato un numero infinito di lividi sul viso, ha le nocche
ricoperte di sangue, ma la sua rabbia è padrona di lui.
Vedo il misterioso ragazzo riccio assestare all'uomo un ultima ginocchiata al
petto, prima che l'altro rimanga a terra e tenti di allontanarsi, strisciando
verso la strada.
-E non tornare mai più-sento Harry pronunciare queste parole, poco prima di
cadere nell'incoscienza e venire sollevata da due forti braccia.

#HARRY'S POV
Des dorme sul divano, le ho steso una coperta addosso, per tenerla al caldo.
Non riesco a smettere di pensare a quel maledetto, che quando sono sceso la
stava per ammazzare.
Se non fossi arrivato in tempo...
Non ci voglio pensare.
Non voglio immaginare cosa le sarebbe successo.
Quando ho sentito il campanello e ho visto al citofono, che era lei, non ci
potevo credere.
Anche se lo ha fatto per necessità, in un certo senso lei è venuta da me.
Deve sentire che la sto fissando, perchè di colpo apre gli occhi, quando le
sposto i ricci dal viso.
-Abbiamo qualcosa in comune- le sorrido, rassicurante.
Timidamente Des si mette a sedere, guardandosi intorno.
-Non me ne parlare- risponde, aggiustandosi i capelli arruffati.-Non sapevo
facessi il pugile- mi fissa, seria.
-Non faccio il pugile.
-Beh, là fuori sembrava il contrario.- afferma, mentre i ricordi riaffiorano
lentamente ai suoi occhi, che diventano tristi.
-Me la cavo.- dico, modestamente
Un sorriso increspa le sue labbra carnose, impercettibilmente.
Questa volta prende un profondo respiro, prima di parlare. Tiene gli occhi
bassi, così mi faccio più vicino, sedendomi accanto a lei, con le gambe sotto
la coperta.
Le prendo il mento fra le mani, delicatamente, attento a non farle male,
questa volta.
Fisso i miei occhi nei suoi, intensamente.

-Grazie, Harry.

Le parole escono a fatica dalla sua bocca, mentre le sue labbra tremano
ancora, forse per la paura.
-Calmati, ora. -le cingo le spalle con un braccio-Ci sono io, adesso.
La sento abbandonarsi con la testa sulla mia spalla, mentre i singhiozzi la
scuotono.
Resto in silenzio, accarezzandola per rassicurarla, mentre il suo respiro si
fa più regolare man mano che il tempo passa.
Non ci sono parole. A volte, è meglio non dire nulla, perchè i gesti contano
molto di più di qualunque discorso scritto a puntino.
Passano i minuti, e il sole ha ormai tinto il cielo con i suoi raggi. Sono
quasi le sette.
E' ora di andare.
Mi alzo lentamente dal divano, scostando Des delicatamente dal mio corpo.
-Dove vai?-chiede, allarmata.
Sembra tanto vulnerabile...
-Al lavoro-rispondo.
La sua fronte si corruga in una smorfia.
-Ma è sabato.
-Vieni con me.-Se te la senti, è ovvio.
La mia richiesta deve averla presa alla sprovvista.
Dopo pochi secondi di indecisione, Des afferra la mano che le sto offrendo per
aiutarla ad alzarsi.
-Vengo.
Un sorriso si apre sulle mie labbra, mentre lei va verso la porta e si infila
le Vans.

#DES
Sono in macchina di Harry, ma non ho paura.
Mi sento stranamente al sicuro.
Guida come un pazzo, ma non mi da' fastidio, perchè mentre si concentra sulla
strada, posso osservarlo senza che se ne accorga.
Il suo profilo è quello di un angelo, la sua espressione attenta lo fa
sembrare più grande, e lo stesso è accaduto quando ha picchiato quell'uomo di
fronte a casa sua.
Sembrava un altro, aveva il completo controllo del suo corpo, mentre lo
gettava a terra. I suoi muscoli si muovevano in perfetta armonia, contraendosi
ad ogni mossa, ad ogni pugno o calcio sferrato.
-A cosa pensi?-mi chiede Harry, notando che lo sto fissando da un po'.
Cerco una qualunque altra cosa da dire. Non voglio parlare di quello che è
successo.
-Non mi hai ancora detto che lavoro fai alle 7 di mattina di sabato.-butto lì
l'argomento, distogliendo subito lo sguardo.
-Ora vedrai.
E la risata che giunge dalle sue labbra è così roca da provocarmi un brivido
lungo la schiena.

Quando Harry mi guida dentro ad una panetteria, quasi non ci posso credere.
-Ma ..è uno scherzo, vero?
Harry si volta verso di me, evidentemente confuso.
-Perchè, uno come me non può lavorare in una panetteria il sabato mattina?-mi
dice, ammiccando leggermente.
Scuoto la testa, divertita.
-No, è che...boh, non ti facevo tipo da queste cose..
-Ci sono ancora tante cose che non sai di me, Des.-risponde, mettendosi di
fronte a me.
Deglutisco, visibilmente nervosa.
E ' strano, quando sto con Harry, la sensazione di vuoto che sento
solitamente, sembra svanire.
-Ehm..-una voce si schiarisce dietro il bancone.
C'è un ragazzo, con un ciuffo di folti capelli scuri, e due occhi marroni con
ciglia lunghissime, che ci osserva, imbarazzato.
Harry si sposta verso di lui, tirandomi dietro di sè.
-Ho dovuto aprire di nuovo io, Harry. -gli dice il ragazzo con il grembiule
della panetteria.-Barbara non sa nulla, ti ho coperto, ancora.
Harry gli batte una mano su una spalla.
-Grazie mille, amico.
-Si, lasciamo perdere Harry, che mi lasci sempre nei casini.-risponde l'altro,
lanciandogli un grembiulino, che indossato da Harry, lo rende davvero buffo.
-Che hai da ridere?-mi fa lui, minaccioso.
Nascondo il sorriso che mi sta spuntando sulle labbra, poco prima di dire-
Niente, assolutamente.Sei un vero duro, Harry.
Lui sembra compiaciuto.
-In ogni caso, al lavoro!-grida, sfregandosi le mani.
Io lo osservo per un po', seduta su una pila di scatoloni, mentre scherza con
l'altro suo amico.
-Attento, Zayn!-lo sento dire, poco prima che un enorme sacco di farina si
rovesci tingendo tutto di bianco.
Compresa me.

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