Atterro su due piedi e schiudo gli occhi più volte per scacciare via la luce, che con prepotenza raggiunge le mie pupille, impedendo loro di mettere a fuoco le immagini.
<<Che ti dicevo? Dopo la prima volta è più semplice>> esclama Ryan, notando il mio corpo abbastanza stabile. Quando percepisco gli occhi farsi meno pesanti, mi guardo intorno, scoprendo di essere in un vicolo stretto e maleodorante e di essere di intralcio alla traiettoria di un raggio solare. Compio un passo verso sinistra, per liberarmi definitavemente da quella luce così ingombrante, poi mi rivolgo a Ryan, il quale osserva uno strumento fra le sue mani con interesse.
<<Siamo sicuri che non ci abbiano visti?>> gli domando, forse stupidamente, ricevendo infatti come risposta, un suo solo sguardo stralunato. Il dolore al braccio è insopportabile, forse dovrei andare in ospedale per fare qualche controllo.<<E' così complicato fidarsi?>> domanda ironicamente, porgendomi lo zaino precedentemente scivolato via dalle mie spalle. Che domanda! Penso non sia necessario rispondere, è talmente scontato quanto fidarsi sia complicato, se non impossibile talvolta. Ho provato più e più volte a fidarmi, ma la mente delle persone era così marcia, così colma di colpe e tormenti da sfogare, che non ne ho mai avuto la possibilità. Avere un potere come il mio può essere considerato un dono o una condanna, dipende dai punti di vista: se si preferisce la solitudine alla falistà, come nel mio caso, allora è un vero e proprio dono.
Aggrotto le sopracciglia quando il bruciore al braccio si intensifica, mordendomi il labbro decidendo di rimanere in silenzio, in modo tale da non innervosirlo ulteriormente.
<<Dove dobbiamo andare?>> domando, per sviare il flusso dei miei pensieri.
<<Dovrebbe essere qua vicino>> risponde, controllando lo strumento per l'ultima volta, mentre ne approfitto di quella sua distrazione per fermarmi e prendere fiato. Sento le forze venire meno, forse a causa del sangue perso, il quale scorgo sgorgare fuori dalla garza, ormai completamente imbrattata e inutile.
<<Che ci fai là infondo?>> mi urla da lontano, accorgendosi finalmente di me. Resto in silenzio, incamminandomi verso di lui come se niente fosse, mentre il pensiero di star per morire dissanguata attraversa per un attimo la mia mente. <<Va tutto bene?>>Sei sempre la solita esagerata. <<Tutto alla grande>> rispondo, contrariamente alla mia coscienza. <<Non si sa proprio niente di questa persona? Almeno il sesso o il nome>> domando, guardandomi intorno alla ricerca di qualcuno che potrebbe soddisfare le sue ricerche. <<Dylan Cooper>>
<<La prossima volta ricordati che siamo in due. Non ci sei solo tu.>> gli rispondo scocciata, più innervosita dalla situazione, piuttosto che dal discorso in sè.
Mi ha trascinato fino a qui svelandomi di avere fra le mani il destino dell'universo e poi non mi rende partecipe.
Come può anche solo pensare di meritare la mia fiducia, se mi nasconde le informazioni fin dal principio?
<<L'avresti scoperto comunque, non vedo quale sia il problema>> si difende.
<<Beh, si da il caso che mi hai trascinata fin qua raccontandomi storie assurde, sto rischiando davvero per questa ferita al braccio e poco fa mi hai ripreso dicendo che mi devo fidare di te. Come posso farlo se ti comporti così?>> quasi urlo, dando voce ai miei pensieri e alla frustrazione che nel mio corpo, ormai da ore, ribolle senza tregua. So di aver avuto una reazione esagerata e so anche che mi sto aggrappando a questa scusa per sfogarmi, ma è successo tutto troppo velocemente edd io non sono conosciuta di certo per la mia pazienza.<<Andiamo da Dylan>> sospiro, superandolo senza sapere dove andare. Nonostante questo però i miei piedi si muovono da soli, quasi conoscessero inconsciamente la strada.
<<La casa è questa>> grido, percependo uno strano formicolio sulle punte delle dita, non appena le mie mani si posano sul cancello che elimita l'abitazione.<<Suona il campanello>> mormora Ryan, ma non ha neanche il tempo di finire la frase, che un ragazzo dai capelli scuri e arruffati esce dal portone di casa, sbattendo la porta d'ingresso.
D'istinto mi allontano dal cancello, affiancando Ryan qualche metro più in là, lasciando così al ragazzo lo spazio necessario per passare.
<<Brutto figlio di puttana!>> grida qualcuno da casa sua, facendomi trattenere il fiato dalla cattiveria ben evidente dal suo tono di voce. Che sia suo padre?Il ragazzo interrope la sua frettolosa camminata, solleva i cappuccio scuro della sua felpa e indossa gli auricolari, facendo partire una musica rock dal volume talmente forte, da essere udibile fino a qui.
Fa per riprendere il suo cammino, ma senza pensarci il mio corpo scatta in avanti, afferrandogli la spalla per bloccarlo.
<<Aspetta!>> grido.Attraverso quel contatto, un paesaggio fiorito prende il posto di quella stradina deserta.
Spalanco gli occhi sorpresa, sorridendo alla bellezza di quel luogo.
"Tu sei tutto questo" dico senza poter controllare le mie parole, come se sentissero il bisogno di essere pronunciate ad alta voce.
Dylan si avvicina a me con le mani unite e le schiude.
Da esse, sboccia un bellissimo fiore di Bucaneve, simbolo di speranza e di una nuova vita.
Sorrido e allontano la mano dalla sua spalla.
Vedo tutto attorno a me tornare come prima,
e infine,
le forze mi abbandonano.⤷ Spazio Autrice:
Mi servirebbe qualche idea per il nome da dare a
"occhi rossi", quindi se vi va scrivetemelo nei commenti.
-Asia.
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Elements: I Prescelti
FantasyINIZIO: 01/06/19 FINE:29/12/21 Ringrazio @Koaluch per la copertina! *Crystal è una ragazza di sedici anni, con un carattere un po' pazzo ed esuberante. Ogni notte, dalla sua tenera età, è vittima di terribili incubi colmi di sangue, grida, dolore e...