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Osserviamo la targhetta con inciso "Avvocato-Mr.Bennet ", situata sul cancello della maestosa villa difronte a noi.
Suono il campanello, ipnotizzata da tale bellezza e una leggera melodia si fa strada nell'aria.
Una telecamera si muove rapidamente, puntando il suo obbiettivo a pochi centimetri dal mio naso e, dopo un attimo di esitazione, sentiamo una voce maschile irrompere dal citofono.
<<Chi siete?>>
<<D-degli amici di Nate>> rispondo balbettando, dopo aver scambiato una fugace occhiata con Ryan, il quale, come suo solito, lascia a me il compito di parlare.

Il cancello si apre dopo secondi di interminabili ripensamenti e, senza proferire parola, procediamo verso l'entrata, lungo una stradina contrassegnata da candide pietruzze bianche.
Per Zeus! Una villa con piscina non è l'esatta riproduzione della felicità, devo darmi un po' di contegno.
Lascio che l'immagine delle interminabili distese verdi del mio mondo mi scaldino il cuore, rendendo improvvisamente tutto questo lusso banale.

Senza riuscire a trattenermi mi volto verso Asher, cogliendo una nota di disagio nel suo sguardo, come se stesse provando immenso fastidio nel trovarsi qui. Non riesco a comprendere la ragione di una tale reazione da parte sua, ma non ho alcuna intenzione di entrare nei suoi pensieri: devo frenare immediatamente questo mio insensato interesse nei suoi confronti e farlo non aiuterebbe.
I suoi occhi scuri raggiungono i miei e con le guance rosse dall'imbarazzo, mi volto, mordendomi la lingua in segno di rimprovero verso me stessa.

Riporto l'attenzione sulla Villa, cercando di ritrovare l'interesse che fino a pochi minuti prima nutrivo nel guardarla, senza però riuscire.
<<Buonasera giovanotti!>> la voce di prima ci accoglie sulla soglia, rivelando la figura di un maggiordomo.
<<Salve>> borbotta Eloise impacciata, rivolgendosi alla creatura meno affidabile e utile di questo mondo per cercare aiuto o indicazioni. Ryan.
<<Buonasera, sa dirci dove si trova Nate?>> domando, arrivando direttamente al sodo.
Ricevo un inchino da parte del maggiordomo e devo ammettere che per un istante, un brivido di nostalgia riaffiora in me.
<<Non è necessario>> mormoro meccanicamente la frase da me un tempo pronunciata maggiormente.
<<Prego seguitemi nel soggiorno, il mio nome è Richard. Il signorino Nate vi raggiungerà tra un istante, mi congedo>> mi risponde, abbassando il capo prima di scomparire oltre una lunga scalinata.
<<Mi sento in soggezione>> borbotta Eloise, osservandosi i vestiti con estremo giudizio.
<<Tranquilla, prima gli parliamo, prima usciremo da qui>> la rassicuro.
Rabbrividisco nel notare che neanche un fiore è riposto in questa casa. In questi tre anni e mezzo ho avuto modo di constatare alcune assurdità: le case non presentano rampicanti alle pareti, gli esseri umani non ricoprono le loro camere di piante o fiori di ogni genere, poiché sostengono di rischiare la morte per lo scarso ossigeno, ma la peggiore delle scoperte è stata l'inquinamento.
Non avevo mai sentito questo termine prima, ma non appena ho messo piede qui ho avuto modo di comprenderne il significato.
Rabbrividisco, quando un moto di tristezza mi invade al pensiero del dolore che la natura subisce giorno dopo giorno a causa di certi individui.
Oh, Padre... loro non sanno quello che fanno, è proprio vero.
<<Dici che se mi siedo su questo divano lo rovino?>> mi domanda Eloise, facendomi sbarrare gli occhi dallo sconcerto.
<<Non penso che i soldi siano un problema per loro e sinceramente questo divano non ha alcun reale valore>> replico, forse con troppa stizza.
<<Dev'essere un avvocato conosciuto suo padre per guadagnare così tanto>> borbotta Dylan, osservando il giardino dalle immense vetrate che circondano la villa.
Dove sono gli alberi secolari? Accidenti, non mi ci abituerò mai.

Asher reclama la mia attenzione con un leggero sbuffo, ma non faccio in tempo ad aprir bocca, che la voce di Richard riecheggia fra le pareti.
<<Loro sono i ragazzi che hanno chiesto di te>> dice, rivolgendosi ad un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi esageratamente chiari e azzurri.
Il diretto interessato ci osserva con un cipiglio sul volto, domandandosi giustamente chi siamo, mentre Richard si congeda.
<<E voi chi siete?>> domanda il biondino, avvicinandosi a noi con espressione altezzosa.
Nate ci osserva dall'alto verso il basso, soffermandosi poi sulla sottoscritta con una certa attenzione. Asher tossisce, facendogli distogliere lo sguardo dal mio corpo ai miei occhi.
<<Ti ha fissato un po' troppo>> sussurra Eloise al mio orecchio, dandomi una leggera gomitata sul fianco destro.
<<Smettila, non mi interessa>> sbuffo, arricciando il naso.
Ostenta fin troppa superficialità e sicurezza, come se il lusso in cui vive gli facesse credere di essere qualche gradino al di sopra di noi.
Inoltre odio stare al centro dell'attenzione, nonostante in un modo o nell'altro, a causa del mio carattere, mi ci ritrovo sempre.
<<Non ho tempo da perdere, ditemi chi siete>> sbuffa spostando finalmente lo sguardo da me.
<<So che potrà sembrarti strano, ma prima di spiegarti ogni singolo dettaglio dovresti farti toccare da Crystal>> gli spiega Ryan, facendo crollare la mia felicità.
Un'espressione beffarda nasce sul suo volto, si sistema i capelli con una mossa studiata e mi rivolge un occhiolino.
<<Guarda che non ti serve nessuna tattica per fare sesso con me, basta chiedere>> dice schietto, provocandomi una smorfia schifata.
Devo fare il possibile per non leggere i suoi pensieri, sarebbe l'errore più grande della mia vita.
<<Non ho alcuna intenzione di fare sesso con te>> puntualizzo immediatamente, scatenando la sua risata.
Osservo di sottecchi Asher, notando le sue mani chiuse in due pugni e la mascella contratta.
Cosa gli prende?
<<Ho già detto che non ho tempo da perdere>> ripete Nate, indietreggiando verso le scale.
<<Stai zitto>> sbotto <<Sarà più facile sopportarti se terrai la bocca chiusa>>
Vado verso di lui incerta e gli poso una mano sul braccio, desiderosa di terminare il tutto rapidamente.
Una scia di luce invade i nostri occhi per dei secondi che pargono interminabili.
Stranamente riesco a resisterle e continuo ad osservarla senza cessare il contatto.
La visione cambia e in men che non si dica, ci troviamo in un prato a notte ormai inoltrata.
Dei fulmini saettano nel cielo illuminandolo e creando delle crepe sinuose.
Vedo tuoni e fuochi d'artificio esplodere nel cielo, disegnando su esso linee irregolari e affascinanti.
Mantengo quel contatto il tempo che basta per osservare quella meraviglia naturale, ma in un attimo vengo staccata con forza da lui.

Sia io che Nate, sbattiamo più volte le palpebre per abituarci alla luce tenue circostante. Osservo la mano di Asher sul mio polso, realizzando che è stato lui a porre fine a quella visione.
Il buio per l'appunto, ha portato via la luce.
Ora comprendo il suo strano atteggiamento, Nate è la sua nemesi e, concentrandomi maggiormente, riesco a percepire il forte astio che li lega.
<<Cos'era? Chi sei? Una specie di strega per caso?>> il ragazzo biondo mi osserva incuriosito e Asher rafforza la presa sul mio polso.
Sussulto alle sue parole, mi allontano maggiormente da lui e scuoto la testa, irritata dal suo tono di voce. Beh, che dire! Saranno anche due anime opposte, ma il mio istinto omicida viene stuzzicato alla grande da entrambi.

<<Noi siamo gli Elementi>> rispondo con voce ferma <<Io sono l'Acqua, l'Elemento Dominante, mentre loro sono il Buio, l'Aria e la Terra>> aggiungo, indicando mano a mano i miei compagni di viaggio.
Il suo sguardo si sofferma su Ryan ed io lo colgo immediatamente, sbattendomi mentalmente una mano sulla fronte per averlo tralasciato.
<<Lui è Ryan, il Custode degli Elementi, la nostra guida, ci aiuterà durante il nostro percorso, o perlomeno dovrebbe farlo, ma sono molto incerta della sua reale utilità. Non è un Elemento, bensì un Discendente. La sua natura discende da Aria e Fuoco>> gli spiego rapidamente, beccandomi l'ennesima occhiataccia della giornata.

<<Tu sei completamente pazza>>
<<Hai visto con i tuoi occhi ciò che ti ho mostrato. Tu sei la Luce. Devi venire con noi su Salia, la terra dove vivono i Discendenti. Attendono tutti con ansia il nostro ritorno da secoli oramai. Una minaccia incombe su di noi, dovremo combatterla e ristabilire la pace. Ryan ci addestrerà e frequenteremo un'Accademia di magia, per apprendere la storia, per perfezionare i nostri poteri e il controllo su di essi>> pronuncio con voce distaccata e monotona.
Mi risveglio da quella leggera trance, realizzando subito di non essere mai stata informata riguardo un'Accademia di magia.
Mi domando per quale assurdo motivo debba essere sempre io ad apparire pazza o posseduta.
Questo non fa altro che aumentare lo scetticismo della Luce, tanto che Ryan si trova costretto a mostrare alcune delle sue abilità, per convincerlo della veridicità delle mie parole.
Nate resta sconcertato, quando, difronte ai suoi occhi, compare una debole fiamma, che sinuosa volteggia emanando calore.
Stringo i pugni voltando la testa da un altro lato, percependo immenso astio nei confronti di quell'Elemento.
<<L'Accademia si chiama Arsimea>> dice Ryan, cessando quella breve magia e guardandomi ormai non più tanto sorpreso.
<<Allora? Ci credi?>> gli domanda Dylan con un sopracciglio sollevato.

Guardo Asher notando la sua espressione concentrata, come se fosse pronto a lottare da un momento all'altro.
La sua mano è ancora stretta sul mio polso, ed io, incuriosita dalla sua reazione e spaventata dal mio prossimo incontro con il fuoco, decido di legarmi alla sua mente.
"Va tutto bene?" penso, scandendo lentamente la frase nella mia testa e guardandolo dritto negli occhi.
Dopo un breve istante, noto il suo corpo sussultare e percepisco la mia frase raggiungere i suoi pensieri.
"Come hai fatto?" pensa con espressione incerta ed io sollevo le spalle, non avendo alcuna intenzione di rispondergli.
"Allora?"
Incrocio le mie dita alle sue cercando di dargli conforto e quel piccolo gesto sembra destabilizzare entrambi.
"Lo odio" pensa sinceramente, strappandomi un sorriso.
"Solo perché è la tua nemesi?" gli domando stupidamente.
Lui solleva le spalle facendo una smorfia di disgusto nell'udire quella parola.
"Esci dalla mia mente, non riesco ad evitare di pensare" sbotta infastidito, staccando bruscamente la sua mano dalla mia.
Sollevo gli occhi al cielo dandogli ascolto e sperando, in cuor mio, di riuscire a buttare giù un giorno le mura che lo circondano.
Se pensa che essere il Buio lo renda spaventoso si miei occhi, allora si sbaglia di grosso. Non ho pregiudizi nei suoi confronti, so che in molti temono il buio, senza accorgersi mai che nei momenti di sconforto è l'unico davvero presente nelle nostre vite e, per di più, lui non ha idea di chi io sia realmente.

Dovrei avere paura di lui?
Rido al solo pensiero.

Spazio Autrice:
Ciao a tutti!
Prima di tutto vi avverto come sempre, che pubblicherò una volta ricevuti vari commenti con le vostre opinioni (nei tempi prestabiliti ieri*).
Come avrete notato, ho rispettato i tempi di pubblicazione che ho scritto ieri nel mio profilo.*
Questo è dovuto al fatto che ho ricevuto vari commenti come vi avevo chiesto.
Ringrazio tutti i lettori di questo mio libro per il
supporto.❤️
Ps: Se il capitolo vi è piaciuto, lasciate un like.
-Asia.

Elements: I PresceltiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora