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*
<<Papà, papà guarda cos'ho trovato!>>
Mio padre, il mio reale padre, si avvicina a me sorridendo e osserva la meravigliosa conchiglia che ho tra le mani.
<<È bellissima>> mi dice, puntandomi addosso i suoi grandi occhi bianchi come la candida neve, ampliando in tal modo il mio sorriso.
<<Mi aiuti a trovarne altre?>> gli chiedo. Lui annuisce, sedendosi accanto a me sulla sabbia.
Incrocio le gambe e guardo tutte le conchiglie sparse qua e là sulla riva, trasportate dalle onde durante la notte.

Una luce alla mia destra attira la mia attenzione e mi avvicino alla sua fonte incuriosita.
Una porta in mezzo al nulla, ad ogni mio passo, mi mostra tutta la sua imponenza.
Poso i polpastrelli lungo la superficie in legno e osservo la luce filtrare dalla serratura della porta.
<<Crystal? Vieni qui.>> mio padre mi chiama dalla riva ed io gli rivolgo un rapido sguardo.
<<Torno subito>>

Vedo il mio corpo mutare velocemente e tornare nelle sue attuali dimensioni.
Certo che sono cambiata proprio tanto in questi anni!

Osservo la maniglia della porta e la abbasso senza esitazioni.
Ció che si presenta davanti ai miei occhi, è un lungo corridoio dall'aria misteriosa, ma ciò che mi colpisce di più è la figura difronte a me.

La tentazione di sollevare lo sguardo è tanta, ma il mio cuore con il suo battito irregolare dovuto alla paura, mi confonde le idee.
Osservo il corridoio con lo sguardo rivolto alla mia sinistra, e vedo l'ambiente farsi sempre più tetro.

<<Tutti hanno paura>> la voce, quella voce, risuona fra le pareti misteriose di questo corridoio infinito.
<<Tutti?>> domando, sollevando lo sguardo e notando solo i lineamenti delle labbra e il ciuffo nero ribelle.
Ma quando riuscirò a vederlo?
Non riesco a vedere neanche i suoi occhi rossi, è come se di colpo si fossero spenti.
Ma so che è lui.
Riconosco la sua voce, seppur io l'abbia sentita solo poche volte.
<<Tutti. Ogni singola persona sulla Terra ha paura di me. Beh, quelli sani di mente almeno.>> risponde ed io resto sconcertata dalla quantità di parole pronunciate.
Di solito non dice quasi niente.
<<Chi sei?>> chiedo.
<<Sai benissimo chi sono>>
<<Se lo sapessi non te l'avrei chiesto. Non trovi?>> domando retorica ed il silenzio cala fra noi due.
Cammino lungo il corridoio a me familiare, allontanandomi dalla sua figura e osservo le varie porte e i dipinti ai miei lati.
Perché dovrei aver paura di lui? Cosa intendeva?
<<Cos'è questo posto?>> gli chiedo, fingendo di non saperlo e notando ancora la sua presenza dietro di me.
<<Non lo so, sei tu ad avermi portato qui stavolta. Come hai fatto?>> mi chiede di rimando ed io sollevo le spalle senza rispondere.
Questo corridoio compare ogni qual volta io entri nella mente di qualcuno per curiosare fra i suoi ricordi: ogni porta conduce ad un momento della vita di quella persona.
<<Non ti ho portato da nessuna parte, sei tu che compari sempre all'improvviso>> sbotto dopo un po' e lo sento ghignare.
<<I tuoi sogni li decidi tu. Quindi il luogo è il tuo e non sono stato di certo io a venire qua stavolta>> risponde.
<<Beh, ora puoi anche andartene!>>
L'ho portato davvero io? Ma soprattutto, di chi è questo corridoio? Mi trovo nella sua mente?
Ammetto che mi capita spesso di pensare ai suoi occhi, alla sua voce, a come mi sento stranamente al sicuro quando è con me, quindi forse involontariamente la mia magia ha deciso di accedere ai suoi ricordi.
<<Perché sei così acida con me?>> mi domanda confuso.
<<Voglio stare da sola>> sussurro.
*

<<Crystal! Crystal svegliati!>>
<<Ryan lasciami dormire>> borbotto assonnata.
<<Siamo arrivati>> continua però a parlare, facendomi sbuffare e sbadigliare rumorosamente in preda alla stanchezza. <<Accidenti! Levatemela di dosso.>> 

Elements: I PresceltiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora