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Resta per la notte

Di nuovo, lo scienziato aveva riempito il cestino dei rifiuti, e con cosa? Progetti falliti? Fazzoletti sporchi? Carte di merendine? Ma no! Solo ed unicamente di bicchieri di carta, prima pieni di caffè. Flug aveva ricominciato a lavorare in maniera ossessiva, senza pensare minimamente al sonno. Si sentiva forse intimorito da Black Hat? Be' sì, sì, eccome! Aveva una paura boia che da un momento all'altro, il suo capo avesse potuto ricominciare a trattarlo come uno straccio... anche se quella, era semplicemente una delle tante paranoie di Flug.

E Bleb? Che ne era della piccola bestiolina demoniaca che regalava gioia ed amore allo scienziato? Semplice, l'affidamento era passato a 5.0.5, cosicché nel laboratorio non ci fosse più un rumore estraneo a Flug.
Ad un certo punto poi, lo scienziato, con un movimento brusco del braccio, fece cadere a terra del caffè; il liquido appiccicaticcio incominciò ad espandersi sul pavimento, pronto ad infestare le suole delle scarpe di OGNI malcapitato che mai vi fosse passato sopra per errore.
"Specie di cazzarola bofonchiosa! Possa tu essere fottuta da un colabrodo stitico". Lo scienziato disse ciò ad una velocità tale da far spavento: evidentemente aveva i nervi a fior di pelle, e quella caduta l'aveva fatto finalmente esplodere; ottimo pretesto per una pausa.
Prima di andare a cercare uno straccio però, Flug mise un dollaro nel suo barattolo.

Uscito dal laboratorio a passo di carica, lo scienziato, che non guardava minimamente dove stesse andando, andò a sbattere contro Black Hat, con la forza tale da poter stendere un uomo adulto... inutile dire che fu Flug quello ad arrancare per la botta. "M-mi scusi signore, io non intendevo!".
Il dottore era terrorizzato.

Black Hat dal canto suo alzò gli occhi al cielo, sospirò e poi sfoggiò lo sguardo più seccato che aveva.
"Ma perché? Cosa ho fatto di buono nella vita per meritarmi una situazione del genere?"

"Flug... primo: perché mi dai del lei? E secondo... ti prego, non dirmi che hai smesso nuovamente di dormire". Disse allora il demone, esasperato dalla situazione; certo, provava sicuramente qualcosa per il dottore, ma quel suo modo di fare bambinesco ed irresponsabile lo irritava come nulla al mondo.

"Ecco... in realtà sono otto giorni che non dormo". Aggiunse Flug; ci fu un minuto di silenzio. Black Hat era furioso, anche se non lo dava a vedere; era infatti una di quelle arrabbiature silenziose, che restano relativamente stabili, ma che non vanno in nessun modo stuzzicate.

"Questo è troppo" disse dunque il demone, mentre si caricava in braccio il dottor Flug, e lo portava a grandi passi via nel corridoio.

"Aspetti, signore!" Disse lo scienziato a voce alta. "Devo pulire il disastro in laboratorio".

"Abbiamo un orso delle pulizie, ci penserà lui" rispose subito Black Hat "È qualcosa di radioattivo che potrebbe trasformarlo in una bestia demoniaca assetata di sangue?" Aggiunse poi.

"Ehm... no". Rispose secco Flug.
Black Hat sospirò:"Peccato... sarà per la prossima volta".

Detto ciò, il demone accelerò, diretto verso la PROPRIA camera da letto; spinse la porta per aprirla, e la richiuse con un calcio dopo essere entrato; fece poi sedere a forza Flug sul letto a baldacchino. Il dottore provò immediatamente ad alzarsi, ma Black Hat lo spinse nuovamente, trattenendogli le braccia come poteva, e guardandolo negli occhi, con quel suo sguardo intimidatorio, ripieno di tutta quella furia che non riusciva più a nascondere.
Flug, dopo aver lottato inutilmente, sbottò:"Adesso basta! D-devo tornare a lavo-".

"NO. Non ti alzerai da qui finché non ti sarai riposato!" Lo interruppe subito Black Hat, che per la foga del momento, si spinse troppo oltre; più precisamente sulle coscie dello scienziato. Dopo essersene reso conto, egli abbandonò il suo sguardo demoniaco, ed incominciò ad arrossire per l'imbarazzo; per quanto riguarda Flug... lui diventò praticamente bordeaux, e per di più, dopo un piccolo movimento di Black Hat, si lasciò scappare quello che sembrava quasi un ansimo.

Black Hat spalancò gli occhi, e divenne rigido, immobile.

"Oddio... ehm... scusa". Disse a bassa voce Flug; lo disse con un sorrisetto invisibile al suo capo, e come avrebbe potuto non sorridere? Aveva appena avuto l'onore di vedere l'imbarazzo più innocente, negli occhi del demone più terrificante degli universi conosciuti; tra i due si era creata un'intimità particolare, si era annullata ogni tipo di barriera... ma quell'innocenza, doveva restare tale, quello non era di sicuro il momento giusto.
"Dovresti... dormire ora" disse dunque Black Hat, mentre scendeva con cautela dalle coscie di Flug.
"G-giusto" aggiunse il dottore, che dopo essersi tolto le scarpe, notò con grande sorpresa che il demone gli era rimasto accanto, per rimboccargli le coperte; quando il primo però fece per andarsene, lo scienziato provò una tristezza immane, allungò velocemente la mano ed afferrò il polso di Black Hat.
"Ti prego... resta".
Il demone si bloccò.

Una scena a dir poco adorabile; Black Hat non voleva assolutamente dire di no, anche perché non voleva rischiare di far allontanare di nuovo il suo dottore; anche se non lo aveva dato a vedere, la paura che Flug aveva avuto nei suoi confronti, la diffidenza del suo sguardo... l'avevano pugnalato diretto al cuore.
Il demone così si tolse giacca e scarpe, si stese sul letto accanto a Flug, ed insicuro come non mai, provò ad avvicinarlo a sé, abbracciandolo.
Lo scienziato, grazie a quel gesto, si tranquilluizzò, e in qualche attimo, si lasciò andare alla stanchezza, portando via con sé anche tutte le insicurezze del demone, che intanto, lo guardava con curiosità, e si chiedeva quanto potesse essere comodo dormire con una busta di carta in testa... chissà quale segreto nascondeva lì sotto...
Black Hat sospirò, spostò la maglietta del dottore, solo per lasciargli un bacio sulla spalla, per ascoltare il suo respiro, e per sentire il suo cuore battere; solo quello, sapere che Flug era in vita, tranquillizzava il demone in maniera inquietante. Egli non aveva mai provato poi tanto interesse verso gli esseri umani, ma lo scienziato, il suo modo di parlare, di agire, il suo carattere timido, vulnerabile e carico di sottomissione, la sua dedizione, il suo impegno mostruoso, la sua genialità... tutto attirava Black Hat come nulla al mondo. Il demone era semplicemente affascinato, voleva sapere tutto del suo dottore, voleva stargli accanto, voleva far parte di quella sua perfezione, voleva preservarla, proteggerla a tutti i costi, e soprattutto, voleva che fosse solo ed unicamente

Sua.

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Ciau!

In tv c'è Luciana Litizzetto vestita da piadina gigante, ma questo non è importante; la cosa importante è un'altra:

Seguo una ragazzuola su Tumblr che posta in inglese ma è messicana; questa tale è andata ad una convention su Villainous e le hanno dato una maschera di Black Hat di cartone, sul cui retro oltre ad un autografo c'era un QRcode; il quale se scannerizzato, porta ad un sito di curiosità esclusive sul cartone. Io non ho lo scanner funzionante quindi non posso accedere a tali segreti, ma la cara ragazza ha rivelato cheeee...

Flug...

Non è il vero nome dello scienziato;
È solo un soprannome.

In più io ho visto i vari video di "orientation" che stanno uscendo su Youtube in messicano con sottotitoli inglesi, ed ho capito che Flug è... una bestia demoniaca degna di questo nome; il fatto è che Black Hat e Dementia lo superano. Per me, il mito del Flug mammoletta è Kaput.

Detto questo, recuperate i video di Villainous se sapete l'inglese, altrimenti integrate con il messicano (qualcosa si capisce) e niente.

Cià.







Claimed [Paperhat translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora