U N O

941 54 56
                                    

Caffè-dipendente

Il lavoro era... semplicemente straziante. La quantità di ordini richiesta era davvero troppa per il dottore. Nonostante ciò, quando si avvicinava al completamento di così tanti progetti, il ragazzo si rifiutava categoricamente di fermarsi.
Andava avanti principalmente grazie al caffè, e molti dei suoi lavori erano stati completati in fretta proprio grazie a quella sua dipendenza. Quel suo comportamento era tutt'altro che salutare, ma almeno faceva felice il suo capo.

Se c'era qualcosa che spaventava veramente il dottor Flug, quello era il suo capo: un demone dalle fattezze umane, che vestiva sempre elegante, e che si faceva riconoscere dal mondo con il nome di Black Hat. Quella creatura così spregevole affidava al giovane Flug dei tempi pressoché impossibili da rispettare, ma lo scienziato era miracolosamente riuscito a sfangarla ogni volta... più o meno.

"FLUG!!".

Parli del diavolo...
Il dottore pulì velocemente la sua scrivania; buttò via il suo bicchiere di caffè ormai vuoto nel secchio traboccante accanto al tavolo, e tolse dalla superficie di quest'ultimo i suoi progetti, riponendoli nella sua borsa. Dopo aver incontrato lo sguardo del suo capo, Flug esordì con una certa soddisfazione:"Signore, ho quasi finito con gli ultimi progetti!".

-Quali progetti?- Chiese Black Hat con aria confusa; -Non ti ho dato nessun incarico questa settimana-.
Al sentire quelle parole, il dottore ebbe un capogiro, e per poco non si lasciò cadere sulla sua scrivania tant'era sconvolto e stanco. Al posto di lasciarsi andare però, Flug rispose con tono tranquillo e leggermente distrutto:"Beh capo, mi stavo anticipando qualche progetto".

-Quand'è stata l'ultima volta che hai dormito, Flug?- il demone fece quella domanda con un tono seccato, ma in un certo senso anche preoccupato. Flug battè velocemente le palpebre per lo sorpresa; non sapeva infatti come rispondere alla domanda. Un attimo dopo, il dottore con un gesto automatico tornò a lavorare sulla sua scrivania, pensando intensamente ad una risposta da dare al suo capo.
-Non dormo da circa... un settimana? Giorno più o giorno meno- rispose così, dopo qualche attimo.

Black Hat si trascinò la mano sulla faccia per la disperazione subito dopo aver visto il dottor Flug tornare a lavorare con nonchalance.
-Hai bisogno di dormire ido-

Il demone non fece in tempo a finire la frase, poiché finalmente Flug cedette e si addormentò, cadendo a terra con la grazia di un ippopotamo, facendo così sospirare per la rassegnazione il suo capo. Black Hat fissò lo scienziato svenuto, e sorrise... fece un vero sorriso.

Il dottore rabbrividì nel sonno per via della stanchezza; e in qualche modo quel gesto suscitò nel demone una sorta di impulso d'affetto nei confronti del ragazzo a terra.
Black Hat si tolse così la giacca, la usò per avvolgere Flug prendendolo poi in braccio a mo' di sposa, e trasportandolo con delicatezza fino alla camera da letto dello scienziato.

Dopo essere entrato nella stanza, il demone adagiò il ragazzo addormentato su quel letto, perfettamente intatto e intoccato. Dopo aver sistemato il cappotto in modo tale che coprisse completamente il dottore, Black Hat rimase a sedere sul ciglio di quel materasso ormai non più tanto immobile ed intatto... si prese un attimo, quel demone, per ammirare finalmente il suo sottoposto in un momento di calma; nel vederlo così... rilassato, nel vederlo così... protetto, e lontano da tutto e da tutti; come se nessuno avesse potuto toccarlo in nessun modo.
Improvvisamente Black Hat sentì una sorta di lamento preoccupato provenire dalla porta della stanza. Il demone si voltò di scatto verso la fonte di quel suono, notando così 5.0.5 affacciatosi all' entrata della camera da letto. Black Hat arrossì improvvisamente, e si rivolse fulmineamente  all' orso con tono minaccioso e al contempo imbarazzato:"Tu non hai visto niente!".

5.0.5 sobbalzò per lo spavento, e velocemente si dileguò nel corridoio, facendo finta di non esser mai entrato in quella stanza.
Black Hat tornò così a guardare lo scienziato per un'ultima volta, prima di lasciare Flug da solo a riposare nella sua stanza. 

/////

-Stai molto meglio oggi-, disse Demencia dopo essersi avvicinata ad un Flug più operativo e rilassato che mai intento a lavorare ad un nuovo progetto. Flug rispose all' amica senza interrompere il suo lavoro, dicendo:"Anche se non ricordo molto bene, credo di essermi reso conto di aver bisogno di una dormita... stamattina mi sono svegliato nel mio letto".

Demencia alzò un sopracciglio con aria dubbiosa, quello appena descritto non era certo un comportamento tipico dello scienziato; ma prima che potesse chiedere qualsiasi cosa, nello studio fece la sua comparsa un certo demone. 5.0.5 tentò di attirare l'attenzione di Demencia mugolando; voleva metterla al corrente dei fatto avvenuti la sera prima. Nel frattempo però, Black Hat si schiarì la voce e fulminò con lo sguardo l'orso, che si zittì immediatamente.
-Allora dottore, stai facendo progressi?- chiese il demone.

-Sì signore- rispose il ragazzo, mostrando al suo capo un progetto in blueprint, permettendogli di analizzarlo. Il demone rimase nettamente sorpreso; il design del progetto era pressoché perfetto, eppure... lo scienziato aveva iniziato a lavorarvi solo da quella mattinata.
-Dimmi Flug, hai disegnato tutto ciò oggi?-.

Flug guardò il suo capo con una certa superbia negli occhi; -Beh questo...- Il dottore indicò altri progetti sulla sua scrivania -È solo il primo dei tanti, stamane ho avuto una sorta d'illuminazione-.

Black Hat acconsentì con un mugolio; il progetto che il demone teneva in mano, rappresentava una pistola laser estremamente compatta, ma al tempo stesso potente.
-Molto bene dottore, spero di vederla finita presto- detto questo Black Hat uscì dal laboratorio.

I tre ragazzi rimasti al suo interno rimasero in stato di shock. Il demone non aveva mai fatto nemmeno un  complimento al lavoro dello scienziato.
5.0.5 fremeva dalla voglia di raccontare ciò che aveva visto; Demencia invece incominciò a fissare Flug, confusa più che mai. Lo scienziato a sua volta, rimase con gli occhi fissi sulla porta del laboratorio, pietrificato.

Strano.

#######

Ok, questo era il primo capitolo (ma davvero? Non l' avrei mai detto)

L'autrice della storia originale non sono io, bensì introvertedbandtrash e vi invito a controllare il suo canale, poiché in futuro andrà avanti con altre storie sulla ship attuale.

SALVE! piccolo temerario che ha deciso di aprire questa storia. Come ben sai, il fandom di Villanos è quasi inesistente qui in Italia, quindi se stai leggendo questa storia, condividila e fai ingrandire il fandom!
E per te, che ancora non ne fai parte, dopo aver finito questa storia, t'innamorerai sicuramente!

Ok, ora basta. Grazie per aver letto, AL PROSSIMO CAPITOLO!

Claimed [Paperhat translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora