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Possesso 


"Puoi anche smettere di negare, caro fratello" disse White Hat, mentre entrava indisturbato nell'ufficio del fratello, e con la stessa tranquillità sedeva davanti alla sua scrivania. Nel mentre Black Hat camminava nervosamente per la stanza, davvero non sopportava l'idea di suo fratello e Flug, soli, nello stesso spazio vitale; ma la cosa che davvero non riusciva a sopportare, era l'insolenza, con cui White Hat si era permesso di spiegare allo scienziato il concetto del possesso, e dunque del "rivendicare" Flug semplicemente non doveva saperlo, non era necessario.
Non sopportando più la fastidiosa presenza del fratello, Black Hat sbottò di colpo:"Sei un completo idiota! Come cazzo ti è venuto in mente di spiegargli il possesso?! Non ti è passato per l'anticamera di quel pezzo di carne informe che ti ritrovi per cervello, che Flug possa capire quanto sia pericoloso il processo?".

"Beh..." White Hat sospirò, continuò poi con calma glaciale e tono saccente:"Pensavo fosse opportuno farglielo sapere, e tu... dovresti moderare il linguaggio".
Black lanciò uno sguardo confuso al fratello, ma ricevette come risposta un semplice sorrisetto vittorioso. White sapeva benissimo di star facendo innervosire il demone in nero, d'altronde, era proprio quello il suo obbiettivo; voleva fargli capire che, il suo atteggiamento ostile nei confronti dello scienziato, doveva finire; Black Hat dopotutto voleva marchiarlo, era così ovvio! Stava però assumendo un comportamento restio, troppo a dirla tutta...
"Ma smettila! Da quando il mio linguaggio scurrile ti irrita?"

White si alzò con molta calma dalla sua sedia "come vuoi..." disse semplicemente; si avviò poi verso la porta dell'ufficio, si voltò verso il fratello, ed il suo sguardo assunse un'aria di sfida:"Ma... se aspetti troppo, potresti perdere l'opportunità". Detto ciò, aprì la porta e sgusciò via; lasciando il demone, che nel mentre aveva smesso di girare a vuoto nella stanza, sconcertato. Black aveva sempre considerato suo fratello come un falso angelo, ma quel suo sguardo, l'aveva davvero lasciato impietrito; forse perché quella volta, White aveva fatto riferimento a Flug; aveva stabilito un'ipotetica scadenza alla "disponibilità" del dottore, lo stava pressando per velocizzare il processo della rivendica... voleva prendere il controllo, voleva fare l'eroe? Voleva fare l'angelo dell'amore? No... voleva attendere, come un avvoltoio, e voleva di sicuro aspettare un passo falso du Black, per accaparrarsi il dottore, e per sentirsi superiore perfino al fratello.
"Come osa..."
Il demone davvero non riusciva a sopportare un tale affronto; uscì così dal suo ufficio, con tutta la rabbia che aveva in corpo, deciso a trovare il suo dottore, prima del fratello.

Black Hat era quasi arrivato al laboratorio, quando improvvisamente Flug vi uscì di corsa; vista la velocità dello scienziato, i due non poterono fare a meno di scontrarsi, e vista la carica demoniaca di Black, il povero scienziato venne praticamente placcato e scaraventato a terra; si ritrovò infatti sotto il proprio capo, che nel mentre, per non finire faccia a terra, si stava sostenendo con le mani, che casualmente teneva estremamente vicine al volto del povero essere umano; mentre il suo ginocchio sinistro, aveva prepotentemente preso posto tra le gambe dello sciagurato.
"S-signore?"

"Flug, stai attento a dove cammini" replicò Black Hat, con tono stranamente tranquillo. Il demone rimase poi incantato, mentre ammirava... anzi, divorava con lo sguardo il giovane a lui sottostante; soffermò lo sguardo sul profondo rossore che aveva in volto, e sul labbro inferiore che spuntava dalla sua busta.
Il modo in cui il demone fissava Flug, il modo in cui, inconsapevolmente i suoi occhi si riempivano di lussuria, ed il modo in cui, nel suo corpo si faceva avanti un desiderio quasi irrefrenabile; avevano inevitabilmente portato lo scienziato a fantasticare su temi non molto consoni... "Mi... mi scusi, capo".

Nel sentire quelle parole, e nel vedere lo scienziato così visibilmente vulnerabile, Black Hat venne come pervaso da una sorta di piacere perverso, e non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un ghigno. Egli semplicemente adorava avere il controllo, su tutto e tutti; e nonostante tutta quella vicinanza fosse fortemente inusuale da parte sua, il demone, si sentiva a proprio agio; ma ancora non sentiva di aver instaurato un completo comando...
Iniziò così ad avvicinarsi al dottore, spostando il proprio peso sui gomiti; anzi, posandosi su uno solo di questi, e portando l'altra mano alla mandibola di Flug, carezzandola appena con le dita.
"Tu... mi fai sentire... diverso". Sussurrò, con voce roca.

Claimed [Paperhat translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora