Capitolo 10 - sarò il tuo scudo

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Erano le otto del mattino e, nonostante degli spiragli di luce entrassero dalla finestra, Madison dormiva pesantemente a pancia in giù. Aveva la bocca semiaperta e un braccio sotto al cuscino, in modo da cercare qualche punto fresco sulle lenzuola.
"Madison svegliati" la voce di Gemma giunse alla orecchie della ragazza, facendola girare dall'altro lato. Sentiva i passi diventare sempre più pesanti man mano che sua madre saliva le scale. La porta bianca di camera sua si aprì. "Amore, c'è una persona che ti vuole vedere."
Madison si appoggiò sui gomiti ed alzò la testa, spostandosi i capelli arruffati che le erano finiti sulla faccia. Guardò la madre e sbatté più volte gli occhi prima che la vedesse chiaramente. Da dietro la figura slanciata di Gemma spuntò un ciuffo biondo.
"Luke?!" La mora sbarrò gli occhi. "C-cosa ci fai qui alle sette di domenica mattina?"
"Ricordi che ieri ti ho detto che ti avrei portata fuori?"
"Vi lascio discutere" disse Gemma sorridendo. Uscì dalla stanza e chiuse la porta. Madison sbuffò e fece sprofondare la testa nel cuscino, mentre guardava Luke curiosare nella sua stanza. Si avvicinò ad una foto di Madison; era seduta in spiaggia e sorrideva alla camera mentre guardava il padre farle la foto con i suoi occhioni verdi.
"Eri carina da piccola" disse rimettendo la cornice al suo posto.
"Grazie."
"Allora? Alza il culo che dobbiamo andare!"
"Dove vuoi andare?"
"Ti porto a fare un picnic."
"Un picnic?"
"Un picnic."
Luke si sedette sul bordo del letto e scompigliò ancora di più i capelli di Madison, facendola arrabbiare.
"Luke, piantala!"
Ma lui non smise e iniziò persino a farle il solletico. La risata di Madison fece sorridere Luke che continuò a farle il solletico finché la ragazza, ormai col fiatone, non lo pregò di fermarsi. Il biondo si fermò, trovandosi quasi sdraiato su Madison. I loro visi erano a pochi centimetri di distanza e i loro occhi non smisero di guardarsi nemmeno per un attimo. Luke si avvicinò di più a lei, che chiuse gli occhi e sorrise, ma quando avevano quasi colmato la distanza, lui si fermò e si allontanò di scatto.
"Cambiati, io ti aspetto giù" disse Luke uscendo dalla stanza.
Madison aprì gli occhi, ancora fermi sull'immagine del ragazzo che stava per baciarla, ma questa volta, al posto di Luke c'era il soffitto bianco della sua stanza. Rimase qualche minuto a letto a fissare il vuoto, poi si alzò e si vestì. Optò per un vestito bianco e blu, con una fascia in vita. Solitamente non metteva abiti, ma quel giorno aveva una particolare voglia di sentirsi bella. E dopo essere andata in bagno per truccarsi e pettinarsi, scese le scale lentamente, trascinando i piedi. Aveva paura di farsi vedere così diversa da com'era di solito e per l'agitazione iniziò persino a tremarle una mano. Non appena fece l'ultimo scalino vide Luke alzarsi dal divano, insieme a Gemma e Jason, che guardò Madison shoccato.
"Madison?!"
"Jason" disse la madre a denti stretti. "Lascia stare tua sorella."
Luke rimase a bocca aperta, facendo arrossire la ragazza.
"Andiamo?"
Il biondo fece cenno di si con la testa e dopo aver salutato la famiglia di Madison, uscirono nel parcheggio.
"Spero che tu non sia venuto con la vespa, altrimenti sarà difficile starci sopra senza denudarsi."
"Mio padre mi ha dato la macchina" disse fiero puntando il dito su una jeep grigia.
"L'hai corrotto?"
"No, gli ho solo detto che dovevo portare fuori una bella ragazza e che non potevo fare brutta figura."
Madison scosse la testa e fece un mezzo sorriso. Salirono in macchina e dopo un'ora e mezza di viaggio, passata a chiacchierare e ad ascoltare vecchia musica, arrivarono. Scesero dall'auto e Madison ringraziò il suo buon senso per averle fatto scegliere un paio di scarpe comode per camminare.
"Siamo quasi arrivati" disse Luke col fiatone. "È proprio dopo questo albero."
Una grossa quercia copriva un paesaggio mozzafiato: c'era un prato immenso con un laghetto e una piccola cascata.
"È bellissimo qui" disse Madison guardando dei bambini giocare a pallone.
"Vieni, sediamoci all'ombra."
Luke stese una coperta a quadri sul prato fresco e si sedette, invitando Madison a raggiungerlo sull'erba. La mora si mise a gambe incrociate e si mise a giocherellare con una margherita che aveva appena strappato.
"Grazie" disse togliendo i petali uno ad uno.
"Te l'ho detto, mi fa piacere."
Madison sorrise e per la prima volta, Luke notò due fossette che scavavano le guance della ragazza. "Hai le fossette" disse toccandole la guancia con un dito. "Non le avevo notate, di solito hai sempre i capelli davanti alla faccia."
"Sono una specie di scudo" disse sdraiandosi a pancia in su.
"Dovresti legarli più spesso." Luke si stese di fianco a Madison, appoggiando la testa sulle sue braccia. "Soprattutto quando sei con me."
"Perché?"
"Perché quando sei con me non hai bisogno di avere una protezione. Sono qui per aiutarti, io sono il tuo scudo."
La ragazza si girò e vide Luke che già la stava guardando. I loro occhi, ancora una volta, erano come diventati una cosa sola.
"Posso chiederti una cosa?"
"Si."
Tanto non ho niente da perdere.
"Stamattina eri sul mio letto e ti sei avvicinato così tanto a me da farmi pensare che mi volessi baciare. Davvero, l'ho pensato, ma poi non è successo. Beh, volevo solo sapere cosa volevi fare."
"Volevo baciarti."
"Perché non l'hai fatto?"
Luke sfuggì allo sguardo di Madison e si mise a fissare il cielo che era dello stesso colore dei suoi occhi.
"Sai, stavo già pensando a come sarebbe stato strano dare il mio bacio mentre ero in quelle condizioni disumane" scherzò la ragazza.
Il biondo alzò il busto e si appoggiò sulle mani, guardando Madison.
"Aspetta, aspetta, non hai mai baciato nessuno?"
"No." Luke rise. "È così divertente?"
"Sto solo pensando a quanto tu sia carina e a quanto possano essere stupidi i ragazzi che hanno perso l'occasione di baciarti."
Madison sorrise, mettendosi una mano in faccia, che venne subito spostata da Luke.
"Tu però l'hai fatto, stupido."
"Non voglio ferirti, Madison."
Il volto della ragazza diventò serio. "Ho paura di ferirti e non voglio correre il rischio."
Madison si alzò in piedi. Si sistemò il vestitino sotto lo sguardo di Luke. "Dove vai?"
Lo guardò a lungo senza rispondere. Poi, all'improvviso, si mise a cavalcioni su di lui, reggendosi in piedi grazie alle ginocchia appoggiate ai lati delle gambe di Luke. I loro visi erano così vicini che i loro nasi si toccarono.
"Non me ne frega un cazzo del poi, io penso al presente, a stare bene. E tu Cristo se mi fai stare bene. E se il rischio non vuoi correre il rischio, lo farò io."
Madison mise le mani attorno al suo volto e lo baciò. Le loro labbra si scambiarono un lungo e dolce bacio. "Sei tutto ciò di cui ho sempre avuto bisogno" mormorò Madison.

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Hi everyone, mi piace questo capitolo, è venuto bene [evviva la modestia]. Spero vi piaccia. Ah poi volevo cogliere l'occasione di ringraziare coloro che hanno commentato e votato i capitoli precedenti, love you! A presto, Martina.

Tremare, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora