Capitolo 18 - tutti hanno degli scheletri nascosti nell'armadio

751 65 1
                                    

Madison's pov

Michael uscì dalla stanza lasciandoci soli. Sorrisi e scossi la testa sotto lo sguardo di Luke, ancora seduto sul letto di fianco al mio.
"Da quando conosci Michael?"
Guardai il biondo sdraiarsi a pancia in su mentre si toglieva le scarpe con i piedi per poi buttarle sul pavimento grigio.
"Da quando eravamo piccoli, andavamo all'asilo insieme" dissi sorridendo. Michael è sempre stato così sin da piccino, molto dolce, un grand amico ma anche un gran coglione.
"Era così idiota anche da neonato?"
Luke rise e si passò una mano tra i capelli biondi tutti scompigliati. Fissava il soffitto bianco della stanza e io fissavo lui. Si accorse di me e si girò con un'espressione tipo 'hey Madison smettila di fissarmi come una maniaca' accompagnata da un sorrisetto. In quel momento mi sentii un'emerita squilibrata, ma era troppo bello per non essere guardato.
"Hai intenzione di rispondere alla domanda o..?"
Scossi la testa. Forse lo guardai troppo.
"Eh? cosa?"
Luke mi guardò e rise di nuovo mentre sentivo le mie guance prendere fuoco. Mi misi la mano in faccia e abbassai lo sguardo.
"Non è come pensi."
Sentii la rete metallica del letto muoversi sotto il peso del biondo che si mise seduto. Il suo sguardo bruciava sulla mia pelle.
"Come pensi cosa?"
Scostai leggermente le dita dagli occhi e vidi che Luke stava ridendo mentre mi guardava essere imbarazzante.
"Non ti stavo fissando" dissi iniziando a gesticolare con l'unica mano libera che mi rimaneva.
"Sono tuo, puoi fissarmi quanto vuoi."
Sono tuo, sono tuo, sono tuo. SONO TUO. Sono tuo?!
"Sei mio?"
Luke rise per la millesima volta. Sembravo davvero così stupida?
Risi per l'imbarazzo che sicuramente percepivo solo io. Lui sembrava sempre così sicuro di sè, anche se non ci credevo davvero. Faceva il duro, ma in realtà era uno dei ragazzi più dolci, premurosi e sensibili che abbia mai conosciuto. L'ho capito subito, non appena ho l'ho guardato negli occhi.
"Tuo e tu sei mia."
"Stiamo insieme solo da poche ore e ti sei già impossessato di me?"
Due fossette contornarono il bellissimo sorriso di Luke.
"Si" disse affossando il collo tra le spalle facendo una faccia buffa.
Strinsi le labbra e sorrisi mentre appoggiai la testa al cuscino. Le palpebre quasi mi si chiusero e la figura di Luke davanti a me diventò sempre più piccola.
"Sei stanca?"
Accennai un si muovendo la testa che ormai era diventata pesante quanto un macigno. Il biondo si alzò e si sedette di fianco a me. Appoggiai la testa alla sua gamba e prese ad accarezzarmi la guancia con la sua mano gelida.
"Sei congelato" dissi con un filo di voce.
"Scusa."
Cercò di togliere la mano ma lo fermai.
"No, va bene così."
Ormai non avevo più forze e m'addormentai come un sasso dieci secondi dopo, appoggiata a Luke.
Il mattino dopo mi svegliai con la testa infossata tra le spalle, avevo messo sicuramente in vista i miei magnifici menti. Mossi le labbra ed aprii gli occhi. Luke era di fronte a me, seduto sul letto vuoto intento a fissarmi mentre mangiava un croissant. Quando lo vidi spalancai gli occhi e cercai di 'sistemarmi' asciugandomi la bavetta vicino al labbro inferiore.
"Stronzo non stare lì a fissarmi mentre dormo in un modo imbarazzante" dissi tirandomi leggermente in su. "Quanti menti avevo?"
Luke sorrise e mangiò l'ultimo boccone di brioche. Si allungò verso il comodino ed afferrò il bicchierino di caffè. Ne bevve un sorso e mimò un quattro con le dita.
"Così tanti..? Io ne avevo contati di meno."
Finì anche il caffè e finalmente, dopo due minuti buoni, smise di guardarmi.
"Ti ho sempre vista a scuola" disse mentre si fissava i piedi. "Non avrei mai immaginato che... Avessi questo tipo di problema."
Girai la testa verso la finestra senza tende e guardai fuori. Il sole era in parte coperto da alcuni nuvoloni bianchi.
"Tutti hanno degli scheletri nascosti nell'armadio" dissi rigirandomi.
Luke scosse le spalle e si alzò per buttare il bicchierino marrone che stringeva ancora tra le sue dita lunghe. Intanto la solita infermiera entrò con in mano la sua solita cartellina.
"Buongiorno" disse avvicinandosi a me. "Come stai Madison?"
Sorrisi.
"Molto meglio dopo aver dormito."
Controllò il sacchettino ormai quasi vuoto della flebo attaccata al mio braccio.
"Bene" farfugliò mentre appuntò qualcosa sulla cartellina. "Questa sera possiamo dimetterti."
All'improvviso la mia mano iniziò a tremare terribilmente.
"Quando torni a casa puoi iniziare a prendere le tue pastiglie, ma fino a stasera dovrai sopportare il tremolio."
Il suo tono quasi dispiaciuto mi fece ribrezzo. Alzai gli occhi al cielo e la ringraziai prima che uscisse dalla stanza.
"Madison santo Dio, come stai?"
Jason comparì seguito dai miei genitori.
"Stai bene?" Chiese mio padre afferrandomi la mano. "Non puoi prendere le pastiglie?" Mi chiese vedendomi tremare.
"No e sto bene, ho solo un braccio rotto."
Jason scosse la testa ed iniziò a muoversi avanti e indietro gesticolando. "Voglio proprio sapere chi è la testa di caz..."
"Jason!" Intervenne mia mamma.
"Prima ho parlato con un poliziotto e mi ha detto che noi siamo a posto. Quel tizio ha detto che è stata colpa sua."
Tutta la mia famiglia si girò verso Luke che, imbarazzato, abbassò lo sguardo.
"Vorrei ben vedere!"
"Papà dai calmati, stiamo bene ed è questo l'importante."
"Sarebbe potuta andare molto peggio.."
Spostai lo sguardo verso il biondo che nell'udire quelle parole strizzò gli occhi.
"Papà" intervenni. "Stiamo bene, basta parlarne."
Guardai Luke diventare sempre più piccolo mentre la mia famiglia era attorno al mio letto.
"Beh" disse il ragazzo. "Credo sia ora di andare."

______________________________

Hi there, finalmente sono riuscita a pubblicare il capitolo. Spero vi piaccia, mi raccomando voi commentate per farmi sapere cosa ne pensate. Alla prossima ❤️

Tremare, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora