Capitolo 11 - un passato difficile

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Gli occhi blu di Luke erano fermi su quelli verdi di Madison, i loro visi erano ancora vicini.
"Profumi di menta" mormorò il biondo sfiorando la guancia di lei con il naso.
Due fossette scavarono le guance della mora mentre si passava le dita tra i capelli. Alcune ciocche che le caddero sul volto vennero spostate invece dalla mano di Luke, il cui tocco poi si spostò sul suo volto. Le mise le mani attorno al viso mentre i due pollici le accarezzavano le labbra rosee.
"Sei così bella e nemmeno te ne rendi conto."
Madison non disse niente, si limitò a sorridere alle belle parole di Luke. Posò le mani che le iniziavano a tremare su quelle del ragazzo, ma lui le spostò, facendole mettere le braccia sulle sue gambe. Le guardava le dita sottili appoggiate alla stoffa blu del suo vestito che si muoveva un po' a causa del tremolio. Poi le afferrò le mani e gliele strinse tra le sue.
"Vuoi mangiare?"
"Si" disse Madison alzandosi. "Cos'hai cucinato di buono?"
"In teoria è stata mia madre a preparare tutto, però ho aiutato." Rise. "Comunque qui ci sono dei tramezzini, qualcosa da bere e anche due banane" disse frugando nello zaino e tirando fuori la frutta.
La mora si legò i capelli ed aiutò Luke, che rimase incanto a guardarla, a tirare fuori il cibo. Si sedette e fissò il biondo che era rimasto con le due banane in mano.
"Luke?"
"È che sei davvero bella. Non riesco a non guardarti."
"Non sono bella" disse rubando le banane dalle mani di Luke. "E smettila di farmi complimenti."
"Non smetterò mai di dire la verità."
Quando iniziarono a mangiare il silenzio regnava sovrano. Madison guardava sott'occhio Luke mentre fissava le sue vans nere. Aveva lo sguardo perso. C'era qualcosa che non andava. Finì di mangiare e si avvicinò a lui, che stava addentando l'ultimo pezzo di panino.
"Cosa c'è che non va?"
Luke la guardò ed ingoiò l'ultimo boccone, poi alzò le spalle.
"Niente."
Il tono convinto di Luke non convinse Madison che continuava a guardarlo. C'era qualcosa che non andava e lei ne era sicura.
"Anche io posso aiutarti" disse poggiando una mano sulla sua schiena. Gli occhi di Luke rimasero pietrificati sulle sue scarpe. "Luke, so che c'è qualcosa che ti turba. Non è difficile, devi solo dirmi di cosa si tratta."
"Niente, te l'ho detto."
"E va bene, allora non parliamo finché non mi dici cos'hai."
Il tocco di Madison si staccò dalla sua schiena. Si allontanò un po', ma le sue gambe toccavano ancora quelle del ragazzo. Incrociò le braccia ed aspettò una reazione da Luke, che non tardò ad arrivare.
"Avevo una ragazza, un paio di anni fa." Un filo uscì dalle sue labbra. "È morta in un incidente stradale."
Gli occhi di Madison si spalancarono.
"Avevamo litigato quella sera, ci capitava spesso nell'ultimo periodo."
Una lacrima rigò la sua guancia. "Non volevo che andasse ad una festa, non mi fidavo del ragazzo che guidava. Poi c'era una tempesta e non mi andava che uscisse con quel tempo. Ma abbiamo litigato, per colpa mia, le ho dato della puttana e lei è uscita comunque. Era furiosa con me."
Riuscì a malapena a finire l'ultima frase, la voce gli si ruppe in gola. Sentì un bruciore salirgli dal petto fino al collo.
"Oh mio Dio, Luke.." Disse Madison abbracciandolo. "Mi dispiace tanto."
Rimasero in silenzio per cinque minuti. La guancia della mora era appoggiata alla spalle del ragazzo, che le accarezzò il viso. Nessuno dei due si mosse da quella posizione finché Luke non girò la testa verso di lei.
"Volevo proteggerla e invece le ho solo fatto del male."
"Non è colpa tua."
"Si che lo è, e non voglio fare stare male anche te."
"Non succederà."
"Io voglio proteggerti" le confessò ad un'orecchio. "Non voglio che tu stia male per me. Io.. Non voglio perderti."
Madison alzò la testa e i loro occhi s'incontrarono per l'ennesima volta.
"Non mi perderai."
Il corpo della mora si staccò da lui.
"Questo non puoi saperlo" disse Luke sfiorando il palmo della mano di Madison con il suo indice.
"Beh, te lo dico io!"
"Voglio solo farti stare bene, ho promesso che ti avrei aiutato."
"Il dolore è inevitabile. È sempre qui, dietro la porta che aspetta di uscire. Succederà sempre qualcosa che ti farà stare male, che noi fossimo amici, fidanzati o conoscenti."
Il biondo rimase in silenzio a guardare due bambini rincorrersi nel prato.
"Mi sento così.."
"Impotente?"
"Si, impotente."
"Non dirlo a me" disse Madison guardando le sue mani tremare leggermente. Il silenzio abbracciò di nuovo i loro corpi vicini per altri cinque minuti. Luke cercò di pensare ad altro, i brutti pensieri abbandonarono la sua mente e guardando le mani di Madison si ricordò medicinali che doveva assumere.
"A proposito, hai preso le tue pastiglie?"
"Ah, giusto."
Madison prese la sua borsa ed iniziò a frugarci dentro. In quel momento si maledisse per non aver mai messo in ordine il casino che la riempiva. "Dovevano essere qui, ma non ci sono! Dove diavolo le ho messe?!"
Luke iniziò a ridere mentre guardava la sua Madison impazzire nel cercare le sue pastiglie. "Non ridere!" Lo rimproverò.
"Sei tanto bella quanto incasinata."
Due fossette contornarono il sorriso che si formò sul viso di Madison quando sentii quelle parole. Scosse la testa leggermente e sbuffando cercò di spostare un ciuffo di capelli che le era finito davanti agli occhi, non facendole vedere più niente.
"Dà qua."
Due mani afferrarono la borsa di Madison, portandogliela via. Luke guardò all'interno: carte di caramelle, una pomata, un assorbente, mascara, portafogli, ma nessuna traccia delle pastiglie. Il ciuffo biondo si alzò quando finalmente le trovò. "Trovate!"
"Dov'erano?"
"Nella tasca all'interno."
La mora si slegò i capelli, lasciandoli cadere morbidi sulle spalle, coperte solo da un pezzo di stoffa bianca del vestito. Si avvicinò al biondo ed unì le sue mani verso di lui.
"Sei il mio supereroe Luke Hemmings, cosa farei senza di te?"
La testa di Luke si mosse a destra e a sinistra mentre sorrise, porgendole le due pastiglie che aveva in mano. "Mi passi l'acqua?"
Lui si allungò verso una bottiglietta d'acqua già aperta e gliela passò. Madison buttò giù le pastiglie in un attimo.
Il sole stava lentamente scomparendo dietro delle grandi nuvole grigie di passaggio. Il vento era caldo, nonostante fosse inverno, ma l'Australia era cosí.
Luke e Madison erano sdraiati uno di fianco all'altra. Qualche volta lo sguardo del ragazzo si posava su di lei, che si era addormentata con un braccio sopra il suo petto. Chiuse gli occhi anche lui e si addormentò mentre le accarezzava i capelli. Madison fu svegliata, due ore dopo, da una goccia che le cadde sulla fronte. Guardò in alto: le nuvole avevano coperto interamente il cielo, rendendolo grigio.
"Luke" mormorò scuotendolo un po'. "Piove, ce ne dobbiamo andare."
Si alzò ed iniziò a raccattare la roba mentre il ragazzo si girò dall'altro lato. "Luke, cazzo!"
"Madison" sussurrò.
"Sveglia bell'addormentato, piove."
Si girò di nuovo, rotolando ai piedi della ragazza che aveva giá raccolto tutto. Si tirò in piedi con fatica e si mise lo zaino in spalla prima di prendere la tovaglia ed usarla per coprirsi.
"Vieni sotto."
Madison ubbidì e correndo si diressero verso la macchina. Luke aprì la portiera posteriore e gettò dietro lo zaino. Quando furono entrambi seduti si guardarono. Il vestito blu di Madison si era attaccato alla pelle bagnata. I capelli erano zuppi e le gocciolavano sulle gambe.
"M'ammalerò" disse tremando dal freddo e rannicchiandosi sul sedile, con le gambe avvolte dalle braccia.
Luke accese il riscaldamento e si tolse la maglia. Madison sgranò gli occhi, sentì le guance prenderle fuoco. Tenne lo sguardo fisso sul finestrino, guardava le goccioline di pioggia fare a gara nella discesa verso il basso.
"Perché sei rossa?"
"Non sono rossa" rispose mettendosi le mani sulle guance. "Hai le allucinazioni."
Il biondo sorrise, mise in moto la macchina e partirono.
"Ti vergogni perché sono senza maglia?"
"No, certo che no."
Le goccioline che scendevano dal finestrino erano diventate davvero interessanti agli occhi di Madison. La mora si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e intanto sbirciò Luke, di fianco a lei, a petto nudo.
"Dovresti toglierti il vestito anche tu, è fradicio."
"Nemmeno per sogno."
"Avanti, sarà come vederti in costume!"
"Non voglio farmi vedere nuda."
"Sarai in reggiseno e mutande, sai quante ragazze ho visto!"
"Ah si?"
Luke inchiodò ad un semaforo appena diventato rosso. Si morse il labbro. Dopo la morte di Chloe aveva cercato consolazione andando a letto con un paio di ragazze. Faceva sesso, le cacciava e rimaneva ore a piangere nel letto da solo finché non si addormentava. Aveva anche iniziato a fumare. Quello era l'unico vizio che gli era rimasto.
"Alle feste, sai com'è."
Madison scosse la testa e si sfilò il vestito bagnato, buttandolo sul sedile posteriore. Luke rimase imbambolato a guardarla.
"Luke, il semaforo è diventato verde."

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Hi everyone! Ieri avrei dovuto pubblicare questo capitolo ma mi era venuta in mente un'idea per una one shot e quindi ho usato la serata per scriverla. A proposito, se volete leggerla, è su Calum e s'intitola Saturdays (guardate sul mio account). Comunque, tornando al capitolo, spero vi piaccia quanto quelli precedenti. Commentate e fatemi sapere cosa ne pensante, mi fa piacere! Va beh, vi lascio che è tardissimo, a presto, Martina.

Tremare, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora