"Madison cosa succede?"
Il tono preoccupato di Luke fece agitare Madison che prese a camminare avanti e indietro per la stanza, davanti alla finestra. Sentiva il cuore esploderle nel petto, sapeva che quella non era la scelta giusta, ma era la cosa migliore da fare.
"Possiamo vederci adesso?"
Il respirò di Luke diventò più pesante. Fece un lungo sospiro, si sentì una sedia spostarsi. Probabilmente si sedette. Sapeva che c'era qualcosa che non andava, si capiva, lo si percepiva.
"Puoi.." Luke sospirò di nuovo. "Puoi venire a casa mia, non c'è nessuno."
Madison si fermò e si sedette sul davanzale della finestra. Tenne gli occhi fissi sui suoi piedi, indossava ancora le scarpe. Se sua madre l'avesse vista salire sulla moquette con le sue converse sporche l'avrebbe uccisa.
"Sto arrivando."
La mora chiuse la telefonata e strizzò gli occhi per cercare cacciare le lacrime che le stavano per uscire. Fece un sospiro. Inspirò quanta più aria possibile e scese le scale. Si affacciò in sala e guardò sua madre e suo fratello seduti sul divano intenti a guardare uno di quei programmi stupidi che si registrano principalmente per accompagnare i pasti delle famiglie australiane. In tv c'era un signore grassottello intento a girare una ruota.
"Vado da Luke, torno subito."
Jason la guardò male, alzò gli occhi al cielo. Non sopportava l'idea che sua sorella di vedesse con un ragazzo, era geloso. Mentre Jason cercava di scacciare la sua gelosia, sua madre le fece un sorriso per poi mimate un gesto verso la porta.
"Vai, vai!"
Madison uscì, attraversò la strada e si fermò davanti alla porta della casa di Luke. Si guardò attorno: non c'era in giro anima viva. Fece l'ennesimo sospiro e si strofinò le mani sudate sui jeans attillati. Suonò il campanello. La porta si aprì un paio di secondo dopo. Luke comparve dietro quel pezzo di legno scuro e sorrise cercando di nascondere la preoccupazione che stava prendendo il sopravvento.
"Ciao."
La mora strinse le labbra ed entrò in casa dopo essersi pulita i piedi sul tappetino davanti all'entrata. Si sedette sul divano di pelle nera e cercò di fare un mezzo sorriso, che si tramutò in una smorfia. Luke si sedette di fianco a lei.
"Madison mi dici cos'hai?"
La ragazza prese a torturarsi le unghie ormai tutte rovinate, teneva lo sguardo basso, fisso sul pavimento. Luke rimase in silenzio, aspettava che Madison dicesse qualcosa, e si portò in avanti, appoggiando i gomiti sulle gambe.
"Noi non.. Non possiamo stare più insieme" sputò fuori Madison, tutto d'un colpo. "Luke, io non ti posso chiedere di stare con una persona come me, con così tanti problemi. È una cosa troppo grande da chiederti e non me la sento di continuare tutto questo."
Luke si mise le mani sul volto e strofinò un paio di volte, poi guardò Madison con un'espressione persa, come se non avesse capito bene quello che aveva detto.
"Luke, io non posso chiederti di stare con me, sarebbe troppo e non voglio privarti di nessun divertimento. Tu meriti di stare con una ragazza normale, sana, che possa fare qualsiasi cosa con te. Non puoi stare con me, non voglio essere un peso per nessuno."
Il ragazzo aveva lo sguardo perso, fissava un punto indefinito sul pavimento di legno. Poi guardò Madison, stava piangendo. Era ben consapevole che tra qualche secondo sarebbe scoppiato, ma non gliene importò. Una lacrima gli scese sul viso e iniziò a piangere anche lui.
"Perché mi stai facendo questo, Madison? Io ti amo, come puoi pensare che tu sia un peso per me?"
La mora continuò a piangere, le lacrime scendevano veloci sulle guance per poi finire sul tappeto ai suoi piedi. I suoi occhi verdi incrociarono quelli di blu di Luke. Poi si alzò, calma. Si allungò la felpa e si asciugò il volto bagnato.
"Hai visto anche tu tutti quei mariti che stavano accompagnando le loro mogli a quella conferenza del cazzo, gli hai visti, ci hai anche parlato con uno di loro e.. Non voglio che finisca così anche tu. Non voglio che perdi i tuoi anni migliori per accudire una ragazzina malata di Parkinson, non te lo meriti."
Madison camminò lentamente verso la porta da cui poco prima era entrata. Appoggiò la mano sulla maniglia d'ottone. Era gelida. Luke non disse una parola, c'era silenzio. L'unica cosa che si sentiva erano i singhiozzi del ragazzo che ormai non riusciva più a trattenersi. Madison abbassò lo sguardo e aprì la porta.
"Non voglio farti soffrire Luke."
Il biondo si girò e guardò la sua ragazza, la sua Madison andare via, con gli occhi lucidi e tutti arrossati. Poi si alzò in piedi.
"Ma lo stai facendo Madison, mi stai facendo un male cane."
Una lacrima attraversò la guancia di Madison. Il suo sguardo non si alzò più da terra. Uscì e prima di chiudere la porta incrociò di nuovo lo sguardo di Luke, che stava ancora piangendo.
"Mi dispiace."
Madison chiuse la porta dietro di sé, si guardò in giro per la millesima volta. La strada era ancora vuota, nessuno. Si fece scivolare per terra, sedendosi sul gradino davanti all'entrata.
"Vaffanculo."
Si sentì Luke gridare da dentro, poi ci fu un tonfo. Avrà calciato qualcosa, avrà lanciato qualcosa per terra. Poi il silenzio. Madison si trovava lì. Ancora, come sempre, seduta per terra davanti a casa Hemmings, come tutti i giorni quando lei e Luke si sedevano lì a parlare. Chiacchieravano per ore quei due, senza badare al tempo che volava. Ma quella volta era diverso: Madison era sola.___________________________
Buongiorno belle personcine, scusate se sto pubblicando troppo velocemente questi ultimi capitoli ma vorrei far finire questa fanfiction il prima possibile dato che ne ho iniziata a scrivere un'altra. Non ho intenzione di renderla pubblica finché non avrò finito di scrivere Tremare, ho già provato a gestire due fanfiction in contemporanea ma è troppo un casino. Niente, spero che anche il capitolo 23 vi sia piaciuto, da questa parte in poi ci saranno un sacco di colpi di scena. Non vedo l'ora di pubblicare questi ultimi capitoli, mi ha preso troppo bene anche a me questa fanfiction lol.
Anyway, ringrazio le due belle donzelle che hanno commentato il 22, spero commentiate anche questo. Vi prego, mandatemi un segno, un segnale di fumo, qualsiasi cosa ma fatemi sapere che ci siete e che non sto scrivendo questa ff solo per dei fantasmi. Ah, ovviamente ringrazio anche coloro che votano continuamente i capitoli, grazie tante!
Ora scappo, scusate il lungo commento. Un bacio ♡
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Tremare, l.h
Teen FictionLa vita di una diciottenne, fatta di promesse distrutte e di insicurezze che divorano parte del suo corpo, s'intreccia con quella di un musicista che l'aiuterà a superare anche le più piccole difficoltà. Due ragazzi, apparentemente così differenti...