Madison sbirciò Michael dalla finestra. Corse goffamente con la sua chitarra sulle spalle dall'altro lato della strada verso due ragazzi, anche loro con degli strumenti.
Non li vide bene, ma poté assicurare che uno dei due fosse il ragazzo visto la sera prima dalla sua stanza. I primi due si incamminarono mentre il terzo si girò, come se avesse capito che c'era qualcuno intento a fissarlo. Guardò in giro, partì dall'altro lati della strada per poi finire sulla casa di Madison. Quando la vide sorrise, i suoi occhi blu erano fissi su di lei.
"Ma quello è.."
"Chi?" Gemma spuntò dalla cucina e si avvicinò alla figlia, mettendole una mano sulle spalla.
"Quello è il ragazzo di stamattina!"
Il biondo la fissò e la salutò con la mano, Madison fece lo stesso.
"Oh ti sei fatta un nuovo amico!" Disse felice la madre.
"Non è un.." Gemma la interruppe.
"Come si chiama?"
"Non lo so mamma, non lo conosco!"
La ragazza si staccò dalla finestra e si mise sul divano, seguita dalla donna. Posò la testa all'appoggia schiena e chiuse gli occhi.
"Dovresti conoscerlo, sembra bello."
"Mamma!"
"Scusa!" Gemma accarezzò il viso di Madison e le diede un bacio sulla fronte.
La donna tornò in cucina, mentre la figlia si addormentò e rimase sul divano fino alla mattina successiva. Era stanca e ormai, dopo tre mesi rinchiusa in una clinica, aveva perso l'abitudine di uscire e si affaticava subito. Si svegliò verso le sei. La madre era già scesa in cucina e stava preparando la colazione. L'odore di pancakes aveva invaso tutta la stanza. Si alzò con fatica e raggiunse Gemma. "Buongiorno" disse sbadigliando.
"Oh buongiorno tesoro, ti sto preparando i pancakes con la nutella."
Madison si sedette al tavolo, facendosi servire la colazione. Prese in mano una forchetta, coltello e cercò di mangiare, ma il tremolio era troppo fastidioso per ignorarlo. La mora gettò le posate sul piatto facendo rumore. "Non ho più fame" disse alzandosi.
"Smettila e mangia, non hai ancora preso le pastiglie. È normale che ti tremino le mani."
"No davvero, mi è passata la fame." Madison le schioccò un bacio sulla guancia e la ringraziò prima di sparire in camera a prepararsi per andare a scuola.
Erano le sette e dieci, Madison era già pronta, così costrinse la madre a portarla a scuola prima. "Perché vuoi così tanto andare a scuola in anticipo?"
"Non ho più voglia di stare in casa."
La Jeep bianca si fermò davanti all'entrata di scuola. "Buona giornata, ricordati che oggi ritornano papà e Jason."
"Ah giusto! Vengono a prendermi loro quindi?"
"Si, dico a papà di venire verso le due e mezzo."
"Va bene, ciao mamma!"
Madison scese dalla macchina ed aspettò che sua madre andasse via. Si guardò in giro, la scuola era deserta. Fece un sospiro e si sedette sul solito muretto. "Cosa fai, mi segui?" Un ragazzo spuntò dalla strada e si mise di fianco a Madison.
"Ancora tu!" Rise.
"Ti ho vista uscire di casa e venire verso scuola, così ho pensato volessi un po' di compagnia."
Madison aggrottò la fronte. "Come hai fatto a vedermi?"
"Abitiamo uno di fronte all'altro."
"Non ti ho mai visto."
"Mi sono trasferito da due quartieri più avanti, circa tre mesi fa. Io piuttosto non ti ho mai vista."
"Ero in clinica" sussurrò con un filo di voce.
"Cosa?" Chiese il biondo tirando fuori una sigaretta e portandosela alla bocca.
"Niente, è solo che in quei mesi ero in Francia."
"Che paese del cazzo la Francia!" Accese la sua Malboro con un accendino blu shock ed incrociò le gambe. "Ti sei divertita?"
"Si.. Credo."
"Comunque sono Luke" disse porgendo la mano libera.
"Madison."
La mora guardava Luke, come portava la sigaretta alla bocca ed espirava la nuvola di fumo che poi svaniva in pochi secondi. Guardò Madison e sorrise. "Che c'è? Vuoi fare un tiro?"
"Non ho mai provato."
Le spiegò come fare, che doveva aspirare piano, trattenere il fumo e buttarlo fuori dalla bocca. Poi le porse la sigaretta, Madison la guardò. Fece passare lo sguardo dagli occhi blu di Luke alla malboro. L'afferrò con delicatezza, tentò di portarla alla bocca ma le tramava la mano.
"Hai freddo?"
"Cosa?"
"Ti tremano le mani."
Le guance diventarono di fuoco. "No, sto bene" fece una pausa e continuò. "Forse non dovrei fumare."
"Oh avanti!" Luke le afferrò la mano tremolante e gliela portò alle labbra. Fece un tiro, tenne dentro il fumo e lo buttò fuori subito dopo con gli occhi chiusi.
"Dio" disse Madison.
"Dovresti fumare più spesso."
"Ma sei pazzo? Se mi scopre mia madre sono morta, poi con le pastiglie che devo prendere è come veleno."
"Che pastiglie?"
Madison spalancò gli occhi e si schiaffò una mano sulla fronte, stava riflettendo su quanto fosse stata stupida a parlare delle sue pastiglie. Perché non riusciva mai a tenere la bocca chiusa?
"Sono un disastro" pensò._____________________________.
Here I am, ciao a tutti, scusate se riesco a postare solo di sera ma sono in Canada ed a causa del fuso non riesco a fare altrimenti. Beh, comunque spero che questo capitolo vi piaccia, mi raccomando fatemi sapere cosa ne pensate in un commento. Alla prossima, un bacio.
STAI LEGGENDO
Tremare, l.h
Novela JuvenilLa vita di una diciottenne, fatta di promesse distrutte e di insicurezze che divorano parte del suo corpo, s'intreccia con quella di un musicista che l'aiuterà a superare anche le più piccole difficoltà. Due ragazzi, apparentemente così differenti...