Lo amo.

17.8K 769 59
                                    

Dormire in quel letto scomodo che mi era stato assegnato, mi procurò un mal di schiena tremendo e alzarmi fu una fatica enorme. Rivolsi uno sguardo a Justin e Lucy davvero schifata. Dormivano beatamente e non lontani, ma vicini.

Mi andai a lavare velocemente il corpo, indossai un comodo vestito turchese e all star bianche. Feci i boccoli ai miei amati capelli, presi la borsa mettendo dentro l'iphone, il portafoglio, le cose che mi sarebbero potuto servire, e uscì dalla camera per andare al bar.

Dopo aver tirato la moneta il giorno precedente mi sentivo una confusione in testa che nessuno era capace di farmi ragionare per bene.

Avevo paura di innamorarmi della persona sbagliata, avevo paura di non trovarmi nella giusta situazione. Avevo paura che forse quella sbagliata e che provava solo cose sbagliati fossi io. "Buongiorno" mi voltai per vedere chi fosse e mi ritrovai un uomo bellissimo, con i suoi occhi blu che fissavano i miei. "Buongiorno professore Mark" gli risposi cortesemente fingendo un falso sorriso. Ero diventata bravissima a fingere sorrisi, la cosa mi riusciva alquanto facile. "Posso?" mi chiese indicando la sedia vicino alla mia, annuì timidamente e lui si mise comodo. "Vado a prendere qualcosa" dissi alzandomi senza nemmeno dargli il tempo di ribattere. Mi avviai verso il bancone dove vi era una donna bellissima, capelli biondi, occhi sul verde scuro. E un sorriso che mi rivolse. "Desidera?" mi chiese con quella sua vocina, e con l'accento. "Un cornetto e un milk shake per favore" chiesi a mia volta gentilmente. Mi fu dato ciò che chiesi "ecco a lei" mi porse il tutto, con la mano libera estrassi dalla borsa il portafoglio prendendo una banconota che diedi alla signora "grazie mille" le rivolsi un sorriso e tornai al tavolo dove mi aspettava Mark sorridente "Non dovevi" disse quasi serio, ma poi sorrise nuovamente ed io andai letteralmente in confusione. Quel sorriso era stupendo, un uomo perfetto. E poi cavolo, aveva dei pettorali da urlo. La maglietta bianca che indossava lasciava immaginare. "Almeno abbiamo qualcosa da sgranocchiare" gli passai il suo cornetto e bevvi un pò del mio milk shake. Addentò il suo cornetto in un modo sexy, se volevo apparire sexy ci era riuscito alla grande. "Cosa ci fai sveglia a quest'ora?" mi chiese pulendosi con uno di quei fazzoletti che lasciano bocca e mani appiccicose. "Non lo so a dire la verità. E lei?" dissi sinceramente. Forse perché andai a dormire col pensiero di Justin. "Dammi del tu. Mi fai sentire vecchio e non lo sono" disse ridendo, risi anche io. "Avevo voglia di fare un giro" continuò dopo. Bevvi un altro sorso di quella meravigliosa bevanda e annuì. "Justin?" chiese di botto, sgranai gli occhi a quella domanda. "Dorme" risposi secca. Non poteva prendere quell'argomento che tanto odiavo. Lo odiavo perché a tutti sembrava una cosa impossibile, io sembravo pazza alla loro vista. Mentre per me era tutto una cosa normalissima. "Secondo te perché era geloso?" continuò a chiedere. "Perché sono sua sorella?" dissi ironicamente. Certo, sennò perché? "No secondo me no" addenta un altro pezzo di cornetto, sporcandosi con la poca nutella che vi era dentro. "Ma certo che si." ribattei sicura, ne avevo abbastanza. "Torno in camera, ci si vede in giro" mi alzai dal tavolo ma fui bloccata "Non scappare dalla verità" mi sussurrò alzandosi anche lui. La distanza tra le nostre labbra non era molta ed ebbi paura che mi stesse per baciare. "Non scappo da niente. Ho solo voglia di vedere il mio ragazzo" mi liberai dalla sua presa e scappai da quel bar e da lui.
"Brianna" una voce femminile bloccò la mia piccola corsa, mi fermai riprendendo aria per i miei polmoni "Salve signora preside" le rivolsi un sorriso "Potresti svegliare tu tutti quanti?" mi chiese indicando le porte a fila che c'erano. "Certamente" un favore non fa male a nessuno. "Dì che ci vediamo tutti al bar. Ordine mio" disse allontanandosi con i suoi tacchi che echeggiavano nell'aria.

Entrai prima in camera nostra per svegliare i due che dormivano beatamente fino a qualche mezz'oretta fa. Aprì la porta senza badare al fatto che potessi svegliare uno dei due, e trovai Lucy in intimo che entrava nuovamente in bagno. Andai su tutte le furie, non poteva girare in intimo, non con lui in camera. "Ma ti sembra il modo di girare in camera?" le chiesi alzando la voce di giusto un pò per sentire i passi di Justin farsi sempre più vicini. Senza rispondere la ragazza entrò in bagno prima che il ragazzo potesse vederla.

Guardai per un attimo i suoi addominali, la tartaruga che si era formata, lui. I suoi capelli scompigliati, il sorriso sempre stupendo stampato su quel viso angelico. "Hey" mi sussurra avvicinandosi di più a me "Muoviti a vestirti. La preside vuole vedere tutti al bar" dissi freddamente cercando di uscire dalla stanza per andare ad avvisare gli altri. "Aspetta" mi bloccò il polso "Vieni qua" i suoi addominali si scontrarono col il mio petto, i miei occhi guardavano fissi i suoi, era bello quando lo guardavo negli occhi. Potevo capire cose che nessun'altro poteva capire di lui. "Mi sei mancata questa notte nel netto, lo sai?" iniziò a baciarmi la guancia delicatamente fino ad arrivare al collo. Ed ecco i brividi che tornavano. Mi faceva un effetto assurdo. "Non credo. Avevi una bella compagnia" ribattei in un sussurro, troppo presa dal momento. "Non bella quanto la tua" sapevo che quelle cose non le pensava davvero. Con poche forze che avevo lo allontanai dal mio corpo ed uscì ad avvisare gli altri con la testa che pensava a Justin.

"Andiamo a visitare Londra. Il nostro primo giorno, siete pronti?" chiese la preside rivolgendosi a tutti.

Io avevo già detto che sarei rimasta in camera, controllata dal professore Mark. "Mi scusi, io non starei molto bene. Potrei rimanere in camera con mia sorella?" rimasi a bocca aperta, e fui abbastanza nervosa. "Si Bieber" rispose soltanto.

Quando tutti andarono via per le strade di Londra io e Justin ci avviammo in camera in silenzio, nessuno dei due aveva voglia di parlare, il silenzio parlava per noi. "Io sono in camera, se avete bisogno non esitate a venire da me" avvisò Mark, noi annuimmo ed entrammo dentro la nostra camera.

Approfittai della mancanza di Lucy per sdraiarmi nel suo lato del letto che condivideva con Justin. Per la troppa stanchezza chiusi gli occhi cercando di rilassarmi o almeno far rilassare la schiena, che faceva malissimo. Li riaprì qualche minuto dopo che Justin si sdraiò vicino a me, con la sua mano sulla mia pancia, ero incastrata da lui. "Se lo scopre Lucy o Johanna poi chi le sente" dissi ironicamente cercando di togliere il suo pesante braccio da me, ma fu un gesto inutile "Non mi importa nulla di loro, vuoi capirlo?" sbottò alzandosi di scatto "Sei strana con me. Non ne capisco il motivo" continuò quasi urlando. Non potevo di certo digli che ero gelosa, sarei stata infantile a farlo. Lui poteva fare ciò che voleva. "Sei gelosa Brianna?" venne verso di me, sdraiandosi sul mio corpo, fissando le mie labbra, ed io le sue. "Se sei gelosa ti capisco" sussurrò su di esse. "Perché?" sussurrai a mia volta. "Sono geloso di qualsiasi ragazzo ti abbia mai abbracciato, perché per un secondo lui, ha abbracciato il mio fottuto mondo." posò le sue labbra sulle mie, ci baciammo fino a perdere il fiato. Quella frase, quella fottuta frase mi rese felice. Misi le mie mani attorno al suo collo, intrecciandole. Lo baciai come non mai, ogni bacio nostro era come aria mancata, ne avevo di bisogno. Avevo bisogno sentire la sua saliva nella mia bocca che si espandeva con la mia, la sua lingua che giocava a rincorrersi con la mia, le sue labbra morbide combaciavano perfettamente con le mie. "Sono gelosa anche io, non voglio che nessun'altra ti tocchi." sussurrai tra le sue labbra mentre ci baciavano, ancora e ancora. Per un tempo non considerato. "Voglio solo te" mi morse il labbro facendomi uscire un pò di sangue che si espanse sia nella mia che nella sua di bocca. Lui voleva me, solo me. Allora tutto ciò che provavo lo provava anche lui? "Ma tu stai con quella testa di cazzo" si tolse da me, ed ebbi un mancamento d'aria. Come se il mio vivere dipendesse da quelle sue fottuto bellissime labbra. A me non importava di Jorge, o di Lucy, o di Johanna o di chiunque altro. Io volevo lui. Solo lui. Lo feci sdraiare e mi posizionai io su di lui "Io voglio solo te, e ne sono sicura. Mi piaci, cazzo." dissi convinta.

Il suo sorriso dopo la mia frase era quello che volevo, volevo vederlo felice insieme a me. Solo io potevo vedere quel meraviglioso sorriso, solo io e nessun'altra. Solo io potevo sentire le sue labbra, assaggiarle, morderle, leccarle. Solo io, io ne avevo il permesso. Le altre no!

Amavo i suoi occhi, i suoi capelli, il suo naso, la sua bocca, il suo corpo, il suo modo di fare. Amavo lui più di chiunque altro potessi amare. Amavo Justin più di me. Ero sicura, io lo amavo.

È possibile amare mio fratello?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora