È possibile amare mio fratello?

22.

Facemmo l'amore, non in un letto, ma in un posto alquanto scomodo, a noi semplicemente non importò, ci bastava avere i nostri corpi uniti, i nostri gemiti e stavamo bene.

Passarono due ore e semplicemente eravamo stanchi. Lui più di me. "Dovresti andare a dormire" ruppi il silenzio che si era creato tra di noi, si sentiva solo il parlare della tv. "No" mi guardò. I suoi occhi erano diventati più scuri, aveva una specie di contorno rosso, ed erano piccoli, come se li avesse socchiusi. Era evidentemente molto stanco. "Andiamo tutti e due a dormire" annunciai, felice. "Io in un letto insieme a te non ci dormo" sorrise malizioso. Le mie guance iniziarono a prendere un colorito sul rosso, e lui rise. "Andiamo" mi alzai dal divano, seguita da lui che si sistemava il pantalone. Che poi, non riuscivo mai a capire del perché non indossasse mai una cintura, aveva sempre i jeans sotto al culo, tanto valeva non li portasse e basta.

Insieme andammo di sopra, entrai prima io e mi buttai immediatamente sull'enorme letto posto al centro. Sentì il rumore della chiave che girava, mi alzai di scatto. "Che hai in mente?" chiesi, anche se lo sapevo già, e a dirla tutta non mi dispiaceva per niente.

Mi sorrise e si avvicinò a me con passi veloce e decisi, mi misi comoda in modo da non stare troppo scomoda. Si fiondò subito sulle mie labbra, iniziando a morderle. Smise di morderle e infilò la lingua nella mia bocca. Gli tirai leggermente i capelli, strinse di più la coscia, che ormai era sul suo bacino. Curvai la testa indietro, per dare il permesso a lui di baciarmi il collo, e subito dopo scendere al mio seno, ancora coperto dal top bianco, che sfilò subito dopo, facendomi rimanere in intimo. Con le lunghe dita, faceva dei cerchi immaginari. Ero vogliosa di lui, non mi importava se avevamo fatto l'amore due ore prima, avevo bisogno di sentirlo dentro di me, di sentirlo spingere a fondo, di sentire la sua pelle al contatto con la mia. Non mi sarei mai stancata di sentirlo gemere e sussurrare il mio nome, di sentirlo urlare dal piacere, di sentirlo mio. Non mi sarei mai stancata di fare l'amore con lui.

Stava ormai torturando il mio seno, con la lingua e succhiando il capezzolo ormai duro. Trattenevo ogni tipo di gemito, mi mordevo le labbra e tiravo i suoi capelli. Lasciò il seno e prese l'altro, facendo lo stesso lavoro. Smise di torturare i seni e scese giù, baciandomi la pancia, facendomi buttare la testa indietro. Arrivò allo short, sbottonò i bottoni e abbassò la zip. Li tolse con un gesto rapido, buttandoli a terra, in un punto indefinito, mi sorrise ed io mi sciolsi. Amavo ogni sorriso che rivolgeva a me.

Passò ad accarezzarmi l'interno coscia, e con le dita toccò la mia intimità, sospirai rumorosamente, ma sembrò più un gemito. Baciò i punti che aveva accarezzato, e passò a baciare anche l'intimità con fare sexy. Ero eccitata, avevo bisogno di sentirlo dentro.

"Justin, per favore" sussurrai. Amava farsi implorare, mentre io lo odiavo.

Mi tolse l'ultimo indumento che aveva in corpo e torturò la mia intimità con le dita, fino ad infilare un dito dentro, instintivamente urlai, volevo di più. Afferrai le sue mani portandole sul mio seno, lui capì cosa volevo, e posizionò il suo viso in mezzo alle gambe, iniziò a giocare con i capezzoli, infilando la lingua dentro. Alzai i fianchi mordendomi il labbro. Insieme alla lingua infilò anche due dita, muovendoli insieme. Il mio corpo stava bruciando, non capivo più nulla, gemevo forte, quasi come se stessi urlando. I suoi movimenti con le dita erano aggressivi e non dolci, non capivo il motivo. Strinse i denti dando un'altra spinta fortissima con le dita. Urlai talmente forte che echeggiò in camera. Avevo voglia, ero eccitata, però contemporaneamente mi stava facendo male, troppo male.
"B-basta" parlai a tratti, ma a lui sembrò non importare, continuava i suoi movimenti aggressivi. "J-justin" lo richiamai, sentivo fin troppo dolore. Lentamente lasciò uscire le dita e leccò il contorno. Mi sentì sollevata, il dolore c'era, ma avevo comunque voglia, il mio corpo era accaldato e io dovevo raggiungere l'orgasmo il prima possibile.