Capitolo 6.

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Non riuscii a dormire, in realtà neanche ci provai.
Non potevo dormire dopo quello che era successo quel pomeriggio, non potevo togliermi dalla testa quel bacio, non potevo togliermi dalla testa la sensazione di farfalle nello stomaco, non potevo neanche dimenticare le parole di Thomas.
Continuavano a rimbombarmi nella testa, sempre più forti.
La delusione si fece sempre più grande, sentivo un peso tremendo addosso.
Decisi di scrivere a Thomas per chiedergli scusa.

Newt: Scusa Thomas, non so perché l'ho fatto.

Scrissi quel messaggio con fretta, come se dovessi sbrigarmi prima che lui inizi ad odiarmi.
A me non interessava se tutti sapevano il mio orientamento sessuale, a me importava solo di Thomas.
Di quello che lui pensasse di me.
Di quello che lui dicesse di me.

Passò mezz'ora e ancora Thomas non aveva risposto.
E ancora io non avevo sonno.
Erano le 03:45 e Thomas mi rispose pochi minuti dopo.

Thomas: Io non capisco cosa ti passa per la mente.
Io non sono gay e tu non mi piaci.
Anzi, voglio che tu mi stia lontano per un pò.

A quelle parole il mio cuore perse 100 battiti.
Lo sapevo che non dovevo farlo.
Avevo rovinato tutto e ora Thomas mi odiava.

Newt: Thomas, non finirò mai di chiederti scusa.
Ho sbagliato, lo so.
Però ti prego, non allontanarti da me.
Non dirmi che lo fai perché sono gay...

Thomas: No Newt, non lo faccio perché sei gay.
Lo faccio perché non mi stai simpatico, perché non mi piaci, perché non sopporto più la tua presenza ovunque.
Ora non mi cercare più.

Newt: Ok, farò come vuoi.
Scusa, Tommy.

Non avrei mai immaginato la mia prima chat con Thomas così.
Passai il resto della notte a piangere, a pensare alle sue parole.
E fecero male, troppo male.

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Newt, il bacio, le parole che gli ho detto, la chat.

Queste erano le uniche cose che mi passavano per la mente.
Non volevo rispondergli così.
Non volevo staccarmi da quel bacio.
Non volevo dirgli quelle cose.
Ma non volevo neanche farlo stare male.
Farlo entrare nella mia vita è troppo pericoloso.
Gli finirebbe male, e inoltre lo cambierei in peggio.
E non posso rovinare un essere così fantastico.

Non pensai ad altro che alle sue morbide labbra, alle sue mani sul mio viso, al rossore creato nelle sue guance quando ci staccammo.
Era così bello, così fragile.
L'avrei ribaciato se solo avessi potuto.

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La mattina dopo non volevo andare a scuola, ma ero già mancato e quel giorno avrei avuto un compito di fisica.
Quindi mi alzai, sempre pensando agli episodi del giorno prima.
Controllai il telefono, sperando in un messaggio di Thomas.
Ma ovviamente non c'era nulla.

A scuola passai tutto il tempo a scarabocchiare sul banco: frasi, disegni, labbra, tutte le cose che mi facevano ricordare Thomas.
Le prime tre ore passarono velocemente, e durante il compito provai a concentrarmi, ma fallii miseramente scrivendo poche cose.

Finalmente era ricreazione.
O sfortunatamente?
Non sapevo se volevo vedere Thomas.
Ma uscii comunque dalla classe e iniziai a camminare per la mensa, cercandolo con lo sguardo.
Dopo 10 minuti di ricerca, lo vidi da lontano.
Era seduto su una scala, aveva una matita nella mano destra e un quaderno sulle gambe.
Stava disegnando, e sembrava essere disperso nei suoi sogni.
Era così bello.
Il cuore iniziò a battermi forte, come se volesse uscire dal petto.
E in quel momento capii che Thomas era la mia unica debolezza.

Provai ad avvicinarmi a lui, ma Thomas mi vide e si alzò subito andando via.
Lo seguii con la mano, come se potesse restare con me.

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Uscii dalla mensa quando vidi Newt avvicinarsi a me.
Odio ignorarlo.
È la cosa più difficile del mondo.
Finalmente ho capito.
Ho capito tutto quando Greg lo infastidiva, e mi arrabbiai così tanto da riempirlo di pugni.
Ho capito cosa provavo.
Ho capito perché non provavo niente di forte per Theresa.
Perché semplicemente, non sono etero.
E semplicemente, mi piace Newt.
Posso mentire, posso dire tutte le cavolate del mondo, ma devo ammettere che infondo mi piace dal primo giorno che l'ho visto.
Semplicemente non lo sapevo, e non me lo aspettavo.
Ma non potevo stare con lui.

Alla fine della scuola andai subito a casa.
Quel giorno non pranzai, e non feci neanche ricreazione.
Non riuscivo a mangiare.
Arrivato a casa trovai l'unica persona che desideravo non trovare.
Lukas, l'amante di mia madre.
Già, mio padre era in viaggio per lavoro molto lontano.
Sarebbe rimasto fuori molto tempo e mia madre trovò qualcuno con cui divertirsi.
Mi minacciò.
Se avessi parlato con papà o con chiunque altro di Lukas mi avrebbe fatto male.
E so che lei può farmi davvero tanto male.
Mia madre non mi ha mai voluto bene e non ha mai tenuto alla famiglia.
Si è sposata con papà perché è stata costretta dai genitori, non lo amava.
Mi ha sempre rinfacciato il fatto che io fossi nato "per sbaglio".
Purtroppo non ha mai voluto un figlio, semplicemente non voleva abortire perché ancora non era una vipera, ed aveva un pò di pietà.
Due anni fa, rimase incinta.
Decise di abortire al quinto mese affermando che già di mostro in casa ne aveva uno, non voleva pure il secondo.
Ovviamente si riferiva a me.
Io e lei non abbiamo mai parlato tanto, e quando lo facevamo era solo per litigare.
Mi ritiene uno stupido adolescente, che sta sempre fuori e che fa di tutto per allontanarsi da casa.

"Vorrei che tu non fossi mio figlio."

Una volta pronunciò queste parole, dopo una litigata.

Lukas era lì, seduto sul divano, rivolto verso la tv ormai spenta.
Si alzò dal divano con un bicchiere di vino in mano, aveva bevuto.
Iniziai a tremare, sapendo quello che sarebbe successo da lì a poco.

-Dimmi, dove sei stato?-

-A scuola, dove dovevo essere?- dissi sbuffando.

-Non sbuffare con me, moccioso. -

-Io sbuffo quando mi pare e piace.- dissi prima di girarmi e cominciare a camminare.

-Non ti permettere a parlarmi così.- e poco dopo mi arrivò un ceffone sul viso.

-FINISCILA, LUKAS.-

-E se continuassi?- disse dandomene un altro.

-Cacchio ti odio.Non farai mai parte di questa famiglia.-

È inutile dire che mi arrivò un pugno.

-Sali, prima che cambi idea.-

Salii in camera mia.
Sentivo gli occhi gonfiarsi, le lacrime scendere e il viso prendere un colore rosso accesso a causa della rabbia.
Non ce la feci più, e piansi.
Piansi come non ho fatto mai.
In quelle lacrime c'era tristezza, rabbia, stanchezza, frustrazione.
E consapevolezza.
Sapevo di non poter stare con Newt a causa di questa mia vita.
A causa di Lukas.
Lui odia profondamente tutti gli orientamenti sessuali che non siano 'etero'.
E se venisse a sapere della mia omosessualità, finirebbe male a me e a Newt.
E non permetterò mai che accada qualcosa di brutto a Newt.
Per questo non posso stare con Newt.

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Minho provò a convincermi ad uscire di casa per andare al cinema, ma non ci riuscì.
E quindi portò il cinema a casa mia.
Noleggiò un film d'azione, ha comprato la pizza, le bevande ed è venuto a casa mia.
Quando lo vidi rimasi scioccato e lui con fare scherzoso disse:-Oh vero, ho dimenticato le rose e il peluche.-

Ci misimo a ridere e iniziammo a preparare tutto.
Minho sistemo il divano, con la coperta e i cuscini.
Io invece apparecchiai il tavolino davanti la tv.
Iniziammo a guardare il film e a mangiare la pizza.
Grazie al mio migliore amico passai una bella serata, e non pensai a Thomas tanto.
Minho era ufficialmente il migliore.

Gente, ecco il sesto capitolo.
Scusate se è corto, avevo un'idea ma volevo inserirla nel capitolo 7 o 8.
Spero vi piaccia boh.
Come state voi?

Weakness. [Newtmas]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora