15. Amore. Irrefrenabile, pazzo Amore.

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* Angolo autrice*

Grazie di essere arrivate fino a qui. Grazie, perchè ogni volta che vedo una nuova visual, trovo la giusta spinta per far continuare questa storia *inchino*.

Ci tenevo tanto a dirvi che questo capitolo è stato in parte ispirato da questa meravigliosa canzone :


Buona lettura!
Tess <3 

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Eravamo soli in mezzo al corridoio. Io davanti a lui, lui davanti a me. 

Aveva gli occhi spenti, le labbra screpolate dai suoi stessi morsi, le occhiaie. Emanava un'aura negativa e nervosa, quasi irriconoscibile.
Ma era sempre lui, il mio Armin.
Il senso di vuoto e di disperazione che mi pervadeva si ricolmò alla sua sola vista e dimenticai d'un tratto l'orrenda settimana che avevo passato. Sparì ogni dolore, si lenì ogni ferita, mi sentii rinascere, non mi importava di nulla, non volevo neanche ascoltare le sue scuse, lo avevo già perdonato...Volevo semplicemente gettarmi tra sue braccia e lasciarmi cullare dal suo amore, avevo un disperato bisogno di sapere che mi amava ancora...

- Ho passato una settimana orribile - Disse d'un tratto, tenendo lo sguardo rivolto verso di me, ma fissava il vuoto - Ma non perché sia stato punito ingiustamente o abbia spaccato pietre. Ho passato una settimana di merda perché sono un vigliacco. Un bambino. Un idiota. Perché temevo la tua fama... Avevo paura di perdere il mio posto nel tuo cuore.
Mi sentivo in conflitto con i tuoi spasimanti, con gli altri cadetti che volevano chiederti di uscire seppure a conoscenza del nostro fidanzamento, come se io non esistessi o non valessi a niente. Non mi sono mai sentito alla tua altezza, né al pari della metà dei ragazzi virili e forti di quell'esercito, quindi: aggiungi ad un misero cagasotto una dose di gelosia incontrollata ed accecante ed avrai un coglione che lascia nel bel mezzo del nulla la sua fidanzata alla prima difficoltà. E se non fosse stato per Levi, ti avrebbero stuprata.
A causa mia. E' stata tutta colpa mia.
Non merito nemmeno che tu ricorda come sono fatto. Come ho potuto dirti che ti amo per poi lasciarti in pericolo?
Ma il fatto è questo, io ti amo.
E ti amo da stare male, da impazzire, da non sapersi spiegare perché...Ma soprattutto ti amo da vivere, da lottare, da essere felice senza chiedere e semplicemente godere di questo dono inestimabile. Ho rovinato tutto a causa della mia debolezza. Riuscirai mai a perdonarmi?
Continuerai mai ad amarmi nonostante ora sapessi come sono fatto veramente? - 

Forse Armin non aveva capito che mi amava la metà di quanto lo amassi io.
Non aveva ben compreso il suo essere unico ed insostituibile, inarrivabile. 
Mi avvicinai a lui dolcemente e gli presi le mani, facendo segno di seguirmi...
- Dove vuoi andare? - 



********


Pace. Era un senso di pace assoluta quella che provavo stando a diretto contatto.
Niente stoffe, niente accessori od ostacoli, solo le morbide lenzuola sotto le ginocchia, sul resto del corpo solo la pelle. Annusavo il suo dolce profumo e rabbrividivo. Ero così presa dal momento da non riuscire nemmeno a pensare, avevo a me tutto ciò di cui la mia anima ed il mio corpo avevano bisogno. Sotto i polpastrelli percepivo il ruvido della sua pelle rabbrividita al tocco delle mie carezze e più lo toccavo, più sentivo il corpo svuotarsi da ogni peso; vedere il suo viso rilassato, felice e abbandonato totalmente a me mi faceva sentire soddisfatta, come se avessi compiuto una missione. Ogni tanto mi lasciava un dolce bacio da qualche parte, lo lasciavo andare ovunque desiderasse, ero lì per lui, totalmente ed esclusivamente sua.
Lui fece lo stesso, lasciandomi carta bianca su dove spostarmi, ma non c'era spazio per le perversioni: finivamo sempre con l'avvicinare i nostri cuori in un abbraccio, le nostre labbra in un bacio e i nostri occhi nell'amore più Puro e Vero.

> Dio, quanto ti amo Armin, quanto ti amo...

Mentre pensavo a queste parole cominciai a piangere ed Armin nel vedermi cominciò a farlo anche lui, ci stringemmo così forte da farci male, "ma l'amore che spacca le ossa non lascia nessuna ferita". Quella candela era l'unica fonte di luce nella stanza, posata sul comodino accanto al letto, la finestra aperta faceva tremare la fiamma, ma non la spense.
Facemmo dolcemente l'amore, tenendo le dita intrecciate ed i corpi  sempre uniti, impazzivo nel vedere la sua espressione eccitata ed il suo ansimare che si faceva sempre più forte ogni volta che scendeva più in profondità, mentre ogni tanto un timido sorriso curvava sulle sue labbra... Avevo giurato a me stessa che la mia prima volta sarebbe stata con una persona che sentivo di amare veramente e restai fedele al mio giuramento. 
Quella notte ci spogliammo definitivamente delle nostre corazze, mettendo in mostra le nostre debolezze più acute, in uno scambio di fiducia reciproco: non era per niente facile mettere così in mostra le nostre fragilità, ma fu un'occasione per conoscerci ancora più nel profondo, per poi riuscire a proteggerci quando ne avremmo avuto bisogno.
Armin in quel preciso istante capì che non gli era mai stata fatta alcuna colpa per il suo errore e riuscì finalmente a perdonare se stesso.
Al di là delle idee di giusto e sbagliato non c'era nient'altro che lui, per me. La fonte essenziale della mia vita.

Mi addormentai sdraiata sul suo petto, con le braccia cinte attorno la sua pancia, mentre mi accarezzava i capelli e mi lasciava teneri baci sulla testa.
Poco prima dell'alba, però, dovette andar via per iniziare l'addestramento.
Mentre si rivestiva, notai quanto, assieme al suo spirito, anche il suo corpo mutò: aveva grandi spalle da uomo, una schiena robusta e forte, piena di graffi, scottature ed abrasioni. Quel corpo al quale mi ero unita quella notte era il contenitore della grande anima di Armin, che portò, da allora, anche un po' della mia.
Prima che alzasse la camicia per coprirsi le spalle, mi gettai su di lui baciandogli ancora una volta quella stupenda schiena. Sussultò e ridacchiò.
- Dai, piccola, devo andare! - 
Annuii e lo lasciai fare.
- Ci vediamo stasera...- Mi disse, salendo coi piedi sulla ringhiera.
- Ti amo...- 

> Ti amo anche io, Armin...

Si gettò nel vuoto sparendo dalla mia vista e sentii allontanarsi il rumore degli arpioni del movimento tridimensionale.
Rimasi seduta in mezzo al letto vuoto e mi stesi ancora un po'.
Che meraviglia, le lenzuola avevano il suo odore...
Strinsi il cuscino e mi riaddormentai, immaginandolo ancora lì con me. Davanti ai miei occhi la sua immagine e gli istanti della notte appena trascorsa.
Tacquero anche i pensieri.
Non avevo bisogno di aggiungere nulla, la mia vita visse un arco di tempo di perfezione.
Era tornato, mi amava ancora e più di prima.
Ero pronta a ripartire,  a difendere a spada tratta il mio posto nel mondo, sempre con lui accanto a me.










Armin, All in! - Scommetto tutto su di te_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora