7. Ti giuro l'amore

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La campana annunciava le sette di sera e il suo canto si estendeva in tutto il cortile del Quartier Generale. In infermeria non c'era nessun ferito o malato, ero rimasta solo io per le pulizie generali. Tenevo in mano dei ferri da sterilizzare e, passando davanti la finestra che tenevo aperta, guardavo il campo di addestramento cadetti vuoto. Non ci entrava nessuno da due giorni, nessuna prova fisica, nessun grido. Solo il prato arido illuminato dai mille colori caldi del tramonto, lo stesso che timidamente creava dei punti di luce nella penombra della stanza in cui mi trovavo. Proprio quella sera, i comandanti delle tre legioni avrebbero annunciato i nuovi cadetti. In cuor mio, speravo.

- Cadetto Arlert a rapporto! -

La porta si aprì violentemente e per lo spavento feci cadere i ferri, provocando un gran frastuono, ma poco ci badai, perchè avevo cose molto più importanti a cui pensare...

- Eh, eh...Ce l'ho fatta! -

Ricordo ancora la sua timida fierezza ed il saluto militare appena abbozzato.
 Lasciato da civile e tornato da soldato.
Ero commossa e raggiante, ma mai quanto lui, decisamente soddisfatto della sua riuscita, colmo di speranze per il suo obiettivo raggiunto. Con la divisa era veramente bellissimo. Non lo vedevo nè sentivo da più di quattro giorni e mi godetti il suo improvviso ritorno da trionfatore. Mi gettai su di lui portandolo col sedere a terra, immergendo la sua guancia di teneri baci schioccanti, con le mie braccia che cingevano il suo collo. Ero fiera del mio soldato.

-Dopo questi quattro giorni infernali, un po' di dolcezza è proprio quello che mi ci vuole -.

I suoi occhi cielo erano calamite per i miei, avrei passato ore ed ore a cercare di cogliere le mille sfumature di azzurro contenute  in quell'immenso cerchio che ora era colmo d'amore riservato solo a me. Mi pervase un brivido fin dentro il midollo mentre sentivo le sue dita che delicatamente percorrevano la mia schiena, e poi più giù, lungo i fianchi...E ancora su, dolcemente, mentre le mie mani partivano quasi in automatico  a fare lo stesso, in uno scambio di dolci carezze.

- Mi sei mancata tantissimo...-

Il suo dolce sussurro mi eccitò e  commosse allo stesso tempo. Quell'arco di tempo senza di lui fu un vero inferno, ma era valsa la pena aspettare.
Attenagliò possessivamente la mia testa tra le sue mani e mi lasciò un dolce bacio sulla fronte, che posò poi contro la sua. Da quella prospettiva notai il paonazzo delle sue guance che evidenziarono ancor di più quegli occhi che timidamente cercavano il mio sguardo,  per poi sviarlo a causa dell'imbarazzo, in un gioco fuggitivo di sensazioni ed emozioni, mentre la mia mano destra era salita lungo la nuca con le dita intrecciate nei morbidi capelli biondi.  Lo avvicinai sempre di più al mio viso e quanto più sentivo il suo respiro vicino, tanto più ne percepivo la calda temperatura ed il fresco profumo di menta che emanava, un profumo che divenne presto un sapore stampato sulle mie labbra...Un dolcissimo bacio  che desideravo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Emanai un sussulto di piacere e allungai le braccia in avanti per farmi avvolgere anche col corpo, ricevendo in tutta risposta un suo abbraccio così fogace da potarmi leggermente all'indietro.
In quel preciso istante Armin trasformò il bacio in un delicato morso sul labbro inferiore, preliminare alla sua lingua che mi annunciava dolcemente il suo volere qualcosa in più:  aprii lentamente la bocca e mi lasciai andare totalmente, sforando in una vera e propria passione. Intanto le mie mani continuavano ad accarezzare quei capelli  per il quale andavo letteralmente pazza.Corpo contro corpo, bocca dentro bocca, cuori all'unisono: era mio. Solo ed esclusivamente mio, il mio punto di partenza e di ritorno, il mio unico pensiero. Mi riaccese dentro.
Durò tanto da non avere più fiato, ma nessuno dei due aveva la minima intenzione di staccarsi, stremati e felici, sfogati, innamorati persi.
Ci guardammo poi increduli con un sorrisetto ebete, mentra le mani si intrecciavano.

- Io...- manifestò timidamente  - Io non...Non immaginavo di poter provare tutto questo per te. Sono stupito da me stesso, non me lo so spiegare. So solo che averti incontrata è stato il miracolo più grande che abbia potuto ricevere in questa discesa agli Inferi...-

La rabbia che provai nel non poter rispondere a quelle parole così profonde, sentite e vere mi innervosì così tanto da portarmi in uno stato quasi catatonico, ma Armin stesso riuscì ad essere 
causa e cura a quella mia collera:

-  Non stare male per il tuo mutismo. Non ho bisogno che tu mi dica qualcosa per capire che ci tieni a me almeno tanto quanto ci tengo io. Nessuno ha mai fatto per me quello che hai fatto, e che che sono sicuro, continuerai a fare tu-. 

> Voglio vivere per te...

Capimmo entrambi che quello era l'inizio di qualcosa di immenso. 

Armin, All in! - Scommetto tutto su di te_Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora