L'ingresso del distretto di Trost venne preso d'assalto dal numero inquantificabile di persone provenienti da Shiganshina. Nessuno aveva idea di cosa fare, dove andare e con chi, eravamo un branco di pecore senza pastore. Gli episodi di panico furono molti, i superstiti pretendevano aiuto dall'esercito, molte persone chiedevano ad altre se avessero visto i loro parenti. Come se non bastasse, i cittadini di Trost scesero nella medesima piazza per protestare il nostro arrivo, motivo per il quale scoppiarono violente risse. Per riportare l'ordine furono sparati molti colpi al cielo, anche se non servì a migliorare la situazione. Ero spaventata a morte e sola, ma il ricordo di Armin ancora vivo, mi diede lo slancio per ricominciare a ragionare e restare lucida.
> Non posso restare qui.
Cercai di allontanarmi il più possibile dalla folla e passando sotto le palafitte dell'attracco risalii un ponte roccioso, arrampicandomi. Una volta a terra, corsi lungo un viale larghissimo, andando contromano ad altra folla, ascoltando le parole che, senza alcun tatto, urlavano contro di noi, appena scampati alla morte.
- Ci porterete via il cibo! E il lavoro! Non c'è spazio per voi! -
- Lasciateci in pace, tutti!-
- Luridi parassiti! -
Sentivo le energie diminuire ad ogni passo e la corsa diventare sempre più lenta, le gambe bruciavano come fiamme, anche per colpa dalla contusione provocata dalle macerie.Devo resistere. Non posso mollare. Devo andare avanti! Oh, Armin...dove sei?
Il caos non diminuiva, più salivo il distretto, più la folla continuava a scendere verso la mia direzione. Vidi uno spiraglio di salvezza dietro una bassa siepe, dove svenni.
******
- Si sta svegliando! Dai, Armin, dammi una mano! -
- Ma certamente...Eren! Non la tenere in quel modo, le fai male il braccio. Guarda, tienila come la tengo io, così...Gaah! Accidenti! -Aprii gli occhi e mi ritrovai tra le braccia di Armin ed Eren, accanto a loro Mikasa, ed un anziano signore. Sentivo goccioloni scendere dai miei occhi, nel cuore il volo di ali di mille farfalle.
- Puoi parlare? - Chiese dolcemente Armin.
Scossi la testa, con aria demoralizzata.
- Oh... Ah, accidenti. Ehi, guardami. Stai tranquilla. Anche se non parli, troveremo il modo di comunicare, vedrai-> Quanto tempo ho passato a guardarti da lontano. É meraviglioso tu ora mi sia vicino...
Pensando questo, quasi senza accorgermene, gli avevo cinto il collo con le braccia e mi accolse come una culla.
- Hai perso tutto, non è così? Sei sola?-
Annuii.
- Quindi, da come ho capito, sei di Shiganshina, vero? -Annuii di nuovo, metre tenevo le mani sulle sue spalle così fragili, ma di certo più forti delle mie. Annuii ancora, e ancora, mentre continuavo a singhiozzare silenziosamente. Stava dando voce alle mie richieste di aiuto. Mikasa mi venne vicino:
- È così sei rimasta da sola senza nessuno. Ma almeno, con noi, sarà meglio di niente?-
- MALEDETTI GIGANTI! PERCHÈ? PERCHÈ TUTTO QUESTO? AAAH!
Vi giuro, che li sterminerò TUTTI! Dal primo all'ULTIMO! -Gridò furibondo Eren, dando sfogo a tutta la sua rabbia.
- L'importante è che ora, con un po' di umanità ed amore reciproco, possiamo rialzarci e andare avanti... - Aggiunse l'anziano signore.
Restai in loro compagnia per alcune ore, Mikasa mi pettinò con le dita i lunghi capelli spettinati, raccogliendomeli in una treccia. Armin sussultò nel vedermi, arrossendo leggermente.- Sei veramente molto carina, hai dei bellissimi capelli! - Commentò, mentre Mikasa sistemava un fiore sul mio orecchio sinitro.
Non li ringrazierò mai abbastanza per avermi accolta in quel modo, fu un attimo di pace prima della tempesta...
STAI LEGGENDO
Armin, All in! - Scommetto tutto su di te_
FanfictionDopo la devastazione del distretto di Shiganshina, tra la rabbia che non potevo esternare e la disperazione per aver perso TUTTO, nel mio silenzio volevo a tutti i costi proteggere l'unica cosa che mi era rimasta: ARMIN.