Capitolo 4

4K 212 14
                                    

-Emma, guarda che bella sciarpa!- Alex mi indicò una soffice striscia di lana bianca.

Le sorrisi. Quello sarebbe stato di sicuro il mio regalo per lei, insieme a qualche altra cosa. -Sì, hai ragione.- non riuscivo, però, ad essere completamente entusiasta di essere lì con lei. Non per Alex, ovviamente, ma perché quella tipica atmosfera natalizia mi ricordava troppo James ed era proprio ciò di cui avevo meno bisogno in quel momento.

-Qualcosa non va?- mi chiese dolcemente Alex, come quando una madre consola il figlio. Lei era come una sorella per me: riusciva a capire qualsiasi cosa provassi semplicemente guardandomi, e viceversa.

-No, è solo che... ecco, tutto questo,- indicai con un gesto della mano quello che ci circondava -mi ricorda troppo James e... fa male.- conclusi guardandola negli occhi.

Lei mi sorrise comprensiva e mi abbracciò stringendomi con affetto il corpo -Sono sicura che lo troverai, ovunque sia. Probabilmente fino ad adesso hai sbagliato approccio: magari non devi aspettarlo, ma trovarlo tu stessa.- quelle parole mi fecero riflettere.

Effettivamente io avevo sempre sperato che il moro mi passasse davanti casualmente, ma non avevo mai pensato di farmi coraggio e cercarlo. La verità era che l'idea di trovarlo mi intimoriva enormemente: come avrei fatto nel caso di un rifiuto da parte sua nei miei confronti? Non sarei riuscita a sopportare una situazione del genere. Però mi fidavo dei consigli di Alex, quindi ci avrei provato.

-Ti ho mai detto che sei un genio? Beh, lo sei.- le dissi allegra, mentre lei rise.

-Ma io lo sapevo già.- mi spinse leggermente dal gomito e ridemmo insieme. Poi continuò -Allora, io devo prendere delle cose per mia madre, tu se vuoi fai un giretto, va bene?- mi chiese gentilmente.

-Certo, dove ci incontriamo dopo?- mi guardai intorno e notai quanta gente allegra e spensierata girasse tra le bancarelle senza pensieri negativi per la testa, probabilmente. Ripensai a James e mi chiesi se in quel momento lui, ovunque fosse, si sentisse felice, se mi pensasse ogni tanto.

Solo quando Alex mi passò una mano davanti agli occhi, mi accorsi che mi stava chiamando da qualche minuto, senza ottenere una qualche risposta da parte mia. -Emma?- disse nuovamente la bionda con tono preoccupato.

-Ehm sì, scusa,- sorrisi -dicevi?- la guardai attendendo una risposta.

-Che potremmo ritrovarci davanti alla fontanella dell'acqua tra una mezz'ora, sei d'accordo?- io annuii in risposta e lei, naturalmente, comprese il motivo del mio comportamento -Ancora James, dico bene?- il mio silenzio fu la conferma. Guardai altrove per non farle notare i miei occhi verdi velati di lacrime che da un momento all'altro mi avrebbero inondato il viso.

-Allora tra trenta minuti alla fontana?- finsi un sorriso che lei ricambiò con uno più vero e semplicemente stupendo.

-Sì, a dopo bella!- ci scambiammo un bacio sulla guancia. Lei sorrideva ancora. Le brillavano gli occhi quando era felice e mi trasmetteva calma e tranquillità. Era la cosa migliore che mi fosse mai capitata.

Iniziai ad osservare ciò che i mercanti avevano disposto sulle bancarelle e ripensai alla sciarpa bianca: forse avrei dovuto prenderla subito per non rischiare poi di non ritrovarla successivamente.

Mi ritrovai di nuovo di fronte al viso rassicurante della donna anziana che mi sorrise -Dimmi pure, cara. Cosa ti serve?- io guardai il ripiano ricoperto di tessuti vari per ritrovare quella nuvoletta soffice e candida ma rimasi delusa: qualcuno l'aveva già acquistata.

-Ehm, niente, vedo che non c'è più.- la donna sorrise e mi chiesi il motivo.

Lo compresi grazie alle sue parole -Cerchi la sciarpa bianca per la tua amica, vero?- annuii e lei inondò le mie orecchie con la sua dolce risata -Sapevo che saresti venuta a prenderla, così te l'ho messa da parte.- sorrisi riconoscente.

Era stato davvero gentile da parte sua. -Grazie tante, signora.- lei scomparì dentro al furgoncino contenente il resto della merce: sciarpe, guanti, maglioni e capelli di tutti i colori. Tradotto: il paradiso di Alex. La mia migliore amica adorava quei capi d'abbigliamento.

La signora era assente da alcuni minuti e io per passare il tempo iniziai a canticchiare qualche melodia natalizia.

-But I'mma be under the mistletoe... with you, shawty with you... with you, shawty with you... with you, under the mistletoe...- involontariamente mi uscirono dalle labbra queste parole, accompagnate dalla melodia che inondava i miei pensieri. Da quando l'avevo suonata per la prima volta, il ritmo era cambiato e ora risultava lievemente più veloce e allegra. Probabilmente era tutto merito della presenza di Alex. Anzi, sicuramente.

La signora sbucò dalla portiera bianca e mi porse un pacchettino blu con il nastro oro ed era facile intuire cosa contenesse: era molto morbido, come la sciarpa.

-Te l'ho già incartato, cara. Sono quindici sterline.- io le sorrisi riconoscente.

Le avvicinai la banconota -Grazie mille, buon lavoro!- mi girai canticchiando la mia melodia con un tono dolce.

All'improvviso andai a sbattere contro qualcuno e il pacchetto mi sfuggì dalle mani. Mi abbassai per raccoglierlo -Scusi, andavo di fretta.- farfugliai, alzandomi. Guardai la persona contro cui ero andata e mi ritrovai davanti un ragazzo con il ciuffo scuro alzato e gli occhi color nocciola.

L'avevo già visto da qualche parte, ma non ricordai dove fino a quando lui non parlò. -Ecco chi mi ricordavi! Tu sei la ragazza del centro commerciale.- disse lui, sorridendo. Ah, già.

Risposi velocemente -Sì, come vuoi. Come ho già detto sono di fretta, quindi, se permetti dovrei andare.- mi girai verso la strada che mi avrebbe portato alla fontanella dove avevo l'appuntamento con Alex.

Lui mi impedì di camminare afferrandomi un braccio -Ho sentito che hai continuato la canzone.- mi disse.

Inarcai un sopracciglio -Sì. Scusa, mi aspetta la mia amica.- dissi, scocciata.

-È carina?- mi chiese malizioso.

Era serio?

Scoppiai a ridere -Sì, molto, ma è "impegnata"- mimai le virgolette e lui rise -con Matt Kayse, capitano della squadra di football, perciò...- lasciai la frase in sospeso.

-Non ho speranze?- mi chiese, avvicinandosi, e io scossi la testa.

- È semplicemente un idiota senza cervello che fa avanti e indietro lungo un campo per inseguire un pallone, ma "lui è figo", parole di Alex.- lì scoppiammo a ridere entrambi.

-Sono Zayn, comunque.- allungò la mano verso di me.

-Emma.- dissi e la strinsi con la mia. La sua pelle era morbida e calda, abbastanza piacevole.

- Conosciuta anche come "vischio".- rise alla sua battuta che mi aveva parecchio infastidita. Come si era permesso a fare una battuta così squallida? Gli lanciai un'occhiataccia e rivolsi lo sguardo verso Alex che mi sorrideva dalla panchina disposta di fianco alla fontana.

Alzai la mano come saluto verso di lei -Divertente.- non lo guardai nemmeno e iniziai a camminare.

-Ehi, ma cosa ho fatto?- sentii dire dal ragazzo che credeva forse di essere molto spiritoso.

Kiss me underneath the mistletoeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora