Capitolo 8

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-Adesso però fa veramente troppo freddo, è meglio andare.- mi disse dolcemente.

Io annuii e mi alzai dalla panchina, seguita da Zayn. Poi mi asciugai velocemente le ultime lacrime. Iniziammo a camminare, diretti ognuno verso la propria casa.

Dopo qualche minuto decisi di rompere il silenzio che si era creato -Mi dispiace, non ho fatto altro che parlare.- dissi.

Lui spalancò gli occhi nocciola -Emma, non ti preoccupare minimamente. Tu avevi bisogno di sfogarti e io volevo conoscerti. Non devi sentirti in colpa, capito?- mi tranquillizzò lui.

Sorrisi lievemente e lui strinse le mie dita con le sue, calde e morbide. -Grazie, Zayn. La prossima volta mi racconterai qualcosa tu?- chiesi speranzosa.

Una persona che ti ascolta per più di un'ora è veramente una persona speciale. E io ne avevo bisogno. Volevo che diventassimo amici, e forse eravamo già sulla buona strada.

-Certo. Magari ti suonerò qualche mia melodia.- disse sorridente.

-Waliyha dice che sei bravo anche a cantare.- gli feci notare.

Lui abbassò lo sguardo verso le sue scarpe consumate -Mia sorella esagera.- si grattò il collo, in imbarazzo. Questa sua reazione mi fece sorridere involontariamente. Era tenera la sua timidezza.

-Io voglio sentire la tua voce comunque.- il mio tono non ammetteva repliche.

Zayn rise spensierato -Va bene, Emma.- si arrese.

A un certo punto si fermò. Mancavano pochi isolati alla mia casa.

-Io devo andare da quella parte.- indicò un sentiero che conduceva dall'altra parte rispetto alla mia destinazione.

-Io abito lì, in fondo alla strada.- lui annuì.

Mi guardò negli occhi e sorrise.

Poi prese una mia ciocca castana tra le dita e l'attorcigliò delicatamente, osservando ogni punta. Poco dopo si avvicinò al mio viso e con le sue labbra impresse un dolce bacio sulla mia guancia. Dopo aver sistemato la ciocca dietro il mio orecchio, sussurrò -Non tagliarli, mi piacciono i tuoi capelli lunghi.- la sua frase provocò una mia risata.

-Sei un impiccione, Zayn!- esclamai divertita.

-Beh, lo so.- disse fiero di sé.

Io alzai gli occhi al cielo e iniziai ad incamminarmi verso la mia villetta -Sei proprio un idiota. Alla prossima, Zayn.- salutai senza guardarlo.

-Buona notte, Emma!- disse con tono divertito.

Quella notte non riuscii a prendere sonno. Le coperte mi infastidivano, ma la temperatura era troppo bassa per non coprirsi.

Sbuffai rumorosamente e le spostai per poter alzarmi. Appoggiai i piedi al pavimento per cercare le pantofole e rabbrividii: quelle mattonelle erano gelide. Una volta indossate, mi diressi al mio armadio di legno chiaro e lo aprii in cerca di un maglione caldo. Ne presi uno a caso e scesi le scale. Accesi la luce della cucina e mi sedetti su una delle quattro sedie.

Mi sentivo agitata. Tutti quei ricordi per me erano delle torture. Lente e insopportabili.

Appoggiai i gomiti sul tavolo e notai il colore del maglione indossato.

Iniziai a piangere.

Era blu. Blu come gli occhi dolci e grandi di James. Blu come il cielo che ammiravamo insieme quell'estate durante la notte. Avrei dovuto scegliere un altro maglione. Perché proprio quello? Mi ero tirata la zappa sui piedi da sola. Prima raccontando i miei ricordi a Zayn, e poi vedendo il mio James ovunque.

Kiss me underneath the mistletoeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora