Capitolo 7

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-È iniziato tutto l'anno scorso, io e i miei genitori siamo andati in vacanza a Roma per l'estate. Era tutto così bello e caldo, mi piaceva troppo l'Italia. Ma era niente in confronto a un ragazzo che avevo incontrato per le strade di quella città affollata. I suoi occhi erano così... brillanti e limpidi, come le acque blu e profonde del mare. Mi avevano colpita subito, così come la sua dolcezza infinita. Mi sentivo la principessa di una fiaba con lui. Abbiamo iniziato a passare le giornate insieme, non ci stancavamo mai di stare sdraiati sul tetto della sua auto a fissare le stelle. A volte eravamo capaci di stare ore e ore a parlare. Mi ero innamorata di lui. Solo che poi è arrivato Settembre e io sarei dovuta tornare qui a Londra per frequentare il terzo anno. Ma eravamo così tanto uniti e non sarei mai voluta partire, volevo restare a Roma, con lui.- mi fermai qualche istante per prendere fiato.

Ma i ricordi iniziarono ad affollarsi nella mia mente. Non riuscivo a non sentirmi invasa dalla tristezza ripensando a quei giorni passati con il mio grande amore.

Iniziai a singhiozzare e Zayn se ne accorse.

Abbassai lo sguardo per non permettere che vedesse le mie lacrime. La sua mano si mosse timidamente e raggiunse la mia. Delicatamente intrecciò le nostre dita e io mi sentii confortata. -Continua Emma- mi incoraggiò Zayn stringendo dolcemente le mie dita.

Alzai velocemente il viso verso l'alto e osservai il cielo grigio e cupo di Dicembre. Era invaso dalle nuvole come il mio cuore dalla stanchezza, dalla rabbia e dalla tristezza. Volevo superare il più in fretta possibile questa situazione. Speravo che parlarne con il moro seduto accanto a me potesse aiutarmi.

Mi asciugai con il dorso della mano le guance e sorrisi timidamente. -Beh, rimanere non era possibile. Lui avrebbe iniziato l'università in Irlanda e io sarei tornata alla mia solita routine. Così Settembre finì con la stessa velocità con cui era arrivato interrompendo le vacanze estive più belle che avessi mai avuto. Ci sentivamo spesso per telefono, ma non era la stessa cosa. Un giorno stavo tornando a casa distrattamente, non guardavo niente e nessuno. Lo ricordo come se fosse ieri, ho infilato la chiave nel cancelletto di casa quando all'improvviso ho sentito il suo profumo invadermi le narici. Non saprei descrivere ciò che ho provato, so solo che è stato meraviglioso. Mi sono girata velocemente e mi sono fatta stringere dalle sue braccia forti. Ho iniziato a piangere per la gioia- sorrisi al ricordo di quel pomeriggio e Zayn mi accarezzò con il pollice il dorso della mano che stava stringendo -poi è successo tutto così dolcemente: mi ha preso il viso tra le mani e si è avvicinato lentamente, come per paura di non essere ricambiato, ma io- risi amaramente -non aspettavo altro da mesi. Così le nostre labbra si sono scontrate. Ero un po' insicura inizialmente. Ma è stato il primo bacio perfetto, quello che ho sempre sognato.- mi scese un'altra lacrima salata.

Zayn mise una mano dentro alla tasca del suo giubbotto e ne tirò fuori un pacchetto di fazzoletti. Ne prese uno e asciugò delicatamente il mio viso, prima le guance e poi gli zigomi. Successivamente mi accarezzò dolcemente il viso provocandomi altri brividi.

-Che è successo dopo il bacio?- il suo tono mi confortò: era dolce e rassicurante. Lo stesso con il quale avevo cantato quel pomeriggio alla sua sorellina.

Respirai profondamente per calmarmi, poi continuai il mio racconto -È rimasto con me qui, a Londra, ma i suoi genitori erano contrari, volevano che continuasse i suoi studi universitari per diventare avvocato come il padre. Ma lui mi amava e non voleva stare distante da me. Io ero il suo sole e lui era il mio, giravamo uno intorno all'altra senza fermarci. Il nostro amore ci teneva uniti.- Zayn sorrise -Siamo andati avanti così per un po', poi è arrivato il tanto atteso periodo natalizio.- il mio tono di voce divenne più cupo e il moro se ne accorse.

Si sistemò meglio sulla panchina e ascoltò ancora più interessato di prima.

-Io ero a scuola quel giorno e, quando sono tornata a casa, l'ho trovato ad aspettarmi sul divano con un ramo di vischio tra le mani. Mi venne spontaneo sorridere perché mi ricordai di avergli raccontato quanto desiderassi un bacio sotto il vischio. Te l'ho detto, mi faceva sentire una principessa, riusciva sempre ad accontentarmi e a farmi sorridere. Intuii quindi che volesse donarmi quel bacio, ma io volevo aspettare almeno la vigilia di Natale, per rendere tutto più romantico. Lui voleva sempre scherzare e ha iniziato a rincorrermi per tutta la casa con quel rametto in mano cercando di baciarmi. Mi stavo divertendo molto, non avrei mai potuto immaginare che sarebbe finita così male, ancora oggi mi pento di non averlo baciato subito, con il ramo ad osservarci sopra alle nostre teste.- all'improvviso mi fermai.

Non volevo più andare avanti. Sapevo che tutti quei ricordi, che avevo cercato di reprimere in quell'anno, mi avrebbero distrutta psicologicamente. Iniziai a tremare impaurita e insicura.

-Ehi, stai tranquilla. So che adesso ti stai pentendo di aver ricordato tutti quei momenti, ma io ti aiuterò in qualche modo, te lo prometto.- disse nel tentativo di tranquillizzarmi.

-Sono scappata da casa e mi sono ritrovata in strada dopo aver percorso il giardinetto. Lui mi ha seguita. Abbiamo corso ancora, fino a quando iniziò a mancarmi il fiato per la stanchezza. Così mi arresi e lui felice si è avvicinato per baciarmi. Entrambi ci scordammo di essere in mezzo alla strada in quel momento, seppure sulle strisce pedonali, e da lì tutto il mio mondo è andato in frantumi. Tutto per colpa di un bastardo che andava di fretta, troppo distratto per accorgersi di noi due.- strinsi la mano, che Zayn non stava accarezzando, in un pugno per la rabbia.

Rabbia verso quell'uomo e rabbia verso me stessa.

-Non vorrai dirmi che...- lui si interruppe, ma io intuii ugualmente cosa stesse cercando di dire.

-Sì, l'ha investito. Era proprio nella sua traiettoria. Io ero leggermente più spostata, quindi sono solo finita dall'altro lato della strada, mi sono rotta il polso per la caduta. Ma a James non è andata così bene. L'ho visto rotolare sopra al tetto dell'auto per poi cadere sulla strada.- non mi interessava più che Zayn potesse vedere le lacrime. Avevo bisogno di sfogarmi. -È stato orribile, Zayn. Vedere la persona a cui hai donato il tuo cuore in una pozza di sangue. Ho avuto gli incubi ogni notte per quasi quattro mesi. Ancora adesso mi succede. Io dentro casa mia che vedo tutto dalla finestra, ma non posso salvarlo perché sono legata. È come se ogni volta rivivessi quel momento. E ogni volta piango, mi dimeno, ma niente. Io sono impotente davanti a tutto. Ma quell'uomo non ha fatto niente per aiutarci, è sfrecciato via lungo la strada.- gridai arrabbiata.

Il ragazzo era scioccato e leggermente scosso.

Senza pensarci due volte mi abbracciò trasmettendomi tutto il suo calore e il suo conforto. Quell'abbraccio mi tranquillizzò. Era proprio ciò di cui avevo bisogno.

Affondai il viso tra il suo collo e la sua spalla.

Profumava. Un profumo fresco e delizioso, che mi regalò una sensazione di pace.

-La cosa peggiore è che i suoi genitori non mi hanno più permesso di vederlo. Pensavano che fossi la causa di tutto. E avevano ragione. Io ora non so dove sia, non so se sia vivo o meno. Nessuno voleva che mi avvicinassi a quella stanza dell'ospedale. Per questo passo interi pomeriggi a suonare per il centro commerciale. Io spero che lui sia vivo, che venga a cercarmi e riconosca la mia voce. Ma mi basterebbe anche solo sapere che è vivo e felice. Io sono sempre in dubbio, Zayn, non so se dovrei dimenticarlo o cercarlo o... non lo so.- dissi sconfortata.

Lui mi strinsi con più forza e contemporaneamente affetto. -Mi dispiace così tanto, Emma, veramente. Non meriti tutto ciò che hai passato. Mi dispiace per aver fatto quella battuta l'altro giorno e per aver pensato che tu fossi acida. Io non potevo immaginare tutto questo.- disse sinceramente dispiaciuto.

-Per favore, aiutami. Non importa come, ma fallo.- mi stupii delle parole uscite dalla mia bocca.

Io conoscevo solo il suo nome, come potevo pretendere che mi aiutasse?

-Lo farò Emma. Te lo prometto.- mi sussurrò nell'orecchio.

Kiss me underneath the mistletoeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora