Capitolo otto - Il falò

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La mattina seguente Elijah si era svegliato presto per andare a correre un po'. Quando uscì di casa e si trovò sotto la finestra della stanza di Cameron, alzò lo sguardo, sperando che la ragazza stesse bene. Si accorse invece della finestra spalancata. Ritornò subito all'interno dell'abitazione, corse al piano di sopra e bussò alla porta della camera della ragazza, ma nessuno rispose.

«Cameron apri la porta!» nemmeno una risposta. Così indietreggiò e con un calcio sfondò la porta. Lei non era lì. La finestra spalancata e le tende che svolazzavano per il vento; il letto era ancora intatto, quindi era sparita già dalla sera prima.

Sentendo quella confusione, Danger uscì dalla sua camera: «Ehi fratello, che stai facendo?»

«È sparita, Danger, non c'è!»

Danger alzò gli occhi al cielo: «Santo cielo Elijah, sarà andata a farsi una passeggiata prima di andare a scuola, che ne sai».

«Certo, con le finestre spalancate e alle sei di mattina! Ma fammi un piacere...»

«E allora cosa pensi che sia successo?» Danger si stava innervosendo.

Elijah scese le scale: «Lui può averla presa». Danger scoppiò a ridere, ma Elijah continuò: «Non c'è niente da ridere Danger! Se davvero lui l'ha rapita si trova in grave pericolo».

Danger stava per rispondere, quando ad un tratto il suo udito venne attirato da alcuni rumori provenienti dall'esterno. Fece cenno al fratello di non parlare.

«Abbiamo visite» continuò. Poi si avvicinò alla porta d'ingresso e dopo aver atteso un attimo, la aprì. Di fronte a lui c'era l'immagine di Michelle che stava per suonare il campanello: «Fratello, c'è la tua amica». Michelle sorrise ironicamente, poi entrò: «Abbiamo un problema» disse. Spiegò loro cos'era successo e che Cameron era nuovamente all'ospedale.

«Le hai fatto credere di essere pazza?» Elijah era sconvolto.

«È stata la prima cosa che mi è venuta in mente, non sapevo come agire!» aveva cercato di spiegare Michelle, che si sentiva in colpa per l'amica.

«L'unica soluzione sarebbe farle dimenticare», aveva aggiunto Danger, «infondo non è lei la ragazza che cerchiamo. È un'umana qualunque». Tutti annuirono, anche se Michelle era un po' titubante su ciò che aveva detto Danger. Lei era arrivata a Winter Fallen con un obiettivo preciso e delle indicazioni che non potevano essere errate; si era legata a Cameron e sicuramente doveva significare qualcosa, altrimenti non ci avrebbe mai fatto amicizia. Infondo, il suo compito era quello di proteggerla.

Il pomeriggio, dopo le lezioni, Elijah si precipitò a trovare Cameron in ospedale. La ragazza era sul letto, con le gambe incrociate che giocava con il cellulare. Quando lo vide sentì una fitta allo stomaco.

«Ciao» disse lei.

Lui si accomodò affianco a lei e la guardò per qualche secondo: «Ciao», le sorrise.

«Che ci fai qui?»

«Beh, dopo la nostra serata di ieri non potevo non venire a trovarti».

Lei sorrise al ricordo della sera precedente. Poi si ricordò di ciò che aveva sentito e divenne seria: «Sai perché sono qui?» gli aveva chiesto.

«Michelle mi ha spiegato che non prendi le pillole prescritte e che hai degli sbalzi di umore, ti immagini...», lo sguardo agghiacciante di Cameron, «le cose».

Dopo qualche istante in cui Elijah sperava di non aver detto la cosa sbagliata, Cameron annuì: «È vero, mi immagino le cose ultimamente, ma non è nulla di cui preoccuparsi».

WINTER FALLEN - Angel || Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora