Capitolo dieci - Il Redentore

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«Io sarei cosa?» Cameron era esterrefatta, non riusciva a togliere lo sguardo dagli occhi di Michelle.

«Sì, hai capito Cameron. Tu sei il Redentore».

«No che non lo è» intervenne Elijah. Cameron a quel punto non ci stava capendo più niente, spostava di continuo lo sguardo tra Michelle ed Elijah.

«Sì che lo è Elijah!» affermava Michelle: «Lei mi vedeva capisci? E gli umani non si accorgono degli angeli! In più Lui – disse indicando il soffitto con un dito – mi ha incaricata di starle vicino, mi ha dato l'ordine di proteggerla anche a costo della vita. Gli umani sono importanti, ma sappiamo tutti che devono cavarsela da soli, noi angeli custodi siamo solo la loro coscienza, siamo due occhi in più per i pericoli, ma per il resto ciò che accade agli umani non ci riguarda. Se Lui ritiene che Cameron debba essere protetta è perché si trova in pericolo». E in quel momento Michelle si rese conto di aver detto la frase che si era promessa di non dire mai di fronte a Cameron. Si girò verso la ragazza, che la stava guardando impietrita.

«Io... io sono in pericolo hai detto?» la voce le tremava, la bocca era secca e cercava di deglutire.

Elijah scosse la testa mettendosi una mano sulla fronte. Michelle pensò un attimo prima di parlare: «Appena un bambino nasce gli viene affidato un angelo custode, che nessuno è in grado di vedere. Noi siamo lì costantemente, ma siamo invisibili agli occhi degli umani. È praticamente impossibile che qualcuno ci veda. Ma è successa una cosa quando tu eri piccola. Stavi giocando fuori, nella veranda di casa tua e ad un certo punto sei inciampata cercando di scendere gli scalini e io per evitare una caduta troppo brusca ti ho sostenuta. Non ti ho sollevata, questo noi non possiamo farlo, ho solo rallentato la caduta in modo che non ti facessi troppo male. Il punto è che quando ti sei alzata da terra piagnucolante, con i palmi delle mani graffiati e le ginocchia sbucciate, i tuoi occhi mi hanno guardata. Mi stavi fissando. Io rendendomi conto di quello che stavi facendo ho cercato di farti ridere, per non farti più pensare alla caduta, anche se continuavo a domandarmi come facevi a vedermi. Poi uscì tua madre a soccorrerti, ti abbracciò e vide il tuo sguardo che fissava un punto, quasi ci fosse qualcuno. Ti chiese cosa stavi fissando e tu rispondesti sorridente "bambina" indicando il punto nell'aria in cui ero. Fu in quel momento che mi resi conto che tu mi stavi davvero fissando. Tu riuscivi a vedermi, Cameron. Nessuno può farlo e soprattutto a noi angeli è proibito mostrarci in forma fisica tranne sotto richiesta superiore. Quello che avevi fatto era qualcosa di incredibile e successivamente è successo altre volte. Quando poi, circa un mese fa, Lui mi ha incaricata di mostrarmi agli umani per starti accanto il più possibile, per proteggerti da ogni male anche al costo della vita, ho capito subito che c'era qualcosa che non andava. Nessun angelo ha avuto mai un incarico così grande».

Cameron a quelle parole cercò di ricordarsi quel momento, quello della caduta. Come poteva aver dimenticato una cosa simile? Si sforzò in tutti i modi ma la sua memoria non voleva collaborare. Nonostante questo però, voleva credere a Michelle, perché quale motivo aveva per raccontarle tutta quella storia? E poi le sue ali! Oh, quelle le ricordava benissimo. Quindi no, di certo non stava mentendo.

«E tu sai perché sono in pericolo?»

«Sei il Redentore, Cameron. Un essere così potente come il Redentore ha tantissimi nemici».

«Ma io non mi sento così...» Cameron non trovava le parole: «Non mi sento potente, per niente devo aggiungere. È una storia folle. Non quello che mi avete raccontato, quello in gran parte ci credo, ma che io possa essere questo Redentore? Cavolo guardami Michelle. Nessuno mi conosce, negli sport faccio pena, non so calciare neanche un pallone, lotto da anni contro il mio fisico, disprezzo tanto le altre ragazze quando in realtà vorrei essere solo come loro. Sono più sfigata di Mollylamolla!» dal nervoso prese un cuscino e se lo sbatté in faccia per soffocare un urlo. Quando poi se lo tolse, i capelli spettinati le ricadevano a ciuffi sul viso e arresa aggiunse: «Devo ammettere che ho una grande capacità di gestire i problemi».

WINTER FALLEN - Angel || Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora