Capitolo nove - Angeli Caduti

49 4 2
                                    


«Tranquilla Cameron, fidati di me» aveva detto piano Michelle.

Cameron indietreggiò di colpo, raspando con i piedi. Il suo cuore batteva all'impazzata, le gambe tremavano così tanto che non avevano neanche la forza di spingerla indietro; le mani, che erano ancora sull'asfalto, erano piene di graffi per la troppa velocità con cui era strisciata per terra.

«Cosa cavolo sei?» aveva urlato.

«Sul serio Cameron, ti devi fidare di me. Ti spiegherò tutto a casa, ma ora ti devi fidare» Michelle allungò ancora di più la mano verso l'amica.

«Fidarmi di te? Mi stai sul serio chiedendo di fidarmi?» il tono della voce più alto: «Mi hai mentito per tutto questo tempo! E non credere che io non ricorda quello che mi hai fatto. Mi hai fatto credere di essere pazza! Mi hai riportato in ospedale solo per aspettare che Elijah, l'altro bugiardo di turno, facesse chissà cosa alla mia mente! Ti sembra che io ora abbia voglia di fidarmi di te?»

«Cameron, ti posso...»

«Non azzardarti a parlare!» ci fu qualche secondo di silenzio, poi Cameron osservò Michelle con disgusto: «Sei un mostro. Anzi non so proprio cosa sei».

«Sono un an...»

«No, sta zitta! Non voglio averci più niente a che fare con te» e di scatto Cameron si girò per alzarsi e correre via.

«No Cameron, guai a te!» gridò Michelle, che allungò la mano e sussurrò: «somnum». In un secondo il corpo di Cameron cadde a terra privo di sensi. Michelle la prese in braccio: «Mi dispiace Cameron, ma non mi hai lasciato altra scelta», poi spalancò le ali e volò in direzione della dimora degli Andersen.

Quando Cameron si svegliò, due figure sfuocate ondeggiavano di fronte a lei. Le voci rimbombavano nella sua testa. Si sentiva come se un treno l'avesse investita, centrata in pieno.

«Eccola, si sta svegliando» aveva detto piano Michelle, che nel frattempo le aveva messo un fazzoletto bagnato sulla fronte. Elijah era in piedi affianco al divano e pensava alle parole da usare per spiegare a Cameron tutto ciò che era successo. Cameron ad un tratto sussultò facendo cadere il fazzoletto sul pavimento, si era rannicchiata addosso all'angolo del divano.

«Tu. Voi due. Che cosa volete?»

«Devi stare calma Cameron, altrimenti non posso spiegarti» aveva detto Michelle. Ma la ragazza sembrava terrorizzata.

«Calmarmi? Io non posso calmarmi!» Cameron si dimenava: «Ditemi subito che cosa diavolo siete! Perché mi avete messa in mezzo a questa...» non riusciva neanche a trovare un termine «Cosa?!»

«Se mi lasci parlare forse riesco a darti la spiegazione che vuoi!» Michelle non ce la faceva più. Cameron a quelle parole si ammutolì, decidendo di rimanere in silenzio ed ascoltare le parole dei suoi presunti amici.

«Racconto io» intervenne Elijah, lasciando Michelle senza parole, considerando che poco prima si erano messi d'accordo che avrebbe parlato lei. Elijah si sedette su uno sgabello affianco a Cameron, che intanto si era rilassata, incuriosita da ciò che da lì a poco avrebbe ascoltato.

«Tutto è cominciato milioni di anni fa» aveva iniziato Elijah: «L'universo ancora non era stato creato. L'unica forma di vita, se così si può chiamare, era un'aura, l'essenza di un essere senza corpo, che emanava luce nelle tenebre più profonde del nulla più assoluto: Adonai. Ma Adonai aveva grandi progetti e per realizzarli aveva bisogno di un aiuto, qualcuno che potesse in futuro fargli da messaggero. Così prese un frammento di sé e creò qualcosa di meraviglioso: un angelo. Il primo angelo mai creato, dai capelli lunghi e biondi, grandi ali dorate che gli permettevano di volare alla velocità della luce. Il suo nome era Lucifero. Notando la sua grande creazione, decise di creare da Lucifero nuovi angeli, che avrebbero avuto compiti diversi, fino a quando diede vita al Paradiso».

WINTER FALLEN - Angel || Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora