Quel giorno fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso. Da quel giorno, cominciai a desiderare di morire e di lasciare tutto.
Era un giro di pattuglia come un altro nei boschi, che circondavano il palazzo del Re degli Elfi. Da due settimane continuamente Elurìn ci addestrava con maggior determinazione; sembrava sentisse più di noi stessi l'arrivo imminente della prova finale che avrebbe stabilito la nostra idoneità all'esercito. Una volta passata la prova, saremmo poi giunti alla sessione di allenamento successiva.
Non doveva succedere nulla, tutto sarebbe dovuto andare per il verso giusto. Non fu così. Ci attaccarono alle spalle, quando meno ce lo saremmo aspettati e uccisero la maggior parte degli elfi che stavano nelle ultime file dello schieramento. Non so da cosa lo capii, ma sapevo che non avremmo vinto, saremmo stati solamente spazzati via dalla forza degli orchi che avevano osato oltrepassare i confini.
Elurìn prese immediatamente posizione e incitò tutti alla ritirata, comprendendo quanto me il pericolo di quelle orride creature. Corse nella mia direzione, io avevo già imbracciato l'arco. Improvvisamente davanti a me non vidi più gli invasori, ma i miei genitori. Mio padre mi sorrideva.
-La mia bambina...-
Mia madre non parlò, ma aprì le braccia con il suo sorriso dolce, gli occhi lucidi di lacrime. Mi accorsi solo dopo della profonda ferita sul collo, del sangue che scendeva copioso lungo la veste. Gli occhi vitrei che mi fissavano, freddi. Mio padre pallido, abbassò la testa sul suo stomaco, trafitto da un pugnale.
-No... mamma... papà...-
Caddero a terra, colpiti al cuore da due frecce degli orchi.
-No! No... mamma...papà! Vi prego! Vi prego...tornate...mi mancate così tanto...-
-Tauriel!-
Sentii una forte presa alle spalle. Mi voltai verso l'elfo che stava urlando contro di me, senza vederlo veramente, senza ascoltarlo sul serio. Le uniche cose che sentivo erano le lacrime calde che scorrevano sulle mie guance che stavo versando per mia madre e mio padre.
-Devi andartene! Portali con te!-
-I miei genitori...-
-Portali al fiume! Li affido a te! Tauriel, ascoltami!-
Elurìn era davanti a me, il viso solcato da una profonda ferita, che attraversava la guancia sinistra. Mi afferrò più saldamente per le braccia e cominciò a spingermi indietro, verso il resto del gruppo. Io continuavo a guardarlo confusa, lui preoccupato e allarmato.
-Devo andare... Tauriel proteggili e proteggi te stessa.-
Fu chiaro, quando lo vidi voltarsi ed estrarre la spada. I feriti si trascinavano indietro. Io mi mossi improvvisamente, incoccai una freccia e richiamai l'attenzione degli elfi rimanenti: -Aphado nin!- ("seguitemi!").
In poco tempo giungemmo al fiume che scorreva nei confini prossimi, senza difficoltà. Quando fui certa del fatto che non avremmo più corso pericolo, arrestai la mia corsa, sul limitare della sponda del fiume, che gorgogliava sul fondo di un precipizio con un frastuono sordo. Non era finita. Sebbene ritenessi la nostra lontananza abbastanza, qualcuno era riuscito a seguire i nostri passi. Un orco spuntò alle mie spalle silenzioso, viscido come una serpe. Lo notai solamente per le espressioni atterrite dei miei compagni. Mi voltai appena in tempo per evitare il pugnale che altrimenti mi avrebbe colpito in piena schiena. Velocemente tesi la corda del mio arco e fui pronta a contrattaccare, ma mi sentii raggelare il sangue, quando Kili comparve davanti a me.
Lo vedevo di nuovo cadere a terra morto, con le lacrime ancora sulle guance, io non avevo potuto raggiungerlo subito, non avevo potuto correre da lui e dirgli quanto lo amavo e quanto volevo restasse con me, perché avevo bisogno di lui e non lo avrei lasciato mai più, se solo fosse tornato da me. Se solo... non mi avesse abbandonata. Ed era stata colpa mia, perché non lo avevo protetto, né avevo potuto aiutarlo, non avevo fatto niente! E ora era lì, che mi guardava, che mi implorava di salvarlo.
E come potevo ucciderlo? Come potevo scoccare quella freccia e ascoltare le urla degli elfi che avrebbero dovuto essere protetti da me? Ma io dovevo proteggerli, dovevo scoccare quella freccia, dovevo ucciderlo. Lo feci. Lasciai che quella freccia gli oltrepassasse il petto e lo lasciai cadere nel vuoto. Ma, quella volta, corsi da lui, lo feci sul serio. Mi aggrappai al terreno con tutte le mie forze e piansi, urlai, battei i pugni a terra con una forza tale da ferirmi, io stessa. Piansi per tutti quei giorni che avevo passato nel silenzio e per quelle emozioni che mi ero tenuta dentro tanto a lungo. Troppo a lungo.
Mi alzai, le lacrime mi bagnavano il viso.
Guardai verso il fiume dei miei ricordi.
Misi un piede nel vuoto.
-Spazio Autrice-
Ho pubblicato questo capitolo un po' tardi, scusate, ma spero ne sia valsa l'attesa. Sono stata un po' crudele a chiudere il capitolo in questo modo, devo ammetterlo... ma, non mi dispiace nemmeno un po'! Grazie ancora a tutti quelli che hanno trovato due secondi delle loro vita per leggere questi capitoli.
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Love? -I don't want it-
FanfictionTauriel, dopo la morte di Kili, aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle: lui stesso e l'amore che provava. Dovrà ricominciare una nuova vita, senza Legolas a sostenerla. Accecata dall'odio per Thranduil, si ritroverà a lottare contro il Re d...