TAURIEL
Potevo oramai percepire il cuore martellare sul petto. Il suo viso era a pochi centimetri di distanza dal mio, i nostri respiri si erano fusi in uno solo. Sapevo che cosa sarebbe potuto succedere e non c'era nulla che io non desiderassi. Mi avvicinai, seppur di poco, a lui: era chiaro ardesse del mio stesso desiderio.
Ancora una volta venni umiliata da lui, ancora una volta persi la fiducia nei suoi confronti. Si separò da me, senza nemmeno rivolgermi uno sguardo. Voltò le spalle e si allontanò, lasciandomi in piedi e a me stessa, abbandonandomi ai pensieri che premevano per prevalere uno sull'altro. Non dissi nulla, lo lasciai allontanarsi, mentre sentivo le lacrime pungermi gli occhi e colare lungo le guance.
Quel giorno stesso non ci incontrammo per i quotidiani allenamenti e così successe per la settimana seguente. Mi rifiutai categoricamente di vederlo per tutto il risentimento che provavo e per la rabbia che mi accecava. Ero sicura che non sarei più riuscita a guardarlo negli occhi. Mi sentivo profondamente abbandonata, delusa e ingenua. Come avevo potuto pensare che il Signore degli Elfi potesse impegnarsi con un'umile e insignificante elfo silvano? Ma, alla fine, potevo aspettarmelo. Potevo intuire la menzogna, la freddezza e l'impassibilità nei suoi occhi, poichè non un'emozione aveva mutato il suo viso, mentre si allontanava da me e mentre si voltava per fuggire da quella foresta e da quella situazione. Lentamente le mie insicurezze, che pensavo aver sepolto e stipato negli angoli più remoti del mio cuore, riemersero e mi sconvolsero, rendendomi improvvisamente insicura di me, ma allo stesso tempo determinata ad agire, sebbene questo avrebbe determinato delle conseguenze gravi o meno. Il peso di quello che sarebbe successo non mi spaventava, non mi rallentava. Avrei messo un punto e avrei deciso ciò che era meglio per me, anche se avesse dovuto determinare una frattura irreparabile o un nuovo inizio, insieme a lui.
Quando formulai questa risoluzione, mi sorpresi di me stessa e della sicurezza con la quale misi insieme i miei pensieri. Indossai una semplice tunica scura, una delle poche semplici che possedevo. La mia vita era basata su esercitazioni militari, di conseguenza il mio armadio era stracolmo di quelle vesti che mi avrebbero permesso i movimenti più fluidamente. Lasciai i capelli sciolti, non li legai. Uscii dalle mie stanze e con passo deciso mi diressi alla sala del trono. Non incontrai nessuno nei corridoi, il che mi fece ben sparare, ma dovetti ricredermi quando varcai la soglia della grande sala adibita ai principali doveri del Re. Arrestarono la mia marci immediatamente, incrociando le lance davanti al mio corpo, imponendomi di bloccarmi sul posto.
Thranduil era immobile sul suo trono, i suoi occhi immobili sui miei, calcolatori, mi scrutavano cercando di prevedere ogni mio movimento o parola che fosse. Scese qualche gradino, ma si tenne con accortezza al disopra di qualsiasi altro nelle circostanze, per sottolineare la sua superiorità e la sua importanza.
-Di' loro di abbandonare la sala. Sai tu, come io che non possono nulla con me.- dissi, diretta. Non c'era nulla di più vero. Per quanto potessero essere addestrate, io rimanevo, modestamente, la migliore guerriera a sua disposizione e li avrei battuti con un'estrema facilità. Ottenni, poco dopo, quello che gli avevo imposto e presto fumo soli.
Avanzai verso di lui, guardandolo.
-Per la seconda volta mi hai umiliata. Per la seconda volta mi hai abbandonata e per la seconda volta mi hai delusa.- cominciai, arrestandomi a pochi passi da lui. –Hai dimostrato di non avere alcun interesse per nulla e per nessuno. Sei un egocentrico egoista, narcisista sopra ogni misura! Credi di essere forte, con la tua freddezza e la tua impassibilità, ma non vali niente! Non hai il...-
-Taci!- la sua voce imperiosa risuonò intorno a me e mi attraversò con una violenza tale da farmi vacillare. Vidi le sue mani tremare dalla rabbia, la stessa che infiammava i suoi occhi. I lineamenti duri erano preannuncio della tempesta che avrebbe seguito e della violenza con la quale si sarebbe abbattuta. -Non hai alcun diritto di parlare al tuo Re in questo modo e, se solo proferirai altra parola, la tua vita qui è finita.-
-Non hai il coraggio, perché sei debole! Non hai nemmeno il coraggio di guardarmi negli occhi, quando menti a te stes...- non feci in tempo a terminare la frase, che mi ritrovai con la schiena contro il muro, con un dolore lancinante che mi trafiggeva. Ero schiacciata dal corpo di Thranduil, che ora mi bloccava con la sua forza, impedendomi di muovermi. –Fallo.- lo provocai. –Non hai il coraggio.-
Per la prima volta, dopo tanto tempo, vidi vacillare l'elfo davanti a me. Si avvicinò e appoggiò le labbra sulle mie con delicatezza.
-Spazio Autrice-
FINALMENTE! Big News! Nel prossimo capitolo ci saranno delle novità e rivedremo il punto di vista di Thranduil, per sapere la sua opinione su tutto ciò.
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Love? -I don't want it-
FanfictionTauriel, dopo la morte di Kili, aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle: lui stesso e l'amore che provava. Dovrà ricominciare una nuova vita, senza Legolas a sostenerla. Accecata dall'odio per Thranduil, si ritroverà a lottare contro il Re d...