Il giorno seguente riuscii a svegliarmi poco prima dell'alba. Indossai la solita tunica verde e sistemai i capelli, prima di uscire. Mi accorsi solo allora di non sapere dove andare, così mi diressi immediatamente verso la sua stanza. Non sapevo cosa pensare. Non riuscivo a credere che, solo poche ore prima, avevo chiesto aiuto all'elfo che meno mi sarei aspettata. Nel tempo che avevo trascorso, soffocata dai miei pensieri, avevo rinunciato nella mia decisione di odiarlo, incondizionatamente. Che senso aveva a quel punto? Tutto era scivolato via, più velocemente di quanto mi aspettassi. Lo avevo perdonato? No, ma smisi di prenderla sul personale.
I corridoi del reame erano vuoti, sentivo l'eco dei miei passi. Il silenzio, smorzato dal riecheggiare dei miei stivali, venne improvvisamente interrotto da sussurri appena accennati, ma ugualmente udibili. Mi immobilizzai, presa alla sprovvista. Avrei dovuto sicuramente giustificare la mia presenza nell'ala reale della dimora, specialmente a quell'ora della mattina. Il sole all'esterno era appena sorto; il cielo dipinto di rosso e arancione. Doveva esserci vento, avevo appena visto i rami degli alberi di Bosco Atro piegarsi, al volere delle raffiche. Le guardie attese spuntarono dall'angolo del corridoio che stavo percorrendo e mi gettarono uno sguardo molto lontano dall'essere sorpreso.
-Devi venire con noi.-
-Io stavo...- tentai di giustificarmi immediatamente, ma fui interrotta dalla voce autoritaria della guardia.
-Sire Thranduil ti sta attendendo al fiume.-
Decisi di non opporre resistenza e seguirmi. Mi feci condurre fuori, seguendo vie che non potevo riconoscere, perché mai viste, prima di allora. Mi guidarono all'esterno, attraverso un portone dalle dimensioni stratosferiche di legno intagliato. Non aprirono completamente i battenti, ma solamente quel poco che bastò per lasciarmi passare. Prima di varcare la grande soglia, presi un respiro profondo. I miei pensieri continuavano a tornare a lui. Perché continuava a rimanermi nella mente? Riuscivo a percepire qualcosa, quel qualcosa mi impediva di distogliere l'attenzione e mi infastidiva, mi intrigava allo stesso tempo. Era come se tutti i cassetti si fossero aperti, riversando e mescolando ovunque il contenuto, alla rinfusa. Mai avrei potuto fare ordine, lo sapevo.
Rimasi accecata per la nuova luce del sole, che era sorto completamente e, quando mi riabituai, i miei occhi videro lo spettacolo più bello che mai poteva essere ammirato a Bosco Atro. La porta si apriva nei pressi di una scogliera, alla mia destra. La roccia andava progressivamente scendendo verso il letto del fiume che scorreva impetuoso, abbattendosi contro gli scogli, che si stagliavano sul corso. L'acqua proveniva da una cascata, davanti a me. Il sole gettava i suoi raggi sugli alberi carichi di foglie, accendendo i colori, dall'arancione al rosso. Sulla sinistra, una parete rocciosa sbarrava la strada, alcuni arbusti riuscivano a sopravvivere sulla sommità. Potevo vedere un sentiero serpeggiare lungo la facciata, probabilmente l'unica strada per raggiungere quella sporgenza. Lui era lì.
Thranduil, con il suo portamento regale, era all'ombra di una quercia, che cresceva solitaria, sulla sporgenza. Aveva il braccio protesto verso un ramo e lo vedevo sfiorare le foglie dell'albero. Sembrava stesse comunicando con quello che aveva intorno, in sintonia con tutto quello che lo circondava. Improvvisamente mi pervase un senso di ammirazione nei suoi confronti. Il legame che aveva con la natura era evidente, reale. Socchiuse gli occhi, in ascolto del vento. Non osai parlare, mi avvicinai solamente a lui.
Si voltò verso di me, appena percepì la mia presenza.
Ruppe il silenzio, la voce giunse... diversa: -Avevo detto all'alba.-
Non seppi perché, ma mi sentii in dovere di dare una spiegazione al mio ritardo, obbligata quasi dai suoi occhi, che mi inchiodavano sul posto, facendomi rabbrividire.
-Ti stavo cercando.-
-Nelle mie stanze?- alzò un sopracciglio.
Si divertiva forse a provocarmi? Sentii le guance arrossire e improvvisamente il sole parve più caldo, tale che aprii leggermente la tunica sul collo. Percepii i suoi occhi su di me. Mi sentivo bruciare.
-Da ora in poi, verrai qui da sola. Ti mostrerò la via.- disse. Si chinò in avanti e raccolse un sacco di cuoio, tenuto stretto da un legaccio. Lo allungò nella mia direzione, lo afferrai e ne tirai fuori il contenuto. Rimasi molto sorpresa quando riconobbi i miei coltelli. Lo guardai, lui non disse nulla a riguardo, ma mi osservò.
Si mosse e andò dietro di me. Io rimasi immobile. Thranduil fece scivolare lentamente le mani sulle braccia e le strinse sopra alle mie. Io lasciai che si muovesse. Guidò i miei movimenti in affondi, colpi diretti alla parte superiore, poi inferiore del corpo.
Ripetemmo gli stessi esercizi per diverse ore, finché non fermò il braccio destro, bloccandomi. Sentivo i nostri respiri mescolarsi, per lo sforzo del continuo esercizio. Il suo petto si sollevava ed entrava in contatto con la mia schiena. Sentivo i brividi lungo alla schiena.
-Immagina il tuo nemico...- sussurrò. Il respiro sfiorava il mio orecchio. -...Non riuscirai mai. Ti sei completamente abbandonata.- lasciò andare le mie mani e il pugnale cadde a terra. Ed era vero. La mia mente era altrove, avevo completamente dimenticato del luogo in cui mi trovavo e con chi ero. Seguivo i suoi movimenti come una danza, era lui a guidarmi, ma dimenticai la parte più importante: me stessa. Io dovevo agire, Thranduil doveva essere solo la mia ombra. Ma non era stato così, la situazione mi era sfuggita di mano.
-Non puoi combattere così. Non stai combattendo. Il problema è tutto nella tua testa.-
Si staccò da me e si allontanò, verso il sentiero.
-Spazio Autrice-
Thrandy non vuole perdere tempo! Eh eh eh... Tauriel deve badare agli ormoni, la vedo troppo carica...
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Love? -I don't want it-
FanfictionTauriel, dopo la morte di Kili, aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle: lui stesso e l'amore che provava. Dovrà ricominciare una nuova vita, senza Legolas a sostenerla. Accecata dall'odio per Thranduil, si ritroverà a lottare contro il Re d...