Cap. 10 - Close

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THRANDUIL

Ero certo che quel metodo non avrebbe funzionato. Guidarla io stesso non sarebbe servito a nulla, se la sua arrendevolezza avesse persistito, perciò, attraverso un messaggero, l'avevo informata sulla necessità di portare le sue armi.

Quella mattina, come ogni volta, oramai da secoli, mi ero diretto nelle foreste prossime di Bosco Atro. Non realizzai mai il motivo per il quale quella divenne la mia unica salvezza dall'oppressione che continuamente percepivo all'altezza del petto. La libertà da qualsiasi tipo di responsabilità mi era concessa esclusivamente dalla solitudine, dal silenzio, tutto ciò che non potevo trovare a palazzo, ma di cui avevo un bisogno assoluto. Fu lì che la vidi. Da sola. Era seduta sulla riva del fiume che circondava il mio regno da generazioni; la stessa riva che percorrevo ogni singolo giorno e che in quel momento mi era sostanzialmente vietata dall'elfo più irritante e dannatamente testardo di tutta la Terra di Mezzo. L'ultima cosa che volevo era rivolgerle la parola, per una serie interminabile di motivi, dunque feci per andarmene, deciso a tornare nelle mie stanze, ma purtroppo mi sentì e si voltò verso di me. Era troppo tardi per cambiare direzione, quindi arrestai i miei passi e mi preparai a sostenerla impassibilmente. Così feci: le rivolsi uno sguardo gelido, che fece trasparire senza mezzi termini tutta la mia irritazione. Volevo solo che se ne andasse.

Tauriel evidentemente non comprese il chiaro messaggio, seppur fosse evidente dal mio punto di vista, poiché non fece nulla, se non aumentare il mio nervosismo.

-Cosa hai intenzione di fare?- scandii le parole, con il tono della voce immobile e freddo.

-Non riuscivo a dormire.-

La sua sincerità mi sorprese sinceramente e percepivo la verità, oramai la conoscevo. Avevo imparato a decifrare ogni sua singola espressione, parola implicita, movimento circospetto. Era un libro aperto per me e, se c'era qualcosa che avevo percepito in lei, era sicuramente turbamento. Il motivo era a me sconosciuto. Mi interrogai a lungo se fosse il caso di domandare la ragione, poi mi ricordai della mia reale posizione e mi riscossi. Perché compresi e sentii una strana sensazione dilagare nel petto, come una fiamma che bruciava. Cosa mi stava accadendo? Finii per perdere completamente il mio scopo.

TAURIEL

Il silenzio calò su entrambi, mentre continuavamo a guardarci. Lui non sembrava deciso a muoversi, né a proferire parola. Avevo compreso il suo sguardo e quello che voleva trasmettermi, ma non avevo intenzione di cedervi. Ero venuta lì per cercarlo, sfruttando le conoscenze che avevo di lui, accumulate negli anni che avevo passato all'intero del Reame Boscoso. Lui probabilmente non ne aveva memoria, ma Thranduil in persona, una volta, quando ero solamente un giovane elfo, mi aveva condotta in quella radura magnifica, dove i salici scendevano fino a sfiorare il fiume e il primo sole mattutino gettava le ombre sul prato variopinto, attraversando i rami spogli. Speravo che almeno il ricordo gli avesse sfiorato la mente, speravo il un suo sguardo vivo, che mi dicesse qualcosa. Invece non avevo ottenuto altro che la sua freddezza.

Mi obbligai ad alzarmi e a prendere parola, rompendo quell'indifferenza, che notavo posata sul viso di Thranduil: -Se non ti dispiace, tieni fede al nostro patto. Allenami e torna della tua indifferenza.-

Lo superai, ignorando i suoi occhi che mi fissavano interrogativi. Improvvisamente sentii una stretta per il braccio, che mi tirò indietro. Io, presa alla sprovvista, mi lasciai trascinare e finii, in men che non si dica, contro Thranduil. Un braccio stretto intorno alla vita e ancora la mano che stringeva il mio polso mi impedivano, con una presa salda, si allontanarmi da lui. Io alzai lo sguardo sui suoi occhi e incontrai un altro elfo, un altro re. Sentii i nostri respiri mescolarsi e diventare uno solo.

-Perché ti comporti così?- mi domandò.

Stavo per rispondere, ma il vento si alzò, portando con sé le ultime foglie sugli alberi e scostando i miei capelli indietro, mentre quelli dell'elfo davanti a me mi sfioravano il viso.

-Mi sto comportando come te. Fa male, vero? Questo è quello che provano gli altri con te.- pronunciai quelle parole con la voce tremante e con amarezza, perché, sebbene fossero vere, odiamo ammetterlo.

-Non c'è nessuno a cui deve interessare.-

-E a me non pensi?- mi accorsi troppo tardi di ciò che avevo detto. Troppo tardi e mi pentii quando rialzai lo sguardo su di lui. Non sapevo nemmeno il perché di quelle parole. Sapevo solamente che ero troppo confusa per avere pensieri e decisioni razionali; infatti tutto quello che stavo facendo non era minimante controllato da me, ma era spontaneo. -Non ti è mai importato niente. Non ti ricordi nemmeno...-

-Invece si, mi ricordo di quando ti ho portata qui.- mi interruppe e io rimasi impietrita, nel sentire le sue parole. Non credevo... non credevo a quello che fece dopo. Si avvicinò al mio viso.

-Spazio Autrice-

Chi sa che cosa succederà nel prossimo capitolo? Muahahaha. a parte gli scherzi, grazie mille a tutti colore che stanno leggendo la fanfiction e che lasciano un commento. Significa molto per me.

Love? -I don't want it-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora