Forse, inconsciamente realizzai chi fosse. Mi distrassi, quando lo capii: mi ferii alla spalla sinistra, poiché mi voltai per osservare il nuovo arrivato. Il mio compagno di allenamenti si fermò immediatamente, mortificato, mentre Elurìn esplose in epiteti e rimproveri continui. Io non feci caso alla ferita, né al sangue caldo che scorreva lungo il braccio e gocciolava terra, ero troppo sorpresa dalla sua presenza. Thranduil era lì, pochi metri mi separavano da lui, che mi stava squadrando intensamente. Stava forse studiandomi?
-Non è possibile! Inaccettabile!- Elurìn sbraitava, avvicinandosi a me minacciosamente. –Questo è il capo della guardia?! Dobbiamo mettere la nostra salvezza nelle sue mani?! Oh, questo è, in tutto e per tutto, un affronto al mio incarico! Dovevo allenare un capo della guardia, non un'incompetente!-
Io rimasi impietrita. In tutta la mia vita, nessuno mi aveva mai parlato in quel modo, umiliandomi, sminuendomi agli occhi di tutti coloro che mi vedevano come qualcuno di importante. Sentii un groppo in gola bloccarmi il respiro; infatti, presto mi ritrovai a respirare affannosamente. Non solo rimasi colpita dalle parole dell'elfo, ma riemersero tutti quei pensieri che ritenevo oramai archiviati da tempo.
In un momento rividi Kili a terra: il sangue rosso sulla neve bianca; gli occhi nel vuoto; le lacrime ancora sulle guance, versate con consapevolezza per qualcuno che non avrebbe più rivisto...
Stavo per perdermi, quando sentii una forte presa al braccio con il quale reggevo la spada, che lasciai cadere a terra, non più capace di fare nulla. Elurìn, dopo avermi afferrata per la veste, mi strattonò in avanti; io non riuscii a reggermi, ancora scossa, sia dalla presenza del Re degli Elfi, sia dalle parole taglienti e offensive del mio superiore. Inciampai e barcollai verso Thranduil, verso il quale mi stava portando. Lui rimaneva impassibile, mentre io mi sentivo morire.
-Se osi ancora mancare di rispetto, ne renderai conto direttamente a me. Chiaro?-
Non compresi inizialmente a chi quelle parole fossero state rivolte. Realizzai solo quando l'elfo al mio fianco si inchinò profondamente. Thranduil troneggiava su tutti gli altri e sfidava chiunque a contraddirlo. Lo sguardo rimaneva, però, impassibile e gelido, rispecchiando la sua regale immagine di re, sebbene mi avesse difeso per una volta, dopo il mio ritorno a Bosco Atro. Mi sorpresi, dovetti ammetterlo a me stessa. Non mi guardò. Mi irritai. Stava forse fingendo? Non riuscii a capacitarmi della sua presa di posizione, poiché, solo poche ore prima, era pienamente d'accordo con Elurìn.
-Tu seguimi.- il tono autoritario.
Non replicai e lo seguii. Cominciai solo dopo a percepire dolore, per la ferita. Fino ad allora, ero stata occupata ad osservarlo, cercando di capire cosa lo muovesse. Cercando di capire anche il perché del suo comportamento così variabile nei miei confronti. Non arrivai a una definitiva decisione. Non avrei mai potuto prevederlo, nonostante io abbia passato più di cinquecento anni al suo fianco. Ignoravo completamente i suoi motivi. Per un momento mi persi a guardarlo, mentre lo seguivo a qualche metro di distanza. Mi sentii sicura, improvvisamente: l'unica cosa alla quale riuscivo a pensare era relativa a quanto lo sentissi familiare e vicino, in quel momento. Mi sentivo sicura della sua presenza, protetta, ma sentivo anche indifferenza, lontananza e freddezza da parte sua.
Mi portò in infermeria. Quando i giovani elfi lo videro, gli rivolsero un cenno di rispettoso saluto, troppo impegnati a occuparsi dei feriti. Thranduil rivolse semplicemente loro uno sguardo e proseguì per la sua strada. Si fermò solamente quando raggiunse una stanza vuota. Mi disse di sedermi e io obbedii, non me la sentii di replicare.
-Perché lo stai facendo?- ruppi il silenzio per prima. Sentivo tutto il peso di quelle parole che non volevo dire, ma che avevo bisogno di dire. –Perché aiutarmi, se non riesci nemmeno a guardarmi in faccia?-
Come mi aspettavo, non mi rispose. Si sedette semplicemente accanto a me e prese ad esaminare la ferita.
-Rispondimi, ti prego.-
Cominciò a fasciare la ferita, dopo aver tagliato la manica della tunica, ma parlò. Il tono che usò mi sconvolse: tranquillo... dolce.
-Il rispetto è dovuto a tutti, anche di fronte a qualcuno che non ne ha prestato molto.- alzò lo sguardo e lo puntò nel mio in modo eloquente. –Hai il mio rispetto, Tauriel, ma non la mia fiducia.-
Non lo vidi più per le settimane successive. I ricordi tornarono, io diedi la colpa a me stessa e con le lacrime arrivarono anche i tentativi di mettere una fine.
-Spazio Autrice-
Finalmente sono riuscita ad avvicinare questi due, ci voleva eh! Vi premetto che questa storia non durerà molto, o, almeno, non arriverò a un lungo seguito, dopo lo scopo che avevo prefissato per questa fanfiction, ovvero scrivere di Tauriel e Thranduil. Perciò ho fissato un limite, che è relativamente vicino? Non so. Preferisco scrivere pochi capitoli con fatti concisi e importanti, così come mi piace leggere fanfiction di questo genere. Dopo questa premessa super-lunga, ringrazio tutte le persone che hanno letto la mia storia. Significa moltissimo per me.
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Love? -I don't want it-
FanfictionTauriel, dopo la morte di Kili, aveva deciso di lasciarsi tutto alle spalle: lui stesso e l'amore che provava. Dovrà ricominciare una nuova vita, senza Legolas a sostenerla. Accecata dall'odio per Thranduil, si ritroverà a lottare contro il Re d...