Cap. 7 - Help

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Quando venni dimessa dall'infermeria, dovetti subire tutti gli sguardi degli elfi con i quali mi ero allenata fino ad allora. La situazione era chiara, tutti avevano visto il mio gesto ed era inutile negarlo. Sentii non solo le occhiate accusatorie, ma anche la malinconia che derivava dalla tragedia della settimana prima, da quello che riuscii a capire dalle frasi misteriose di Thranduil. Infatti, ero rimasta in stato di incoscienza per più di tre giorni, allarmando anche i più esperti curatori della dimore del Re degli Elfi.

Ritornai nelle mie stanze, con ancora quel peso che percepivo da settimane. Non riuscivo a liberarmi di lui e del senso di colpa. Dovevo al più presto farmi aiutare, perchè, sebbene in quel momento fossi lucida e pienamente consapevole, non avrei saputo immaginare quando sarei crollata di nuovo. Quella di gettarmi nel vuoto, fu una mossa disperata, lo avevo compreso nel tempo libero che avevo avuto in infermeria. Non doveva capitare di nuovo. Mi sentivo divisa in due. Una parte di me voleva raggiungere Kili e stava per sopprimere l'altra, la quale voleva vivere e andare avanti. Prima o poi sarei impazzita.

Mi decisi finalmente ad uscire, pochi giorni dopo. Non avevo ancora ricevuto notizie di Elurìn, nè lo avevo scorto nei corridoi. In verità nessuno mi aveva ancora rivolto la parola, se non il Re. Mi alzai dal mio giaciglio e feci scivolare via la camicia bianca che avevo sempre indossato, mi aspettavo che nessuno venisse a bussare alla mia porta. D'altronde chi avrebbe potuto interessarsi a me? Infatti, rimasi da sola. Entrai nel bagno e mi immersi nella vasca, che avevo precedentemente riepito di acqua calda. Rimasi nel tepore dell'acqua, fissando il soffitto e abbandonandomi ai pensieri che sfuggivano, uno dietro l'altro. Non seppi il motivo per il quale ogni mio pensiero era rivolto a Thranduil, l'unico che si era dimostrato... umano. L'unico che non mi evitò, deviando lo sguardo altrove, come facevano gli altri. L'unico che si era degnato di ascoltarmi, aprendomi a lui ero riuscita a raccontargli gran parte e ora avevo raccolto le forze per raccontargli veramente tutto. In un certo senso, cominciai a guardarlo con occhi diversi, non ostili. Era diverso, o forse era la mia impressione. Più... bello? Cioè, oggettivamente, intendo. Ovviamente. Certo. Mi alzai repentinamente, per sfuggire a quel pensiero. Cosa mi stava accadendo? Andai immediatamente a vestirmi, presa dall'ansia, ed indossai una semplice tunica verde, la sola che ritenevo mi stesse in modo decente. E adesso mi preoccupavo di come mi stesse una veste per vederlo, perchè da lui ero intenzionata ad andare. Non si frantenda, dovevo parlargli.

Uscii dalla stanza, dopo aver controllato il corridoio. Spostai una ciocca di capelli dietro le spalle, li avevo intrecciati poco prima. Mi diressi con passo incerto nell'ala reale della dimora, temevo di incontrare qualche guardia, o semplicemente degli elfi. Temevo il modo in cui mi avrebbero guardata, poichè ero certa che la voce si fosse sparsa. Non fui certa della direzione che presi; infatti esitai prima di bussare alla porta di Thranduil. Stranamente non c'era l'ombra di soldati, nei d'intorni, quindi dedussi semplicemente che lui non era nei suoi appartamenti.

La portà venne aperta improvvisamente, facendomi sobbalzare. Lui comparve sulla soglia. Rimasi a fissarlo. I capelli ricadevano morbidi sulle spalle, lasciati sciolti e liberi dalla corona che solitamente portava. Indossava una veste porpora, rifinita d'oro, aperta sul davanti, lasciata sciolta all'altezza del petto. Lì mi fermai. Non riuscii a sostenere lo sguardo dei suoi occhi ghiacciati, affascinanti.

-Volevi?- il tono era provocatorio. Alzò un sopracciglio, interrogativo.

Io fui preso alla spovvista e riuscii solamente a balbettare confusamente: -I-io... volevo...-

-Fissarmi?-

-No! Volevo...- mi fermai, la mente vuota. Dovetti seriamente raccogliere i pensieri prima di riuscire a parlare: -... volevo chiederti di aiutarmi.-

-Io aiutarti? Cosa ti fa pensare che tu sia meritevole del mio aiuto?-

Rimasi impassibile. -Perfetto.- Feci per andarmene, ma la sua voce mi attirò immediatamente indietro. Non ci credevo nemmeno io.

-Cosa vuoi?-

-Devi aiutarmi.-

-Ah, adesso devo?-

-Oh, finiscila.- mi bloccai temendo di aver esagerato, ma vedendo la sua impassibilità, mi rassicurai. -Non riesco a superare...-

-La morte di quel nano?- disse sprezzante.

Abbassai lo sguardo, colpevole. Di cosa dovevo essere colpevole? Di pensare ancora a Kili?

-Come immaginavo.- il tono tagliente che usò, mi riscosse, facendomi alzare gli occhi, sui suoi.

-Aiutami ti prego...- sentivo le lacrime pungermi gli occhi. Avevo disperatamente bisogno del suo aiuto e lo sapevo, nonostante stessi sembrando alquanto ridicola.

-E io cosa ci guadagnerei?-

-Non riesco più a prendere in mano un'arma, perchè ogni volta che lo faccio lo rivedo morire, davanti ai miei occhi.- la voce si incrinò pericolosamente, sull'orlo del pianto, ma mi ripresi, decisa a superarlo. -Perderesti un soldato.-

-Un capo della guardia.- mi lanciò un'occhiata, prima di voltarsi elegantemente e lentamente. Mi aveva forse promossa? Non riuscii a controbattere, tanto rimasi stupita.

-Cominciamo domani all'alba.- disse.

La porta si richiuse.

-Spazio Autrice-

Eh eh eh eh. Thranduil...tieni a bada gli ormoni. Finalmente la coppia si sta avvicinando!

Love? -I don't want it-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora