Qualcosa di difficile da dire

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▪ D A M I A N O ▪
Quando Greta esce dal bagno, proprio in quel momento, mi pento amaramente della frase che le ho detto prima, anche se pensandoci due volte, ho fatto bene. Lei mi piace veramente tanto, per questo voglio aspettare. Voglio andarci piano con lei. Non voglio che lei sia solo una "scopata".
Viene verso di me e mi si stende accanto. Le metto un braccio dietro la schiena e la spingo verso di me, in modo da averla il più vicino possibile. I nostri nasi si sfiorano e la bacio.
Nel mentre, sperando che non se ne accorga troppo presto, faccio scivolare la mia mano sempre più giù, fino a toccarle il culo.
Lei se ne accorge quasi subito, ma non si arrabbia. Ride e mi dice: " Non avevi detto che volevo aspettare?"
La guardo con un'espressione divertita. Poi, le accarezzo la guancia e le sposto il capelli dal viso. La bacio perché non posso fare altro. È come se nel mio petto ci fosse una calamita che mi spinge ad avvicinarsi a lei. Per me è diventata un bisogno.

Passiamo tutta la notte abbracciati, lei con la testa sul mio petto. Parliamo di ogni cosa ci viene in mente, come se intorno a noi ci fosse una bolla che ci protegge dal mondo e dalle cose brutte. Mi sento un bambino. La adoro.
"Sento il tuo cuore" mi dice Greta.
"Sì?" Le rispondo.
"Wow, o sei tachicardico o io ti faccio uno strano effetto."
"Mi sa che è la seconda... ho il cuore che va a mille. Ora o la smetti di farmi questo effetto o morirò di infarto."
Si mette a ridere e in seguito mi stringe più forte.
"Ci sto davvero bene con te. Mi sento libera di essere me stessa quando sono con te, senza filtri, e fidati, non è una cosa che succede così spesso."
Questa cosa che ha detto mi blocca per un attimo, solo perché non credevo possibile che io avessi lo stesso effetto che lei ha fatto a me.
"So che magari è un pochino troppo presto, anzi è sicuramente troppo presto" non ci credo, lo sto dicendo veramente "e credici se ti dico che questa cosa non l'ho mai detta seriamente a una persona."
Ok stai calmo... respira..
" Insomma, cioè, volevo dirti che.." Non riesco ad andare avanti. Le parole mi si impastano nella bocca e ho paura di fare una figuraccia. Faccio un respiro profondo. Un altro.
"Che?" mi chiede.
"Hai capito dai..." dico. So che ha capito. Perché me lo vuole far dire.
"Sì sì.. Ma voglio sentirtelo dire."
Un ultimo respiro profondo. Sono pronto.
"Va bene. Io.."
Mi squilla il telefono. È quella puttanella di Vic.
"Scusami tanto" le dico "È urgente."  Esco dalla camera, chiudo la porta e rispondo.
"Ma porca puttana Vic che cazzo mi chiami a 'st'ora de notte?"
"Ah beh scusa... ho interrotto qualcosa? Stavate saltellando sul tuo lettino?"
Mi metto a ridere e inizio a raccontarle tutto.
"Vabbè stronza, vado che come ben sai, sono occupato." Riattacco il telefono e torno in camera. Apro la porta e vedo Greta in piedi in preda al panico che sta cercando i vestiti.
"Scusami veramente tanto... io devo andare." mi dice. Ha gli occhi rossi e la voce che le si spezza.

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