Capitolo 16

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                    Signori Smith


Percorrendo la strada che ci porta verso un negozio di abbigliamento, sulla panchina vedo l’uomo che ha frequentato di nascosto mia figlia, nonché suo ex insegnante. <<Caro, ferma l’auto, devo parlare con il signor Aragona.>>
<<Perché?>> Chiede confuso mio marito mentre accosta l’auto.
<<Devo fargli un paio di domande.>> Scendo dall’abitacolo e con passo svelto lo raggiungo. <<Salve, sono la madre di Serena, si ricorda di me?>>
Si ferma all’improvviso come se avesse sentito una voce terribile alle sue spalle. <<Salve.>> Si volta lentamente.
<<Devo parlarle di mia figlia.>>
Lo vedo mettersi le mani nelle tasche del giubbotto ma non proferisce parola, dunque continuo a parlare. <<Da quando l’ha conosciuto non è più la Serena di un tempo, è cambiata, non la riconosco più.>>
<<Non è affar mio, è sua la colpa se fa frequentare sua figlia con tipi come me.>> Risponde con tono gelido.
Sgrano gli occhi sconvolta. <<Ma come si permette? Io e mio marito abbiamo educato nostra figlia nel migliore dei modi.>>
<<Non credo.>> Esclama. <<Quando ero in ospedale e mi svegliai dall’anestesia trovai Serena che dormiva con la testa poggiata sul mio letto, lo sapeva? Ieri sera mi ha portato nella sua camera chissà con quali intenzioni ma adesso devo proprio andare, ho un appuntamento e non posso tardare per cose inutili come queste.>> Mi scosta con il braccio.
<<Come in ospedale? Non sapevo nulla di questa storia.>> Affermo perplessa. Come può avermi nascosto una cosa simile? Non si erano lasciati? Mi sento come se un coltello mi avesse trafitto il cuore. Non è più la mia Serena, la dolce ragazza che mi raccontava tutto.
<<Visto? Non avete saputo educare vostra figlia. Come genitori siete davvero degli incapaci.>> Esclama dandomi le spalle.
<<Aspetti un attimo.>> Lo chiamo ad alta voce ignorando le sue critiche, tra le ultime che una madre vuole sentirsi dire ma il signor Aragona non accenna a fermarsi e continua per la sua strada.
Sconvolta raggiungo mio marito sull’auto in totale silenzio.
<<Cos’è successo?>> Chiede confuso.
<<Dobbiamo parlare con nostra figlia.>> Affermo con espressione dura. Non credevo frequentasse gente così ma ho anche notato che il signor Aragona ha qualcosa di strano, non è come l’ho conosciuto e poi potrei mettere la mano sul fuoco, aveva gli occhi marroni e non blu come mi era sembrato di vedere qualche istante fa.
<<Perché?>>
<<Ci sta nascondendo delle cose, non la riconosco più.>>
<<Va bene, le parleremo, tu sta tranquilla.>> Mi carezza il braccio con fare amorevole. <<Risolveremo tutto.>>
Non mi fa altre domande, non mi chiede cosa ci siamo detti con quell’uomo prima, non mi chiede perché sono sconvolta, non mi chiede nulla e credo sia di gran lunga meglio così, solamente si fida di me.

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